Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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Marta Gierut. Il volto e la maschera

Sculture Dipinti Disegni Poesie


mostra a cura di Giovanni Faccenda

inaugurazione: domenica 10 febbraio 2013 - h. 10.30 - Sala dell'Annunziata del Centro Culturale "L. Russo"  

esposizione: dal 10 febbraio al 3 marzo 2013

luogo: Palazzo Panichi, Via del Marzocco - Pietrasanta

orario: da martedi a domenica 16.00-19.00 - sabato e domenica anche 10.00-13.00

ingresso libero

per maggiori informazioni vedi il sito: www.gierut.it


Marta Gierut è presente nella collezione del Museo dei Bozzetti


Comunicato stampa

(Versione in pdf)

 

“Parole assemblate sulla carta come fossero di creta, messaggi racchiusi in fogli bianchi destinati ad attraversare i mari perigliosi della nostra esistenza, conforti inattesi, dono, non certo ultimo, di chi ebbe a vivere più vite, paradossalmente, di un vecchio ottuagenario”. Così il critico Giovanni Faccenda tratteggia la personalità creativa di Marta Gierut, giovane poetessa e artista scomparsa nel 2005, cui l’Assessorato alla Cultura del Comune di Pietrasanta dedica un’ampia retrospettiva nelle sale di Palazzo Panichi, dal 10 febbraio al 3 marzo 2013. Un’iniziativa che vede la collaborazione organizzativa del Comitato Archivio artistico-documentario Gierut.

 

La mostra ne svela per la prima volta in modo esaustivo _saranno esposte oltre sessanta opere_ il vario percorso creativo fatto sia di sculture (dedicate anche al ciclista Marco Pantani e al letterato Piero Bigongiari), di dipinti in cui emergono in modo imperioso autoritratti provenienti dalle serie “Camminando in un’Anima” e “Farfalle”, oltre che di un’esaustiva vetrina di grafiche.

Saranno presentate alcune delle duecento liriche tra le circa seicento trovate dopo la morte e presentate nel volume “Il volto e la maschera, poesie e opere”, edito da Giorgio Mondadori, che accompagna la mostra, con testi di Manlio Cancogni, Giovanni Faccenda, Rosangela Mura e Roberto Valcamonici. 

Scrive di lei Rosangela Mura: “E’ il mondo dell’arte visiva, la sua arte, che sottintende a tutti i versi e li intesse di colori e della bianca solidità del marmo. Marta modella e impasta le parole come se avesse sempre tra le mani scalpelli, pennelli, creta. La poesia si fa statua e quadro, il dipinto si materializza in cadenze ritmiche”.

 

Ufficio Stampa | Assessorato alla Cultura

T 0584/795226 F 0584 795221

 e-mail: cultura@comune.pietrasanta.lu.it

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Presentazione

Nel ricordo di una farfalla

 

            Come una farfalla, Marta Gierut si è schiusa, e da larva, si è trasformata in una bellissima creatura, bella fuori, ma soprattutto bella dentro, nell’animo e nel cuore, troppo, pieno di emozioni e di sensazioni, tanto da doverle esternare, condividere, con chi le era accanto nel suo percorso di vita. Ma anche pensieri da tenere per sé, da racchiudere su di uno foglio in attesa che li ospitasse ansioso.

 

            In questa prima retrospettiva presentata presso il Palazzo Panichi di Pietrasanta, emerge dai suoi disegni, dipinti, sculture e, specialmente poesie, una figura di un’artista già matura, attenta all’introspezione e alle difficoltà di comprendersi, nell’intrinseca difficoltà delle relazioni umane. Gli occhi sono lo specchio della sua anima, e con quelli, e attraverso quelli, comunica: vede e rappresenta, cerca e si relaziona, legge e scrive, crea e disegna, dipinge e modella. Ma innanzitutto, con gli occhi, scolpisce le parole, che scandisce con ponderatezza, anche isolandole tra di loro, graficamente, come fossero di pietra, dando ad ognuna il proprio peso, un’importanza diversa e meditata per ognuna di loro. Parole, come compagne, che segnano il passo, cadenzano la vita.

 

            Marta, come un fiore notturno, è sbocciata al chiaro di luna, lasciando i momenti più belli, di emozionante bellezza. Si è spenta all’alba, lasciando un caro e vivo ricordo attraverso le sue opere intense e le sue toccanti poesie. Pietrasanta la ricorda con calore, grazie al lavoro costante ed encomiabile della mamma Liliana Marsili e del papà Lodovico Gierut, che con il loro amore sempre presente, ne curano l’opera e la memoria.

 

                                                                                                                                 Il Sindaco

Pietrasanta, febbraio 2013                                                                         Dr. Domenico Lombardi

Critica

“La nostalgia del paradiso perduto”

 

Il tema della Bellezza è uno dei concetti più dibattuti nel campo dell’arte e, a mio avviso, anche quello che presenta una forte carica di fascino in ragione della sua inafferrabilità che ha, evidentemente, a che fare con la soggettività e la sensibilità di ognuno di noi. Oscar Wilde scrive che la Bellezza è il simbolo dei simboli perché ha tanti significati quanti umori ha l’uomo e Kant, dal canto suo, sostiene che - poiché l’animo umano avverte una certa nobile elevazione al di sopra della semplice predisposizione al piacere sensibile, una situazione capace di far condividere il dolore e di attraversare la sofferenza e persino l’amore - la Bellezza rappresenterebbe uno stato di non separabilità tra realtà e sogno, tale da esprimere la nostalgia del paradiso perduto.

Io ritengo che interrogarsi sui significati di Bellezza non sia altro che un modo per confrontarsi con la propria identità, un volersi sentire volontariamente impegnati in un percorso individuale di verità e dal quale ci attendiamo risposte utili al nostro vivere. E questa è la chiave di lettura che mi pare particolarmente adatta con riferimento all’operato artistico di Marta Gierut che, come ogni vero artista, non ha abdicato a inseguire, lungo tutta la sua vita, la propria libertà di spirito e di pensiero interpretando così il suo significato di Bellezza.

Marta ha fatto propria l’affermazione di Goethe secondo il quale ogni artista “ha il diritto di servirsi dell’intero materiale della vita per la propria opera”.

Marta Gierut è con tutta evidenza un’artista che ha espresso con le sue opere i sentimenti che sentiva ardere dentro di sé e l’intensità con cui li ha provati è tale da coinvolgere lo spettatore nelle sue stesse emozioni.

La sua pittura - come prova il bel volume Marta Gierut – Il volto e la maschera, poesie e opere, pubblicato di recente da Giorgio Mondadori - non può essere fruita, dunque, in modo disgiunto dalla sua poesia, perché i due linguaggi sono l’espressione della stessa cosa. Sono, in particolare, l’espressione di una profonda sensibilità che è il frutto del solitario processo di immedesimazione fisiologica dell’artista nel tentativo di recuperare la parte del proprio vissuto legato al desiderio di ascoltare la solitudine propria e degli altri, nell’attesa di incontri dello spirito, dove siano il sogno e la poesia a guidare i nostri percorsi.

Il messaggio più autentico che promana dall’intera opera di Marta è quello di credere che se la felicità può essere raggiunta, essa dipende dalla capacità che ognuno di noi manifesta di salvare l'infinita complessità del proprio mondo interiore. Tutta la sua opera è fondata sulla consapevolezza che la solitudine è un silenzio che va ascoltato, perché è una forza misteriosamente generatrice capace di offrire la possibilità di trovare il vero significato del nostro vivere. Separarsi temporaneamente dal mondo esterno per rientrare nella propria interiorità e nella piena libertà della propria immaginazione ha il potere di consentire alle cose di essere individuate e quindi, anche, di poter esistere come opere d’arte, di estrema delicatezza e sensibilità.

 

Roberto Valcamonici          

Roma, 17 dicembre ’12

Biografia

Marta Gierut è nata a Pietrasanta (Lucca) nel 1977 ed è deceduta per propria volontà a Massarosa nel 2005. Allieva del pittore e scultore Franco Miozzo, ha frequentato dapprima l’Istituto Statale d’Arte “Stagio Stagi” di Pietrasanta, quindi l’Accademia di Belle Arti di Carrara. Ha studiato a fondo l’attività di alcuni dei massimi artisti e letterati, da Majakovskij a Van Gogh a Hesse, per citarne alcuni a caso. Sue opere sono state acquisite da istituzioni pubbliche quali il prestigioso Museo dei Bozzetti di Pietrasanta e quello della Resistenza a S. Anna di Stazzema, e dai Comuni di Forte dei Marmi, Cascina, San Roberto. E’ anche in diverse importanti collezioni private.

Suo è il monumento intitolato “Il volto e la maschera” posizionato in Marina di Pietrasanta, lato via E. Pea, inserito nel “Parco della Scultura” che ha tra l’altro lavori di Fernando Botero, Pietro Cascella, Novello Finotti, Jean Michel Folon, Franco Miozzo, Igor Mitoraj, Francesco Messina, Kan Yasuda e altri (vedasi www.museodeibozzetti.com). Tra le  pubblicazioni di Marta Gierut i volumi editi dal Comitato che la ricorda, “Camminando in un’Anima” e “In Franco Miozzo”, nonché l’E-book “La valigia. Trentacinque poesie” visionabile su you tube. E’ dell’autunno 2012 il suo libro “Il volto e la maschera, poesie e opere” (Editoriale Giorgio Mondadori, Milano).