di Julia Landrichter
inaugurazione: sabato 24 novembre 2012 - h. 18.00
esposizione: dal 24 novembre al 16 dicembre 2012
luogo: Sala delle Grasce - Chiostro di S. Agostino, Pietrasanta
orario: da mercoledi a domenica 16.30-20.00; sabato e domenica anche 10.00-12.30;
lunedi e martedi chiuso
ingresso libero
Comunicato stampa
Un gesto pittorico che descrive uno mondo interiore carico di tensioni e di complesse relazioni. Julia Landrichter, giovane artista austriaca, presenta, dal 24 novembre (inaugurazione ore 18) al 16 dicembre, nella sala delle Grasce del Complesso di Sant’Agostino, dieci opere nelle quali espressione, segno e materia trovano una suggestiva armonia.
Landrichter elimina la barriera tra esistenza e coscienza, tra pensiero e azione. La pittura si fa effusione di materia; la superficie non è semplicemente uno sfondo ma un palcoscenico in cui segni, gocciolamenti, incontri e contaminazioni si assimilano su una struttura compositiva che sembra conciliare una gestualità spontanea e un’ordinata costruzione.
Le opere esposte sono tutte recenti: sono state realizzate dal 2009 al 2012 attraverso una tecnica mista su compensato marino con applicazioni di ferro ossidato. Come una musica, tradotta in materiali contemporanei, che esulano dal tradizionale, ma che invece evocano le prime composizioni astratte di artisti internazionali del Novecento.
ARTISTA: personale di Julia Landrichter
DATE: 24 novembre – 16 dicembre 2012
INAUGURAZIONE: sabato 24 novembre, ore 18
SEDE: Sala delle Grasce | Complesso di S. Agostino, Pietrasanta
ORARI:merc. – ven. ore 16.30 - 20|sab. e dom. 10 – 12.30 e 16.30 – 20;
INGRESSO LIBERO
Ufficio Stampa | Assessorato alla Cultura
T 0584/795226 F 0584 795221
e-mail: cultura@comune.pietrasanta.lu.it
Presentazione
Armonie sinfoniche
Come Leopold Stokowski che conduce un brano di Stockhausen o uno di Musorgskij – “Quadri di un’esposizione” per l’appunto – sembra così che Julia Landrichter “conduca” le sue realizzazioni, facendo emergere, come tema portante, significative pennellate nere bituminose che risaltano su sfondi bianchi trattati matericamente, in modo da conferire loro una vita, un passato ed un presente. Idealmente una musica innovativa tradotta in materiali contemporanei, che esulano dal tradizionale, ma che invece evocano le prime composizioni astratte di artisti internazionali del Novecento.
Un dinamismo spinto rende le sue opere quanto mai espressive: il bidimensionale diventa tridimensionale con inserti ferrosi o metallici, in una sorta di altorilievi contemporanei, dove però il gioco armonico degli inserti fluisce in una sicura alternanza di pieni e di vuoti, di piano ed emerso, di liscio e di ruvido. Poche ma definite, le cromie presenti connotano materiali, spessori, superfici e tecniche diverse, in un gioco spaziale originale, in cui la pittura tende alla scultura.
Ed i materiali, talvolta anche contaminandosi ed intersecandosi tra di loro, contribuiscono ad esaltarsi a vicenda, come il contrasto delle stesse opere dell’artista nel contesto della semplice pietra rustica della Sala delle Grasce. Auguriamo a Julia Landrichter di continuare ad esplorare e ad esprimere il mondo della sua creatività sempre in un modo così efficace, attivo e attento al dettaglio, nella felice concomitanza di materiali e tecniche diverse.
Il Sindaco
Pietrasanta, novembre 2012 Dr. Domenico Lombardi
Critica
Al primo incontro con le opere di Julia Landrichter appare evidente come la sua pittura abbia superato le incertezze e i dubbi di chi cerca una lingua per esprimersi ed, al contrario, ne abbia trovato una, la sua, la cui padronanza è così assoluta, da far pensare che le venga “naturale”, così come la capacità di tenuta dell’argomento visivo inventato in ciascun dipinto.
Eppure si tratta di una pittura densa di tensioni, di nevralgie, di scontri, governati però da un impianto spaziale ben costruito dove gesto, segno, materia, ognuno per le sue peculiarità, si armonizzano.
Nell’evento pittorico è la superficie a giocare un ruolo fondamentale. L’artista ne ha una cura speciale, dice che, nel farla, si sente più persa e libera.
Dipinge su compensato marino dopo aver steso un’imprimitura di gesso.
Modulazioni di grigi, amalgama di bianchi catalizzanti, vibrazioni di tonalità calde e fredde, textures differenziate al tatto e allo sguardo.
L’invenzione pittorica evoca effetti atmosferici, ariosi, soprattutto.
Su questa scena si animano situazioni emotive, il bisogno di memoria, la volontà di dare forma ad un personale mondo possibile, senza rappresentazione, ma come gesto, come urgenza di lasciare segni, come effusione di materia.
Per inventare e “illudere” una sua nuova realtà preleva dal mondo frammenti concreti, i più evocativi della sua storia personale, i più attrattivi per i sensi e li colloca in un altro luogo, quello della sua pittura dove le intrusioni e le contaminazioni di materie diverse –isole di metalli, bitumi, sabbie, tessuti, carte- per un particolare processo di assimilazione, diventano “connaturate” all’opera, fortemente espressive.
Sembra che l’artista, nell’azione pittorica, abbia abdicato alla memoria, in realtà ha registrato lucidamente tutta se stessa, eliminando la barriera tra esistenza e coscienza, tra pensiero ed azione.
Sulle superfici, non sfondo ma teatro, si segnano densità di colori e rarefazioni, gli incroci materici dei gesti, gli sgocciolamenti quasi casuali, si segnano frasi scritturali di un alfabeto inventato che funzionano da legame e che hanno, talvolta, un ampio andamento orizzontale.
In una delle opere più recenti A moment of madness, lungo una matassa filamentosa e densa che abbraccia un ampio spazio, compare una scritta decodificabile a siglare la tumultuosità di una tempesta pittorica: vortici di pennellate trascinate o diffuse, lampi di colore.
Si evidenzia una costante della struttura compositiva di Julia Landrichter: stabilire un rapporto fra gestualità incontrollata e costruzione ordinata.
Caos e ordine.
La consapevolezza che “la sola realtà nella pittura sia la pittura stessa” non riesce a tener fuori la dimensione dell’immaginario, l’idealità dell’astrazione che si colora di un’intensa vocazione lirica.
Giovanna Riu
Biografia
Julia E. Landrichter nasce nel 1975 a Vienna (Austria), dove studia medicina per alcuni anni. Nel 1998 si trasferisce in Italia e ottiene nel 2004 il Diploma in Pittura e nel 2007 il Diploma di secondo livello in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze. Attualmente frequenta il Master di II livello di Inter HED - Internazionalizzazione della higher education - organizzato dall'Università Cattolica del Sacro Cuore, Facoltà di scienze linguistiche e letteratura straniera di Milano, in collaborazione con CIMEA (Centro Informazioni Mobilità e Equivalenza Accademiche) e fondazione RUI di Roma. Vive e lavora a Carrara.
La sua infanzia (vissuta tra la vita culturale di Vienna e, nei fine settimana,
tra un mondo arcaico e isolato in una piccola valle austriaca), i suoi anni di
studio a Firenze, gli scambi tra culture diverse e i frequenti viaggi nella
terra del tempo zero in Sud Africa condizionano le sue ricerche
artistiche e materiche. Contrasti di sfondi chiari con gesti forti di
bitume manifestano l’unione dell’evoluzione spirituale e delle forze primitive.
Dal 2005 partecipa a numerose mostre nazionali e internazionali in Turchia, Serbia e Norvegia. I suoi lavori fanno parte di
collezioni private in Austria, Norvegia e Italia. Nel 2008 è ospite alla
conferenza "Arte e Ferro" a Palazzo dell'Abbondanza
(Massa Marittima) e al dibattito "Arte Contemporanea - Vedere con
le mani, la scultura contemporanea e i cinque sensi" in Piazza
Vittorio Veneto (Saturnia), entrambe curate da Maurizio Vanni.