Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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Mostra personale

Rino Giannini


inaugurazione: sabato 22 dicembre 2012 - h. 17.30

esposizione: dal 22 dicembre 2012 al 6 gennaio 2013

luogo: Sala delle Grasce - Chiostro di S. Agostino, Pietrasanta

orario: festivi 10-13/16-20; feriali 16-20

ingresso libero


Rino Gianni è presente nella collezione del Museo dei Bozzetti


Comunicato stampa

(versione in pdf)

 

“La programmazione artistica di Pietrasanta – spiega il sindaco Domenico Lombardi - da sempre aperta alla scena internazionale, non dimentica le voci più interessanti provenienti dal territorio. Così assoluto protagonista del Natale 2012 sarà Rino Giannini, classe 1939, nome e volto davvero noti in città”.

Giannini ripercorrerà un lungo tratto del suo percorso creativo dal 22 dicembre (inaugurazione ore 17.30) al 6 gennaio, nella Sala delle Grasce del Chiostro di Sant’Agostino. Attraverso venti opere, l’artista rivelerà il suo linguaggio ricco, che spazia dall’astratto al metafisico, al figurativo. Sarà possibile ammirare bassorilievi e sculture, trattati con colori acrilici o realizzati in marmi policromi, che interpretano i temi della tradizione, cari alle solide radici storico-artistiche della Versilia, il sacro. Non mancano le curiosità come la serie di bassorilievi in omaggio ai grandi maestri del passato. Nelle sue opere, presenti in numerose collezioni pubbliche e private, tra le quali spicca il MOMA di New York, Giannini si racconta, parla del suo mondo, della sua intensa e totalizzante esperienza di artista. La mostra nei giorni festivi sarà visitabile nell’orario 10-13 e 16-20; nei feriali nell’orario 16-20. Ingresso libero.

 

Ufficio Stampa | Assessorato alla Cultura

T 0584/795226 F 0584 795221

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Presentazione

Nel viaggio materiale e onirico di Rino Giannini nel mondo della scultura, l’artista esperisce e si cimenta con molti materiali diversi, ma soprattutto con il marmo, che a questo punto per lui non ha più segreti. Grazie appunto alla sua maestria nel lavorare il marmo, Rino Giannini è stato invitato a partecipare a numerosi simposi in tante località internazionali, tra cui, oltre all’Italia, vi sono la Francia, Israele, la Spagna, il Libano, la Grecia, la Siria, e persino l’Alabama. D’altro canto, le sue opere invece, grazie alle molte commissioni ricevute, hanno viaggiato molto di più, raggiungendo anche alcune collezioni negli Stati Uniti.

 

            Importanti sono i ritratti eseguiti, ma ancor di più quelle sculture realizzate di getto, seguendo l’istinto e la creatività, in cui all’amore per il materiale si coniuga quello per il pensiero, per l’idea che genera la passione dell’artista, oltre a quella dell’esecutore. Sul marmo bianco spesso compaiono delle tenui velature azzurre, che mettono in risalto i fondi, creando profondità. Nelle terrecotte invece i colori sono più frequenti: le carni sono calde e morbide, mentre gli elementi architettonici variano nelle pigmentazioni, consolidandosi nelle volumetrie.

 

            Crescendo, vivendo e lavorando in terra di Versilia, Rino Giannini ne ha incamerato le luci, la luminosità dei tramonti sul mare attraverso i folti uliveti, il riverbero del sole sui cristalli di marmo: tutto ciò si riflette nella sua scultura aperta e solare, come fosse un caldo abbraccio, per chi la guarda, per chi si confronta con essa. Nelle opere presenti in mostra si può vedere chiaramente un esempio di ciò che la mano educata nella più alta tradizione scultorea toscana traduce in questo mondo contemporaneo, nel solco di una consolidata abilità, tipica degli scultori di Pietrasanta.

 

                                                                                                                                 Il Sindaco

Pietrasanta, dicembre 2012                                                                            Dr. Domenico Lombardi

Critica

La collina pre-apuana, su cui vive Rino Giannini, è ammantata di ulivi ed essenze.

Vi si arriva per una strada a ripidi tornanti, che pochi riescono a percorrere.

Giannini ha l’abitazione e lo studio laboratorio, che gli consentono di eseguire lavori di qualunque dimensione, aperti come sono ad una vista che arriva fino al mare.

Questo luogo silenzioso e tranquillo diventa punto d’incontro fra artisti ed amici, essendo ciò consequenziale al suo carattere espansivo e cordiale, senza però rinunciare alla privacy.

Attorno a questo habitat sono sparsi i segni della sua operosità, sicchè si avverte immediatamente che siamo di fronte ad uno scultore che conosce a fondo il materiale per eccellenza di quest’arte, cioè il marmo.

Per molti anni, infatti, Giannini ha insegnato proprio “marmo” come Corso Speciale all’Accademia di Belle Arti di Carrara.

Di ciò ho una viva memoria, quando il Prof. Pier Carlo Santini andavamo ad incontrare gli studenti e i colleghi nel Laboratorio di scultura.

Questo annuale appuntamento avveniva in un’ottica particolare, perché era l’occasione per conoscere veramente i ragazzi, che frequentavano le nostre lezioni monografiche.

Il loro linguaggio e il modo  di esprimersi in una Scuola di Eccellenza come l’Accademia andava più ricercato nelle scelte tecnico-esecutive che nelle qualità espressivo-teoriche.

Tutti gli studenti italiani, europei e stranieri in senso più lato erano, in quanto iscritti al canale di scultura a Carrara, calamitati dal corso del Prof. Giannini che incarnava la materia per eccellenza, come ho già accennato, cioè il “marmo bianco”.

Il nostro scultore ha col marmo una dimestichezza che oserei dire naturale, in lui l’artigiano e l’artista si fondono come solo in questa terra apuo-versiliese si tramanda da sempre.

L’artista e lo scultore convivono e si fondono.

Ciò non vuol dire solo saper manovrare strumenti, ma vedere con occhi attenti ed esperti che vanno oltre la superficie. In questo quasi sesto senso, anche per marmi di modeste dimensioni, spesso scaglie, piccoli blocchi irregolari di cui erano dotati gli studenti troviamo la differenza fra l’artista e la macchina di cui un artigiano è dotato.

Un giorno, come ho avuto già modo di raccontare a Rino, ricordo come Santini lo avesse incoraggiato a continuare quel percorso. Lo spronava perché quando Giannini aveva l’abitudine di lavorare fianco a fianco con gli studenti offriva il migliore esempio didattico possibile.

I suoi movimenti sicuri, precisi, senza errori erano l’insegnamento a cui i ragazzi miravano.

Sotto la sua guida competente trasformavano la materia inerte in forme pulsanti e piene di levità.

Nel lungo lasso di tempo a cui si riferiscono gli episodi delle visite al laboratorio dell’Accademia ebbi la prima occasione di conoscere i suoi lavori.

Ma anche la sua opera, esposta nel chiostro della Fondazione Luigi Russo di Pietrasanta, evidenzia una regola, una disciplina che corregge l’emozione e che mantiene sotto controllo gli svolazzi più fantasiosi.

Rino Giannini conserva intatte le energie, i valori e gli entusiasmi di sempre. Con lui ho spesso scambi ed incontri a Pietrasanta. E’ una gioia andare ad incontrare gli ex allievi, ora artisti affermati, o ad ammirarne i lavori in mostra. Ho la certezza che qualche passeggero rimpianto per quella esperienza passata, non turbi la sua vicenda di vita e i suoi progetti.

Daniela Grassellini

Pisa, 06 Novembre 2012

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