Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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DonnaScultura XIII edizione & DonnaEventi

Christine Madies, Mara Moschini, Flavia Robalo, Eva Steiner


a cura di Chiara Celli e Valentina Fogher

Iniziativa a cura degli Assessorati alla Cultura e alle Pari Opportunità

inaugurazione: domenica 15 febbraio 2015 h. 10.30

esposizione: dal 15 febbraio al 15 marzo 2015

luogo: Sale e Chiostro del complesso di Sant'Agostino

orario: da martedi a domenica e festivi 16.00-19.00

ingresso libero

Catalogo realizzato e offerto da Zona Franca Casa Editrice di Cartone di Lucca, di Franca Severini.


programma di DonnaEventi che quest'anno avrà per tema DonnaImpegno

 

2° incontro: DonnaFotografia venerdi 20 febbraio 2015 ore 18.00, proiezione del video-documentario "Parlando con voi"

 

3° incontro: DonnaComunità venerdi 27 febbraio 2015 ore 18.00, Ho un sogno con Tatiana Villani e Silvina Spravkin  realizzato a Pietrasanta, richiamandosi ad “I have a dream” il progetto internazionale sull'arte globale, la coltivazione e la pace, presentato alla Biennale di Vancouver 2014/2016, con una corale video-installazione.

 

4° incontro: DonnaScuola venerdi 6 marzo 2015 ore 18.00. E' STATO RINVIATO 


5° incontro: DonnaUmanitaria domenica 15 marzo 2015 ore 11.00. Saranno presenti quattro donne speciali, dedite ad iniziative umanitarie: si tratta di Mary Campbell, volontaria in Siria; Sara Da Costa, fondatrice di Amata Africa; Roberta Giovannini Onniboni, volontaria in Bangladesh e Maurizia Iachino, presidente di Oxfam Italia.

sito Amata Africa

sito Oxfam Italia

 

 

Mara Moschini e Eva Steiner sono presenti nella collezione del Museo dei Bozzetti



Presentazione

La tredicesima edizione di DonnaScultura parte all’insegna dell’armonia, che regna grazie al comune denominatore dell’amore e della dedizione per la scultura da parte di queste quattro artiste, che siamo onorati che vivano e lavorino nella nostra città. Christine Madies parigina, Mara Moschini di Cuneo, Flavia Robalo di Buenos Aires ed Eva Steiner nata a Eschwege, Hessen, in Germania, si sono incontrate qui nel Chiostro di Sant’Agostino a Pietrasanta per presentare le proprie opere, attraverso cui traspare il loro faticoso lavoro ed in parte anche la loro personalità. Innamorate dei materiali che usano per esprimersi, riescono così a destreggiarsi con facilità tra marmo, creta, legno e bronzo, trovando quello che più si addice alla realizzazione delle loro creazioni. E, a parte per il bronzo, eseguono tutto da sole, nell’intimità e nell’organizzazione dei loro studi a Pietrasanta.

 

Dopo anni, questo importante appuntamento del mondo della Scultura è cresciuto ed è diventato sempre più significativo a livello nazionale ed internazionale, riuscendo a coinvolgere moltissimi artisti di ogni nazionalità, che hanno scelto Pietrasanta come loro punto di elezione artistica. Affiancato negli ultimi anni dalla riuscita manifestazione di DonnaEventi, con i suoi distinti appuntamenti sulle eccellenze delle donne in diversi campi, DonnaScultura, nella sua unicità, è diventata un’esposizione attesa da molti, che per curiosità e desiderio di condivisione ne attendono la sua annuale presentazione.

 

Desidero ringraziare di cuore Christine, Mara, Flavia ed Eva che quest’anno ci hanno arricchito con le loro sculture ed i loro punti di vista, e che ci hanno permesso di spaziare, di andare ‘oltre’ il Chiostro di Sant’Agostino verso i loro mondi. Un particolare e sentito ringraziamento va a Franca Severini e alla Casa Editrice Zona Franca di Lucca, grazie al cui fondamentale contributo anche quest’anno siamo riusciti a presentare il catalogo di DonnaScultura, ormai anch’esso divenuto un ricercato ‘oggetto da collezione’. La Scultura non è chiaramente solo ‘donna’, ma la donna può dare un apporto determinante alla Scultura.

Il Sindaco, Dr. Domenico Lombardi

 

 

Giunti alla 13 edizione di questo viaggio straordinario, che ha visto e continua a vedere come protagoniste donne provenienti da tutto il mondo, con un grande amore per l’arte, la bellezza e per la città di Pietrasanta, incontriamo quest’anno l’opera di Christine Madies, francese, Mara Moschini, italiana, Flavia Robalo, argentina e di Eva Steiner, tedesca.

Spazi sognati, interiori, vengono restituiti alla fisicità della materia per diventare visibili e tangibili, e, se lo consentiamo, per parlare a ciascuno di noi e farci emozionare.

La mostra di “DonnaScultura 2015” anche quest’anno sarà affiancata da una serie di incontri “Donna Eventi”, che avrà per tema “DonnaImpegno”.

Ringrazio le artiste per la loro grande passione e partecipazione, le donne che hanno accolto il nostro invito a condividere la loro sensibilità sui temi scelti per Donna Eventi e le curatrici della mostra e dell’intera iniziativa, Valentina Fogher e Chiara Celli che, con grande dedizione, pazienza e professionalità rendono ogni anno possibile questa feconda esperienza.

Non posso che essere onorato di aver potuto accompagnare in questi cinque anni di Assessorato alle Pari Opportunità donne di così grande spessore e sensibilità.

Davvero grazie!

L’Assessore alle Pari Opportunità, Dr. Italo Viti

Critica

di Chiara Celli

DonnaScultura è un momento di condivisione di un brano di vita di artiste che si incontrano a Pietrasanta. Le protagoniste di questa edizione rappresentano quattro nazioni e due continenti e testimoniano con il loro lavoro quanto il potenziale artistico sia uniformemente distribuito in tutto il mondo. Accompagnare Christine Madies, Mara Moschini, Flavia Robalo e Eva Steiner nella realizzazione di questo progetto ha voluto dire percepire con naturalezza, ma anche con forza che il fare scultura nasce dall’essere.

Le loro opere, oltre alla bellezza ed armonia delle forme, ci trasmettono nuovi paradigmi di vita, di risoluzione dei conflitti e di percezione della nostra società e dell’ambiente.

All’interno del percorso espositivo le artiste hanno raccontato la storia di una loro opera significativa e un bozzetto – laddove sia stato realizzato – rimarrà al nostro Museo dei Bozzetti come espressione del loro impegno e lavoro nella nostra terra.

Christine Madies presenta Across the Universe, un’opera realizzata nel 2013-‘14 in dimensioni un po’ più importanti del consueto. Un blocco di breccia versiliese che le è stato donato e che, per le venature ed il colore, le è sembrato adatto per una scultura sul tema dell’acqua e della fluidità. Il titolo è stato ispirato dall’omonima canzone dei Beatles che esprime efficacemente un senso di “longing” con parole e pensieri che si propagano attraverso l’universo. Il processo di esecuzione dell’opera non è stato originato da un bozzetto, ma direttamente dal blocco di marmo su cui Christine ha disegnato il profilo di onde sinuose che poi ha sbozzato mantenendo uno spessore di sicurezza; dopodiché ha smodellato nelle onde delle bolle concave e convesse rifinendo pian piano l’andamento delle curve.

Mara Moschini con Colloquio paterno, opera realizzata nel 2015, indaga il tema del rapporto di un padre contemporaneo con il figlio adolescente. La prima idea è nata attraverso dei disegni che definivano forme e colori dell’opera: una torre squadrata, immagine della libertà ancora incompleta e due figure con piedi e mani grandi, simbolo del cammino e del fare. Poi Mara ha iniziato a modellare la creta realizzando una torre in cui ha posizionato il padre in basso dentro una nicchia e il figlio in alto sopra la torre, a raffigurare la distanza generazionale e la ricerca comunque di un dialogo. Una volta finita la modellatura, Mara ha lasciato seccare la creta e poi ha rifinito le superfici con carte abrasive e ferri. Dopo la cottura la torre è rimasta del suo colore naturale, come emblema delle origini e dell’antico rapporto fra gli individui, mentre il profilo della nicchia e le figure sono state colorate vivacemente.

Flavia Robalo racconta Specchio dell’anima, un’opera realizzata nel 2007 al Parco Tre Castagni di Pergine Valsugana, dove poi è rimasta collocata all’interno di un percorso di sculture del parco dell’ex Manicomio provinciale tirolese. La manifestazione era titolata “Memorie di Amnesie” e il tema da tradurre in opera era la rappresentazione della follia secondo la visione di dieci artisti internazionali invitati. Il progetto di Flavia è partito da un bozzetto in cera che l’ha accompagnata durante il processo di elaborazione della statua. Il suo intento era esprimere la follia come uno spirito silenzioso che vive solitario in ciascuno di noi ogni giorno e aleggia nella collettività. La scultura rappresenta una grande e solida figura umana intenzionalmente abbozzata in un blocco di marmo verdello. Una figura totem il cui “urlo silenzioso” si manifesta in un’ombra di acciaio a terra che delinea una sagoma a braccia aperte inquieta oppure allegra.

Eva Steiner con la sua opera narra il tema della fiducia nelle cose che cambiano, nello svolgersi della vita. Lei stessa spiega che in certi momenti dell’esistenza si deve lasciare andare una cosa per fare spazio ad un’altra: lasciare andare e fidarsi così come fa la natura, i fiori e le piante che nascono e muoiono ogni giorno di nuovo. In tedesco lasciare andare si dice “loslassen”. Da queste considerazioni nel 2006 è nata la sua prima grande scultura di terracotta, Lola, una figura femminile, dolce e dai gesti equilibrati, simile ad una sacerdotessa in armonia con se stessa e con quanto la circonda. Eva ha scelto la terracotta, un materiale usato nelle più antiche sculture del mondo; non ha fatto un bozzetto e ha subito lavorato il modello con la creta salendo dai piedi. Nel 2011 ha realizzato l’opera anche in bronzo presso la fonderia Da Prato di Pietrasanta e la scultura è stata collocata nel giardino del Podere Torre di Sopra a Firenze.

DonnaScultura, anno dopo anno, vuole essere messaggera di storie ricche di senso e sguardi divergenti sul mondo e sull’umanità. Valorizzare l’arte e l’esperienza delle donne - fino a poco tempo fa, e forse ancora ora, poco ascoltate - può essere una risorsa per tutti, perché il potere trasformativo del loro fare creativo, può fornire soluzioni innovative e strategie efficaci di cambiamento.

 

 

di Valentina Fogher

Christine Madies, francese, Mara Moschini, italiana, Flavia Robalo, argentina, ed Eva Steiner, tedesca, sono le protagoniste della XIII edizione di DonnaScultura, un’edizione, che come per DonnaEventi che l’accompagna, ha per tema l’impegno: quell’impegno che le donne mettono per portare a termine una commissione, un lavoro, una partecipazione, un’idea; un impegno che richiede tenacia, costanza e determinazione. Come la scultura, che non perdona, sia che sia per via di “porre” che per via di “levare”[1]. La loro abilità è palese, tale e quale la loro costante ricerca nella lavorazione dei materiali.

Christine Madies, venuta molti anni fa a Pietrasanta per imparare a lavorare il marmo, si dedica con energia a questa sua passione innata, in cui, scolpendo la materia, riesce a contenere nelle sue forme anche la sua indole indomita. L’aiuta una disciplina portata avanti con saggezza e costanza, in cui riversa anche la filosofia del T'ai chi ch'uan, che lei pratica da più di quindici anni. In DonnaScultura Christine espone tre sculture che nella bellezza e maestosità del marmo arabescato rappresentano le onde, che si muovono sinuose nell’aria. Ma sono onde verticali, come quelle dei torrenti di montagna, che quando rallentano, formano grandi bolle, dove trattengono il respiro: il marmo sembra tendersi e distendersi, rivelando meravigliose venature, che Christine è riuscita con maestria a far risaltare ancora di più in questo dolce gioco di movimento della materia. E, forse, invece di scendere, qui le onde risalgono su fino al cielo, fino a diventare nuvole, paradossalmente impalpabili e leggere, fatte non più di pietra, ma di vapore.

Perché convivono nella Sala del Capitolo del Chiostro di Sant’Agostino con le opere di Flavia Robalo, che invece alle nuvole aspirano. Le sue figure semplici e pulite di bambine e adolescenti sono intagliate in legno. Più che intagliate però, sembra siano state ‘accarezzate’, anziché scolpite dalla mano di Flavia: ne escono infatti fuori morbide e fresche nelle loro forme acerbe. E aspettano, guardano in alto, attendono la pioggia, assaporano il vento, tendono verso le nuvole e si inventano nuovi orizzonti, lontani e infiniti. E ora le nuvole le hanno trovate, grandi e corpose, accanto a cui galleggiano e si lasciano cullare, sospese. L’idea di un sogno è racchiusa in una piccola bolla di vetro, con una sedia ed una nuvola preziosa catturata per sempre, una piccola favola in miniatura, da cui poi sono uscite due altissime sedie per il mondo onirico di Flavia: un trono per un piccolo re e la sedia dei sogni, con le ali, su cui sedersi per lasciarsi trasportare tra le nuvole nel vento dei desideri.

Le opere di Mara Moschini condividono invece la Sala dei Putti con le sculture di Eva Steiner. Mara qui ha voluto ripercorrere un po’ il suo percorso figurativo di scultrice, dalle prime creazioni più introspettivamente definite agli ultimi traguardi verticali. Amleto e Ofelia soffrono palesemente, costretti in camicie di forza ad incastrarsi in scranni severi. Poi con il tempo le camicie si sono svolte e si sono trasformate in larghe strisce, rigide, quasi gessate, che avvolgendosi in altezza sono diventate torri, prima stabili e poi instabili. In cima alle torri c’è sempre un guardiano: un giovane ragazzo che da una postazione altissima domina il percorso fatto, irraggiungibile agli altri, in un isolamento sconosciuto, dopo aver percorso tanti androni interiori. Ed infine la precarietà conquistata degli improbabili equilibri delle torri è diventata fermezza e solidità nella terracotta slanciata e assolutamente verticale di nuovi elementi architettonici che iniziano ad ospitare più personaggi insieme, una piccola comunità. Dominano i colori vivacissimi: prima, negli improbabili equilibri, formati da larghe campiture di precisi colori accostati; ora invece come segno distinto e protagonista in architetture monocromi perlopiù ocra, quasi color terracotta, il colore dell’origine.

Eva Steiner, nell’altra metà della Sala dei Putti, ha creato invece una danza leggiadra di figure femminili, anch’esse in terracotta, che catturano ed esalano un’anima celeste. Muovendosi con grazia sospesa, incantano per le loro mosse fluide. I loro gesti rimbalzano e rinascono uno dall’altra, giocando sospesi con aliti di vento, che muove loro le vesti leggere. Tutto tende all’armonia, ad un’atmosfera di felice complicità, di grazia raggiunta, quasi fossero dee in un Olimpo terreno. Le forme morbide delle figure sono coperte da veli sottili, che le coprono appena, lasciando trasparire le dolci curve, che si abbandono a gesti armoniosamente costruiti, in un incanto sospeso tra la malia e la spensieratezza. Vi regna con semplicità un equilibrio raggiunto, una grande pace interiore che traspare e si espande anche agli spettatori, che ne diventano partecipi: né rotture né strappi, ma solo una musica, diversa per ognuno di noi, che amalgama, cattura e incanta, che crea un’unione sodale tra le figure, eppure le distingue una ad una, come un coro ed i suoi componenti, in una composizione corale unica, un’opera sola.

Quattro donne, quattro scultrici, quattro modi per fermare il tempo nella scultura, in una creazione costante, mai sazia di sperimentazione e di ricerca di un’armonia e di un’identità di espressione, che le porti ai loro traguardi artistici e umani, senza forzature e sforamenti, ma alla costruzione invece di un corpus maturato negli anni grazie ad un impegno caparbio e costante. Grazie a queste scultrici, DonnaScultura cresce sempre più ogni anno che passa, cercando di raggiungere quella consapevolezza di intenti e di condivisione di espressione, di cui si è fatta ambasciatrice nel tempo.

 

[1] Leon Battista Alberti, De Statua, 1462.