Eppe De Haan
Opere di scultura
inaugurazione: 11 settembre 2010 - h 17.30
esposizione: dal 11 settembre al 10 ottobre 2010
luogo: Sala delle Grasce - Chiostro di S. Agostino - Pietrasanta
orario: 16.00-20.00; lunedi chiuso
ingresso libero
Comunicato stampa
Una vibrante emozione domina ogni opera di Eppe De Haan, artista olandese, da oltre vent'anni a Pietrasanta. Profondità nascoste sembrano emergere dalla materia, per scoprire cosa ci sia oltre, per riflettere sulla complessità e sul mistero della vita. Dall'11 settembre al 10 ottobre 2010, Eppe De Hann presenta, nella suggestiva cornice della Sala Grasce del complesso di Sant'Agostino, il percorso espositivo "La forza dei sogni". Un'iniziativa promossa dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Pietrasanta con il patrocinio dell'Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi a Roma, in collaborazione con Real Arte e Studio Sem.
Eppe De Haan ha iniziato la sua carriera artistica come pittore dopo aver studiato alla Royal Academy di L'Aia. Sembrava cercare sulla tela ciò che non poteva essere visto. Una ricerca tradottasi poi nella tridimensionalità della scultura, in opere che hanno in sé un senso di passato e di presente. La bellezza del marmo, la sua intrinseca sensualità, il dominio della tensione tra controllo e libertà sono elementi centrali della sua espressione artistica. Tutto ciò è particolarmente evidente nelle sculture di angeli, mentre le sue creazioni più recenti sembrano caratterizzarsi per una maggiore libertà lasciata al fluire dell'emozione mantenendo un fascino arcano.
In mostra sculture di medie e piccole dimensioni, marmi e bronzi, per la maggior parte di recente realizzazione, ma anche opere storiche che ne ripercorrono il cammino artistico.
Cenni biografici
Eppe De Haan nasce nel 1949 a Arnehem in Olanda. Studia negli anni ‘69/'74 alla Royal Academy of the Hague; nel 1978 riceve il premio Renswoud per giovani pittori. La carriera artistica di Eppe De Hann si lega sin dall'inizio, alla pittura cui si dedicherà con grande fervore dal '74 al 1992, presentando numerose mostre personali e partecipando a collettive. E' intorno agli anni '90 che scopre a Pietrasanta (LU) la scultura. Sue opere si trovano in collezioni private e pubbliche di varie paesi europei.
Mostra: La forza dei sogni
Artista: Eppe De Haan
Date esposizione: 11 settembre - 10 ottobre 2010
Luogo: Pietrasanta, Sala delle Grasce - Complesso di Sant'Agostino
Orario: tutti i giorni, escluso il lunedì chiuso, ore 16-20
Inaugurazione: sabato 11 settembre, ore 17.30
Ingresso libero
Alessia Lupoli Ufficio Stampa
Assessorato alla Cultura
tel. 0584/795381; fax 0584/795588
e-mail: cultura@comune.pietrasanta.lu.it
www.comune.pietrasanta.lu.it
Presentazione
Eppe de Haan, affermato artista olandese, ormai da molti anni realizza i suoi ‘sogni' a Pietrasanta. I suoi sono ‘sogni' particolari, che prendono forma in marmo o in bronzo. Con essi de Haan invita a sognare tutti noi, che, magari grazie ad un particolare o a un frammento, intravediamo nelle sue sculture quel qualcosa che non è immediatamente evidente, ma sottilmente intuibile attraverso la percezione dei sensi.
I ‘sogni' di Eppe de Haan hanno i tratti forti di una mascolina determinatezza, corrispondendo forse ad un mitico ideale atemporale, sempre valido, sia nel sogno che nella poesia. D'altronde atletici corpi maschili e dolci forme femminili sono da molti anni l'emblema di questo artista, che ha ormai adottato Pietrasanta come seconda casa, in cui venire a realizzare instancabilmente le proprie opere e ad arricchire l'eterogenea comunità artistica della città.
Ora finalmente si avvera la presentazione dei suoi lavori più recenti in Sala delle Grasce, forse la realizzazione di un altro sogno dell'artista, molto stimato da colleghi e artigiani, e a cui questa Amministrazione Comunale augura sentitamente di continuare a tradurre in realtà ‘sogni' così prestigiosi e significativi.
Pietrasanta, settembre 2010
Il Sindaco
Dr. Domenico Lombardi
Critica
Ho fatto un sogno, intenso, che poi, come talvolta succede, ha continuato a persistere nella mia mente per tutta la giornata. Si trattava di un piccolo gruppo di persone, di cui non si distinguevano i corpi, ma soltanto i visi. I tratti erano forti, ma lo sguardo era celato, lo si poteva solo immaginare. Erano in cinque, ma non si guardavano l'un l'altro, anzi ognuno puntava verso una direzione diversa. Non si parlavano, erano silenti: erano di marmo. Ma la loro forza espressiva era enorme, quasi quanto quella di essere separati, ma al tempo stesso uniti, coesi in un gruppo che ne garantisse la solidità ed il senso comune di non essere soli. I visi, delicatamente levigati, accentuavano la purezza del marmo, che d'altronde faceva breccia dai cilindri perfetti per far emergere questi volti ancora sconosciuti, ma già familiari.
C'è chi traduce i sogni in realtà: c'è chi prende appunti su di un taccuino apposito custodito sotto il cuscino, chi compone una poesia e chi li trasforma in marmo.
Il sogno si è realizzato. Si è installato in modo così penetrante nella mente dell'artista, che ne ha guidato la mano sicura sul marmo ed è diventato reale.
La potenza dei sogni può anche guidare la nostra volontà. Se noi desideriamo molto intensamente qualcosa, finiamo per sognarla; e se poi la sogniamo ripetutamente ed altrettanto fortemente vogliamo che si realizzi, alla fine, forse, si potrà avverare.
E così è stato per Eppe de Haan, che fino ad oggi nella sua scultura, pur prediligendo figure ideali o mitologiche, si è concentrato sulla forza dei loro corpi, esaltando la sensualità e morbidezza della femminilità e la plastica atleticità della mascolinità. Ora non sono più i corpi ad esaltare i sensi, ad invitare alla carezza anche per l'esclusiva levigatezza del marmo. Sono i visi imprigionati nella materia a parlare al nostro animo, a sollecitare una più profonda introspezione psicologica, a provocare nuove emozioni.
Forse, questi di Eppe, sono sogni inquietanti, di quelli che ti fanno riflettere, di quelli che poi sfumano, ma che in realtà hanno già lasciato un segno profondo. A cosa vogliono alludere queste espressioni? Forse sono i nostri avi, che vengono dal passato per mostrarci il futuro nel presente. Ma il presente per una scultura è ora come è sempre, è un presente eterno.
Ecco allora che i sogni di Eppe diventano un monumento, un monito a noi contemporanei ad essere consapevoli del nostro presente per una visione cosciente del nostro fragile ed irripetibile futuro. Sono emozioni ormai consolidate tramutate in pietra, un barlume estemporaneo di ciò che racchiudiamo timorosamente dentro di noi, per la paura di lasciare trapelare più del necessario. Siamo colonne immortali di emozioni, erosive all'interno, perfettamente cilindriche all'esterno.
Valentina Fogher