Matteo Ciardini
S.T.ART - Save Tourism & Art
a cura di Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci - con la collaborazione di Paola Raffo Arte Contemporanea
inaugurazione mostra : sabato 10 settembre 2016 h. 18.30
esposizione: dal 10 settembre al 2 ottobre 2016
luogo: Sala delle Grasce, Centro Culturale "L. Russo"
orario: tutti i giorni 11-13/16-20
ingresso libero
Comunicato stampa
Paesaggi malinconici e deserti che raccontano emozioni. Tele che trasformano luoghi familiari, come le rive del lago di Massaciuccoli o le coste della Versilia, in inni alla natura. La pittura di Matteo Ciardini è intimista e poetica quanto gli ambienti che dipinge. La sua personale, dal titolo “L’Attesa”, approda per la prima volta nella Sala delle Grasce del Chiostro di Sant’Agostino a Pietrasanta (Lu).
I quadri di Ciardini, giovane artista nato a Firenze ma viareggino d’adozione, “fotografano” le sponde dei canali toscani e il nostro lungomare in momenti di solitudine e silenzio. Le sue opere sono fermo-immagine di luoghi e attimi che, solo indirettamente, tradiscono la presenza umana. L’arte di Ciardini è una rilettura contemporanea della pittura di paesaggio del Novecento italiano: ambienti che parlano e che, nella loro familiarità, aprono una porta sull’ignoto.
Il percorso espositivo, a cura di Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci, è un’iniziativa del Comune di Pietrasanta e Fondazione Versiliana, nell’ambito del progetto Start Grandi Eventi, in collaborazione con la galleria “Paola Raffo Arte Contemporanea”. L'inaugurazione della mostra è fissata per sabato 10 settembre, ore 18.30. L’esposizione resterà visitabile sino al 2 ottobre 2016, nell'orario 11-13 e 16-20. L'ingresso è libero.
Per informazioni www.comune.pietrasanta.lu.it e www.museodeibozzetti.it e pagine ufficiali Facebook
Presentazione
L'atmosfera delle pitture immanenti delle opere di Matteo Ciardini ci riporta ad uno status quo senza turbamenti, dove protagonista non è solo la natura, ma lo sono anche le emozioni che suscita, sia nell'artista, che così ce le trasmette attraverso le sue interpretazioni, sia nel fruitore appunto delle tele, che guardandole, rivive magari senza volerlo anche ricordi propri nell'essenza rarefatta dei dipinti.
Pur essendo paesaggi puri, vi compare quasi sempre una contaminazione umana, un segno, che ne connota la presenza e, nonostante tutto, l'essere umano presente è raro, è un soggetto minimo, un segno anch'esso, un simbolo. Viene dato più ampio spazio piuttosto agli animali, che agli umani.
Ma nella purezza del paesaggio, del colore, del segno domina l'atmosfera, perlopiù sospesa, nell'attesa infatti di un accadere che prima o poi avverrà, fosse anche solo per un cambio di luce.
Desidero ringraziare a nome dell'Amministrazione Comunale Matteo Ciardini per la sua opera e la Galleria Paola Raffo Contemporanea per aver proposto e organizzato questa interessante esposizione, che nel suo lirismo poetico accende di nuova vita la piccola ma prestigiosa Sala delle Grasce di Pietrasanta.
Paola Brizzolari
Consigliere Delegato alla Cultura
Critica
La poetica dell’artista si è focalizzata in questi anni soprattutto su un’attenzione agli scenari deserti e vagamente malinconici della sua terra, tra i “paduli” che sorgono intorno al Lago di Massaciuccoli e le marine brumose e solitarie delle coste versiliesi, prive della consueta folla dei bagnanti che le frequentano durante l’estate.
Basati su una tavolozza volutamente sobria, circoscritta a pochi e ben calibrati toni cromatici – terre, azzurri, ocra –, i quadri di Ciardini sono caratterizzati da un forte equilibrio formale, incentrato sul rigoroso alternarsi di pochi e ben calibrati elementi compositivi, come le sagome dei canneti, dei pini e della vegetazione che fanno da sfondo agli acquitrini e ai canali toscani, qualche cabina o casa di pescatori che svetta solitaria sulla spiaggia, un mucchio di stracci dimenticati sull’arenile appena sotto la linea dell’orizzonte.
Le tele di Ciardini appaiono così come veri e propri inni alla poesia silenziosa della natura e dei luoghi, intesi come elementi eterni, immutabili, nei quali l’intervento dell’elemento umano è del tutto marginale, rarefatto, fino alla sua sparizione. Dell’uomo non rimane infatti che una labile traccia, attraverso pochi e semplici elementi: una casa, una bandiera che svetta sulla spiaggia, un mucchio di abiti.
L’elemento che emerge con maggior forza dalla poetica dell’artista è dunque un profondo senso di appartenenza al territorio di origine, che diviene hortus conclusus della sua arte, un luogo nel quale meditare e attendere, in silenzio e in solitudine, senza alcuna presenza umana che ne distragga l’osservatore. Quelli di Ciardini sono luoghi che, come dice l’artista, “ti parlano”: luoghi
che, “per qualche arcano motivo, senti non solo familiari, ma che ti rigenerano e ti fanno capire che il visibile è una porta verso qualcosa di ignoto, ma appunto familiare”.
A fianco dei paesaggi, di cui in mostra viene presentata una selezione di una trentina di opere, tra oli su tela e tecniche miste su carta di diverse dimensioni, Ciardini affianca anche alcuni lavori, a olio e carboncino, dedicati al tema del ritratto e della figura umana, in cui quasi sempre il volto è però nascosto, come cancellato. “Quello che mi interessa”, dice ancora l’artista, “è la condizione umana, e non chi è rappresentato. Parlo di entità, e non di identità”.
L’esposizione sarà corredata da un catalogo con contributi critici di Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci e Fernando Mazzocca.
Biografia
Matteo Ciardini nasce a Firenze nel 1983. Dopo il Liceo Artistico di Lucca si diploma in pittura all’ Accademia di Belle Arti di Firenze, e poi come biennio specialistico in progettazione e cura dei sistemi espositivi. La prima collettiva è del 2006 presso il caffè “Le Giubbe Rosse” di Firenze, nello stesso anno vince il II Premio di Pittura di Piccolo Formato nel concorso organizzato dal Comune di Massarosa. Diverse le mostre a cui partecipa tra cui a Belgrado con il coreografo Virgilio Sieni “Outside Project”, a Firenze nelle ex carceri alle Murate, a Livorno con “Expo Fortezza”, in California con la California State University (CSU), a Fresno, dove partecipa a laboratori di disegno e pittura, a Vicchio con Enzo Cucchi per M-A-M nel Museo Casa Natale di Giotto. Dal 2010 espone nello storico Palazzo Panichi di Pietrasanta, a Palazzo Medici Riccardi di Firenze, nello spazio collezione del Centro Pecci per la rassegna “Start Point”. Partecipa con un’opera selezionata al “Premio GAT 2012” in occasione di Art Tour Must, Villa la Vedetta, Firenze. Disegna la copertina del libro “La Sovranità Scomposta”, ed. Mimesis, 2010. Nel 2015 espone con la personale Dipingere il silenzio, a cura di Fernando Mazzocca, presso la galleria Paola Raffo Arte Contemporanea. E’ stato assistente tecnico alla didattica presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze nella scuola di pittura. Nel 2015 partecipa alla collettiva TU35—GEOGRAFIE DELL'ARTE EMERGENTE IN TOSCANA a cura di Francesca Biagini e Niccolò Bonechi presso Officina Giovani di Prato.