Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
 ... > Mostre > 2014 > Transumanza  le mostre
Transumanza

Enrico Franchi


inaugurazione mostra: venerdì 21 marzo 2014 h. 18.00

esposizione: dal 21 marzo al 21 aprile 2014

luogo: Sala delle Grasce - Complesso di S. Agostino, Pietrasanta

orario: sabato e domenica 10-13/16-20

ingresso libero

 

 

 

sito artista


Comunicato stampa

(versione in pdf)

Presentazione

Si possono identificare i buoi maremmani con l’uomo? Enrico Franchi in Transumanza lo fa, ma i buoi a dire il vero potrebbero essere qualsiasi tipo di essere vivente, appunto dall’uomo ad una pianta, una qualsiasi razza destinata all’estinzione. Nel caso degli esseri umani però l’estinzione sarebbe più quasi un’autodistruzione, una fine provocata dall’uomo stesso, consapevole e cosciente degli errori causati a sé e alle altre creature.

 

Attraverso le sue opere, l’artista denuncia proprio la sistematica fine, a lungo andare, del proprio habitat provocata dall’uomo, con alterazioni via via genetiche sugli esseri viventi, in questo caso esemplificati dalla figura del bue, che si deforma mano a mano che si progredisce verso tempi futuri. E come, in questa paradossale Transumanza, avanzano i buoi bronzei, inconsapevoli e deformi, nella proposta artistica dell’artista, così prosegue l’uomo nel deteriorare e nel causare danni irreversibili all’ambiente e ai suoi abitanti. Le opere di Enrico Franchi assumono forme fantastiche, tanto irrealistiche quanto probabili in un futuro malato. Gli animali però non sembrano risentire di queste incredibili trasformazioni, ma anzi conviverci, come se fossero esistite da sempre, immutate. Due o più teste per bestia, animali doppi o sottosopra, gonfi, bucati o ridotti all’osso… nulla però intacca la preziosità dell’elaborato e della manifattura dell’opera stessa.

 

Nel domandarci se anche a noi un domani, più o meno inconsapevolmente, toccherà la stessa sorte, possiamo oggi almeno apprezzare sia l’ottimo risultato artistico che il messaggio delle sculture di Enrico Franchi, cui auguriamo grande successo di critica e di pubblico per questa sua personale nella Sala delle Grasce a Pietrasanta.

 

Il Sindaco, Dr. Domenico Lombardi

Critica

Una transumanza critica

 Enrico Crispolti


Ho davanti a me alcuni grotteschi esemplari bovini dell’immensa mandria che Enrico Franchi ha immaginato per una installazione ove al dilagare di questa corrisponde una evidente denuncia critica ecologica, che se risulta subito motivata nella fenomenologia delle deformazioni variamente ricorrenti, è certamente esaltata anche dalla quantità dei capi coinvolti, in quella che non può dunque non dirsi una transumanza critica.

Ciascun capo infatti variamente esemplifica una delle deformazioni somatico-strutturali del tutto innaturali provocate in un innocente protagonista di natura quale il “pio bove” (e la sua prolifica compagna) dalle conseguenze di un subdolo avvelenamento chimico e atomico che si produce geneticamente - come ormai tutti sanno - in conseguenza di ricadute chimiche o nucleari, conseguenti a iniziative industriali o militari, condotte celatamente, segretamente, oltre ogni limite di plausibile sicurezza di salute sociale, di oggi e di domani.

Certamente l’immaginazione di Franchi si è sviluppata anzitutto nell’estensione installativa costruita, la cui dimensione perimetrale sembra contrastare con la dispersione episodica degli esponenti della transumanza in atto evocata e riproposta in una svariatissima oggettualità di piccole presenze plastiche. Ma, altrettanto che si è sviluppata quantitativamente nell’ampiezza della convocazione immaginata, di circa 150 capi, risulta evidente che ciascuno di questi è caratterizzato da una specifica deformazione significativa, pregnante nel complessivo riscontro con un'unica intenzionalità critica di denuncia dell’innaturalità criminale di un supposto progresso tecnologico, di una supposta sicurezza militare.

Ma quale progresso? Quale sicurezza? Il giudizio esplicito nella grande proposta installativa, a suo modo scenica, di Franchi, nella sua intenzionalità è netto. Un progresso che è in realtà regresso della specie, e non soltanto animale (come qualche decennio fa aveva cominciato a denunciare immaginosamente nei suoi dipinti Mattia Moreni). Una sicurezza ipocrita che è in realtà fonte di avvelenamento, deformazione e morte di natura, di animali, di umani. Un avvelenamento prebellico e poi peggio bellico che si combina con le polluzioni industriali.

È tutt’altro che singolare che l’immaginazione artistica, in questo tempo di allarmante complessivo ribasso immaginativo, corrispondente a un abbassamento di livello di coscienza critica, ritrovi di fronte a questa tragica invasiva realtà il senso di una sua possibile alternativa funzione appunto critica.

La transumanza che Franchi ci propone è dunque una realtà della sua intima consapevolezza critica in un giudizio attuale sulla realtà socio-politica in cui siamo planetariamente immersi, fra plutocrazie consumistiche egemoni e folle di sudditi consumatori condizionati, sfruttati, avvelenati, alienati quando non infine affamati. L’arte certamente non può più di tanto, può tuttavia avere la grande forza di insinuare dubbi critici anche profondi, di sollecitare una diversa presa di coscienza, dalla quale può nascere una nuova possibilità antagonistica.

Franchi lo fa dunque qui attraverso un’immaginazione di respiro installativo entro la quale opera in una discorsività plastica che sembra mirare a intercettare un’immediata possibilità di comprensione dell’assunto critico, proprio attraverso l’evidenza narrativa della infinita fenomenologia di deformazioni innaturali di cui la sterminata mandria transumante si fa esemplificazione probante. Esattamente probante perché fondata su una casistica che può avere persino non disagevole riscontro statistico.

E così, giovane esponente di una irrinunciata fiducia nelle possibilità della scultura, in uno dei suoi maggiori impegni di lavoro di questi anni, tuttavia Franchi significamente si affida a motivazioni d’urgenza dichiarativa appunto critica piuttosto che a mere prospettive di elaborazione plastica formale, in un passo che certamente intanto dichiara una sua volontà di dialogo, di comunicazione.

Biografia

Enrico Franchi nasce a Roma nel 1972, dove si diploma presso il 2° Liceo Artistico della città. Il progettare di Enrico Franchi è frutto di una fantasia controllata da un fermo ragionamento, dove la ricerca del bello, letto in ogni sua sfaccettatura, è intesa come espressione personale; oggetti che vivono in un continuo equilibrio tra materia e tecnica; materia traslata in spigolose strutture architettoniche, spie delle mille difficoltà che ci circondano. A partire dal 1997 svolge una serie di viaggi partecipando a stage e simposi di scultura, Den Haag; Lisbona, Nyireghyhaza e Sosto (Ungheria) che gli permettono di approfondire sia la scultura sia la gioielleria artistica contemporanea. Un contatto continuo con la Fonderia Artistica Versiliese a Pietrasanta, accresce la competenza nel campo dei metalli. Partecipa a numerose mostre collettive e personali sia di scultura, sia di oreficeria.

 

sito dell'artista