Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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Sbarco

Velasco Vitali


Mostra di scultura e pittura a cura di Fernando Mazzocca e Francesco Poli

inaugurazione: 19 giugno 2010 - h 19.00

esposizione: dal 19 giugno al 5 settembre 2010

luogo: Piazza Duomo e complesso di Sant'Agostino - Pietrasanta

orario: 18.30-20.00/21.00-24.00; lunedi chiuso

ingresso libero

 


Comunicato stampa

(versione in pdf)

 

VELASCO VITALI

SBARCO

a cura di Fernando Mazzocca e Francesco Poli

Pietrasanta (Lucca), piazza del Duomo e complesso di Sant'Agostino
19 giugno - 5 settembre 2010

 

Una barca lunga e sottile taglia la piazza. La sorreggono due uomini: un momento di arrivo o di partenza.
S'intitola Sbarco l'intervento artistico che Velasco Vitali, da giugno a settembre 2010, realizza a Pietrasanta. Un'iniziativa dell'Assessorato alla Cultura della città, capoluogo storico della Versilia.
La clandestinità come filo conduttore di un'installazione che occuperà la piazza del Duomo e gli spazi attigui dell'antico complesso di Sant'Agostino.

Velasco Vitali sceglie un soggetto complesso e di stretta attualità per un'intensa riflessione che investe le più ampie tematiche dell'isolamento, dell'immigrazione, della precarietà e della fuga. Lo fa attraverso la pittura, la scultura e il disegno che, in un unico progetto site specific, dialogano tra loro in una sorta di narrazione ciclica e parallela.

Al centro della piazza è collocata una barca di alluminio lucido e leggero (2 metri per circa 15 di lunghezza) sorretta da due uomini in bronzo: la vita che scorre intorno, i monumenti, il cielo, si riflettono sulla superficie specchiante della chiglia, una sorta di scudo contro le avversità, un rifugio, uno spazio di speranza.

Dalla piazza del Duomo alla chiesa di Sant'Agostino, dalla luce estiva della piazza alla penombra della navata, un branco di cani randagi. Una folla che vaga senza riferimento, in una condizione di solitudine e di progressivo restringimento di libertà, di spazio e di visione. Nel coro un cane è "prigioniero" su una torre di secchi grondanti di catrame e due grandi disegni, dipinti su carta, scendono dal soffitto ai due estremi della sala del Capitolo: negativo e positivo di figure stipate le une sulle altre. La folla, indistinta.

Nel giardino del Chiostro torna la scultura con una grande figura di cane in bronzo, rivestito in oro zecchino. Una grande figura, simbolo mitico e aspirazione al monumentale.

Nella sala dei Putti, infine, una replica/citazione degli elementi costitutivi principali del progetto: le matrici in catrame della scultura in piazza e due coppie di acquerelli con studi i cani.

Esterno e interno, dalla piazza alla chiesa. La scultura, la pittura e il disegno diventano tappe di una riflessione sulla clandestinità, in un sistema di materiali diversi (alluminio, ferro, cemento, catrame, bronzo e carta) e rimandi iconografici. La chiglia sugli uomini, i cani nella chiesa, la folla sulla carta.

 

Cenni biografici

Velasco Vitali è nato nel 1960 a Bellano, sul lago di Como. La sua attività, partita dal disegno e dalla grafica, si rivolge presto anche a pittura e scultura. L'inizio è segnato dall'incontro con Giovanni Testori e dalla partecipazione alla mostra Artisti e Scrittori presso la Rotonda della Besana di Milano. Dopo alcune personali, la pittura di Vitali si concentra sulla tragedia che distrugge parte della Valtellina alla fine degli anni Ottanta, facendo confluire il lavoro in Paesaggio Cancellato, mostra curata da Roberto Tassi (1990). Continuo, nella sua ricerca artistica, l'interesse per il ritratto, che trova affermazioni in mostre e pubblicazioni. Si registra, una volta legatosi al gruppo dell'Officina Milanese alla fine degli anni Novanta, un'inversione contenutistica: è la scoperta del Sud, attraverso la Sicilia. In questa nuova luce nascono: Isolitudine con Ferdinando Scianna nel 2000 e nel 2003 MIXtura con Franco Battiato. Nel 2004 Electa pubblica Velasco 20, una monografia sui primi vent'anni di lavoro con un contributo critico-filosofico di Giulio Giorello. Extramoenia (2004-2005) è il progetto che costruisce intorno a immagini di città dipinte e sculture di cani in ferro e cemento, esposizione voluta dalla Regione Sicilia e allestita a Palermo, presso Palazzo Belmonte Riso e a Palazzo della Ragione di Milano (catalogo Charta). Del 2006 è Tana, un progetto site-specific ideato per il Teatro dell'Arte di Milano. Nel 2007 una grande installazione è esposta nella collettiva Ultime Ultime Cene di Milano (Refettorio delle Stelline) e, a Sondrio viene realizzato il progetto Immagini, forme e natura delle Alpi a cura di Danilo Eccher, con il quale condividerà anche il progetto LATO 4 nel 2008, mostra allestita a Milano presso ProjectB Contemporary Art. Nello stesso anno partecipa a Junkbuilding, presso La Triennale Bovisa e viene pubblicato, con testi di Michele Mari, Milano Fantasma: oltre cento disegni che raccontano la città (edt editore). Partecipa nel 2009 a I paesaggi e la natura dell'arte, mostra collettiva dedicata al rapporto tra arte e natura presso il museo ARCOS di Benevento. Dal 2007 collabora, con i suoi disegni, con il "Corriere della Sera".

 

VELASCO VITALI

SBARCO

a cura di Fernando Mazzocca e Francesco Poli

19 giugno - 5 settembre 2010

Pietrasanta (Lucca), Piazza del Duomo e complesso di Sant'Agostino

18.30-20.00 e 21.00-24.00 - chiuso il lunedì

inaugurazione: sabato 19 giugno 2010

catalogo Skira con testi di Fernando Mazzocca e Francesco Poli, fotografie di Oliviero Toscani.

 

informazioni e materiale fotografico (le immagini inserite si riferiscono a bozzetti e rendering)

 

Comune di Pietrasanta - Assessorato alla Cultura
ufficio stampa
Alessia Lupoli
cultura@comune.pietrasanta.lu.it
www.comune.pietrasanta.lu.it
t. +39 0584 795381 . f. +39 0584 795588

 

adicorbetta
press@adicorbetta.org
skype: adicorbetta press
t. +39 02 89053149

 

 

Presentazione

Sbarco è un percorso formato da quattro tappe. Dalla Piazza del Duomo alla Chiesa di Sant'Agostino, dalla luce estiva della piazza riflessa sulla chiglia della barca al branco nella penombra della chiesa. Dalla folla al branco, eserciti a difesa di se stessi, alla ricerca di spazi protetti come quella grande chiglia rovesciata al centro della piazza. La scultura e la pittura invadono i luoghi di una riflessione sulla clandestinità obbligata, in un sistema di specchi e rimandi intrinsecamente annodati ma anche decontestualizzabili, come gli individui nella folla.

Sbarco. Piazza.
Due uomini "immobili e vaganti nella sempre affollata piazza rettangolare"(1) segnano l'inizio, la fine e la durata di un viaggio immobile e ciclico.
Le due figure senza identità, protette e coperte dalla chiglia specchiante della barca, diventano metafora di spaesamento ma allo stesso tempo, grazie alla collocazione precaria e obliqua, fanno "da contrappunto spiazzante con la regolarità ortogonale della piazza liberando l'opera da ogni possibile connotazione monumentale (e retorica)"(2). Al visitatore il compito di pensare alla meta del viaggio, all'identità dei viaggiatori, alla funzione della barca: uno scudo contro le avversità, un guscio, un rifugio che collega e separa i due uomini.

Branco. Chiesa.
Un branco di rassegnata aggressività, sbandato e rassegnato, in riposo all'interno della Chiesa di Sant'Agostino: sulle loro superfici in bronzo, lamiera, piombo, catrame, cemento "non può che riflettersi il destino degli umani"(3). Da un altrove indeterminato (i nomi dei cani sono nomi di città scomparse o fantasma) a una clandestinità che diventa sempre più una dimensione esistenziale interiore, forzata e sospesa come il cane che domina l'abside dall'alto della sua torre di secchi.

Attesa. Sala del Capitolo.
"In due monumentali dipinti uno di fronte all'altro, si espande un'epica raffigurazione indistinta dell'umanità come somma incalcolabile di innumerevoli individui"(4). Nella narrazione parallela e ciclica tra gli spazi "invasi" dall'artista, gli uomini sono compressi e protetti sui monumentali teleri. Gruppi e singoli si vanno a specchiare teatralmente gli uni negli altri, occupando la superficie delle tele e comprimendo lo spazio della sala diventato una quinta scenica in cui lo spettatore, ormai un individuo anonimo in mezzo a folle, si muove in Attesa. Di fronte, nella Sala dei Putti, i due uomini che in Piazza sorreggono la chiglia (le matrici in catrame dei due bronzi) si riparano al coperto ma senza più la barca e, come i cani sugli acquerelli che li introducono, rimangono in un'attesa sospesa nello spazio e nel tempo.

Kitezh. Giardino Esterno.
Unica scultura esplicitamente monumentale, posta su un vero piedistallo, Kitezh, sublima il percorso della mostra tra figurazione e astrazione e "nella sua orgogliosa e ieratica solitudine pare meditare melanconicamente (se un cane è in grado di farlo) sulla perdita irrimediabile del suo potere di guida"(5) . Un capobranco immortalato senza più seguaci. Kitezh: città scomparsa ma leggendaria che si cerca senza mai trovare nei riflessi di uno specchio d'acqua.

 


(1) F. Poli, Sbarco di Velasco Vitali: note di lettura in Sbarco, p.23

(2) Ibidem.

(3) F. Mazzocca, Una via di fuga tra pittura e scultura, p.21

(4) F. Poli, Op. cit.

(5) Ibid.
 

 

Clandestinità e realtà

Clandestini, come cani senza meta, arrivano a Pietrasanta. Occupano la Chiesa di Sant'Agostino, un posto sicuro, un rifugio, un luogo sacro e consacrato. E lì rimangono, in attesa, ma sotto gli occhi di tutti. Mentre due uomini attraversano la Piazza del Duomo con una barca sulle spalle: uomini alla ricerca di una meta, di un orizzonte, di un rifugio dopo un naufragio o in partenza verso un luogo dove tutto potrebbe avere un nuovo inizio, con una meravigliosa, lunga barca scintillante da portare con sé. Sono in un transito perenne, consapevoli del loro moto immobile, nato da un'idea in fieri.

Ma cosa cercano? Accoglienza, sicurezza, riparo, comprensione, amore, reciprocità... E se i ‘clandestini' di Velasco fossero riferiti all'arte, o meglio a tutti quegli artisti che arrivano di passaggio, magari a Pietrasanta, e poi finiscono per adattarvisi? Anche loro sono ‘emigranti'. E la loro arte è di parte o è universale? È un linguaggio che tutti possono capire, come i gesti naturali delle mani quando si parla una lingua sconosciuta?

Agli occhi di qualcuno i clandestini diventano folle come sciami indistinti, come branchi di animali migranti, che l'artista trasforma in una pittura densa, intrisa di umanità invisibile e non più individuabile, come le case e i palazzi, ormai indistinguibili gli uni dagli altri, ma anzi ridotti ad una pura astrazione. Sono punti e tratti, non più singoli, ma vaste entità. E se nel mezzo ci fossimo anche noi in questa realtà transeunte? In fondo l'uomo non è solo di passaggio? E chi può decidere? Forse un cane d'oro, quasi un levriero egiziano, che può ricordare Anubi, prima dio della morte e poi guardiano dei morti, che pesava le anime dei defunti con la piuma di Maat. Solo e isolato si lascia venerare e ammirare nel Chiostro di Sant'Agostino, puro e al di sopra degli altrui destini.

Un particolare e sentito ringraziamento per Sbarco a Pietrasanta va alla grande creatività (e duttilità) dell'artista Velasco Vitali, che tanto si è prodigato per realizzare questa mostra tra finzione e realtà e al prezioso sostegno di Paola Raffo, che lo ha seguito in questo suo sogno, nonché a tutti quelli che hanno partecipato alla realizzazione di questo evento.

Pietrasanta, giugno 2010

Dr. Domenico Lombardi

Sindaco e Assessore alla Cultura

Critica

Biografia

Cenni biografici
Velasco Vitali è nato nel 1960 a Bellano, sul lago di Como. La sua attività, partita dal disegno e dalla grafica, si rivolge presto anche a pittura e scultura. L'inizio è segnato dall'incontro con Giovanni Testori e dalla partecipazione alla mostra Artisti e Scrittori presso la Rotonda della Besana di Milano. Dopo alcune personali, la pittura di Vitali si concentra sulla tragedia che distrugge parte della Valtellina alla fine degli anni Ottanta, facendo confluire il lavoro in Paesaggio Cancellato, mostra curata da Roberto Tassi (1990). Continuo, nella sua ricerca artistica, l'interesse per il ritratto, che trova affermazioni in mostre e pubblicazioni. Si registra, una volta legatosi al gruppo dell'Officina Milanese alla fine degli anni Novanta, un'inversione contenutistica: è la scoperta del Sud, attraverso la Sicilia. In questa nuova luce nascono: Isolitudine con Ferdinando Scianna nel 2000 e nel 2003 MIXtura con Franco Battiato. Nel 2004 Electa pubblica Velasco 20, una monografia sui primi vent'anni di lavoro con un contributo critico-filosofico di Giulio Giorello. Extramoenia (2004-2005) è il progetto che costruisce intorno a immagini di città dipinte e sculture di cani in ferro e cemento, esposizione voluta dalla Regione Sicilia e allestita a Palermo, presso Palazzo Belmonte Riso e a Palazzo della Ragione di Milano (catalogo Charta). Del 2006 è Tana, un progetto site-specific ideato per il Teatro dell'Arte di Milano. Nel 2007 una grande installazione è esposta nella collettiva Ultime Ultime Cene di Milano (Refettorio delle Stelline) e, a Sondrio viene realizzato il progetto Immagini, forme e natura delle Alpi a cura di Danilo Eccher, con il quale condividerà anche il progetto LATO 4 nel 2008, mostra allestita a Milano presso ProjectB Contemporary Art. Nello stesso anno partecipa a Junkbuilding, presso La Triennale Bovisa e viene pubblicato, con testi di Michele Mari, Milano Fantasma: oltre cento disegni che raccontano la città (edt editore). Partecipa nel 2009 a I paesaggi e la natura dell'arte, mostra collettiva dedicata al rapporto tra arte e natura presso il museo ARCOS di Benevento. Dal 2007 collabora, con i suoi disegni, con il "Corriere della Sera".