Marta Gierut
a cura di Lodovico Gierut con la collaborazione di Marilena Cheli Tomei
inaugurazione mostra: sabato 30 agosto 2025, ore 18.00
esposizione: dal 30 agosto al 14 settembre 2025
luogo: Sala delle Grasce, Complesso di Sant'Agostino, Via S. Agostino n. 1- Pietrasanta (LU)
orario: dal martedi alla domenica 17.30-23.00
ingresso gratuito
Comunicato stampa
Presentazione
“(...) Ho letto le poesie di Marta Gierut con intensa commozione, e con arcana stupefazione. Sono davvero bellissime e strazianti, e l’ombra inespressa, una frase qua e là serpeggia, della morte volontaria le rende ancora più affascinanti. Si resta quasi storditi dai bagliori delle immagini, e delle metafore; e feriti dal fiume di dolore, e di speranze recise, che le inonda. Sì, le analogie tematiche fra queste poesie e quelle di Antonia Pozzi sono struggenti: nel loro comune destino di solitudine, e di dolore. (...) Queste sono le mie prime impressioni; ma sono poesie che è necessario rileggere, come farò, perché in esse mi sembrano stratificarsi emozioni complesse, e talora insondabili nel loro mistero. L’edizione è splendida: come sa fare l’editoriale Giorgio Mondadori. (...) Amo, come lei, la poesia, e quella di Marta Gierut non mi sarà possibile dimenticarla (...). In fotografia rivela, direi, un volto screziato da uno sguardo, e da una intensità espressiva, folgoranti, e lancinanti. (...)”.
Eugenio Borgna
(Da una lettera spedita a Roberto Valcamonici, 2013)
““La memoria è carta viva”: il tuo sentire e le tue parole, impresse sulla carta, strappate al silenzioso scrigno dell'animo, sono state artefici del nostro incontro. Tu eternamente giovane, ma dotata di una saggezza antica e io antica ma ancora giovane nell'animo perché sono stata travolta dalle emozioni dei messaggi che hai lasciato. Non ci siamo conosciute personalmente, attraverso le tue poesie e opere mi sei entrata nel cuore e nella mente e ne hai preso possesso, sfiorando le corde di mille perché, suscitando emozioni profonde, ricordi tralasciati. Mi piace questo surreale dialogo non legato ad occasioni o eventi ma ad un comune sentire, nato dall'incontro di due donne fra le pagine dei tuoi scritti: accomodati qui vicino a me, non abbiamo necessità di paesaggi reali, quelli evocati dai tuoi versi saranno il nostro ideale scenario. Non occorre il suono della voce, le parole scaturiscono dai tuoi occhi immensi più che dalle labbra chiuse al sorriso. Il tuo sguardo, come dicevano i poeti provenzali, possiede il dono di penetrare, catturare i miei occhi e avvincerli con fili invisibili per parlare senza voce umana. Sai... fra le pagine dei tuoi scritti all'inizio mi sono sentita un'intrusa: i tuoi versi sembravano voler negare l'accesso al loro significato più profondo, come se si volessero difendere da una lettura superficiale, poi lentamente, quasi con circospezione si sono schiusi, lasciandomi penetrare nel loro segreto. (...)”.
Marilena Cheli Tomei
Viareggio, giugno 2015
(Stralcio da “Lettera a Marta Gierut”)