Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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Alchimie

Federica Finotti


Opere di pittura

inaugurazione: 18 aprile 2009 -  h 18.30

esposizione: dal 18 aprile al 3 maggio

luogo: Sala delle Grasce - Chiostro di S. Agostino - Pietrasanta

orario: da martedi a venerdi 17.00-21.00; sabato e domenica 10-13/17-21; lunedi chiuso

ingresso libero


Comunicato stampa

(versione in pdf)

 

Dialoghi di silenzio, racconti dell'io più profondo, percorsi emozionali che si traducono in suggestioni pittoriche: Federica Finotti presenta a Pietrasanta, nel chiostro di Sant'Agostino, "Alchimie", quindici tele inedite realizzate tra il 2008 ed il 2009. Un'iniziativa dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Pietrasanta.

 

Una pittura essenziale, intensa. Espressioni sussurrate, luoghi oscuri ed inviolati, ombre silenti animano le tele di Federica Finotti. Un intimo ascolto che si fa spazio solitario, fitta nebbia di pensieri, dialogo profondo con il proprio essere ed il proprio sentire.

 

"Per molti altri artisti - scrive Nadia Melotti - l'ombra diventa metafora del mistero, dell'inesplorata realtà interiore, dove si annidano demoni sconosciuti ma in questo caso, l'ombra sembra identificarsi con l'anima, meglio con lo spirito, con quale divide la struttura leggera ed evanescente della forma e del colore".

 

Nell'introspezione nascono visioni, affiorano percezioni rarefatte. In qualche caso queste forme sfumate ed allungate rimandano ad una dimensione arcaica e mitologica.
Il colore assume un ruolo decisivo, di forte incisività: attraverso la cromia l'artista trasmette i suoi stati d'animo associando ad ogni colore un diverso livello emotivo e sensitivo. A scegliere è l'inconscio. L'oro rappresenta il punto massimo dell'alchimia, del processo di purificazione, l'arrivo ad una profonda ed antica saggezza.
Il gesto si fa sottile espressione: Federica Finotti non adopera pennelli, le sue tele sono dipinte con le mani e con pezzi di stoffa; una manualità istintiva, rivelatrice e decisa, densa di significati, ma impalpabile ed evanescente.

 

Breve biografia
Federica Finotti nasce a Verona nel 1971, dove vive e lavora. Artista autodidatta, eredita dal padre scultore la passione per l'arte espressa attraverso la pittura e la creazione di gioielli. Frequenta a Milano, presso il laboratorio orafo Uroburo, corsi di perfezionamento sulle tecniche orafe. Ha partecipato a numerose collettive; al 2008 risale la prima personale presso la Galleria Arianna Sartori di Mantova; nel 2008 ancora una mostra personale presso la Galleria Testoni di Verona.

 

Alessia Lupoli Ufficio Stampa
Assessorato alla Cultura
tel. 0584/795381; fax 0584/795588
e-mail: cultura@comune.pietrasanta.lu.it
www.comune.pietrasanta.lu.it

 

 

 

 

Presentazione

Attraverso un velo d'acqua

Nel loro sfolgorio d'oro, i dipinti di Federica Finotti ci avvolgono, ci ammantano di preziosità, rimandano i nostri pensieri a mille cose, ed a mille altre ancora, ognuno assorto nel proprio insondabile "io", fino ad arrivare a quegli ineguagliabili bizantinismi che sfavillanti hanno impreziosito chiese e palazzi restituendoci un sontuoso passato. E forse perché l'artista è veneta, sembra che in qualche modo quest'eredità possa essere inconsciamente entrata nel suo linguaggio. Come forse, del resto, anche quest' atmosfera rarefatta di liquidità che riporta alla mente la laguna veneziana. Le pennellate fluide, intrise di colore sfumato, rimandano a visioni acquatiche, come quando lo sfavillìo di un raggio di sole, riverberandosi radente su di uno specchio d'acqua, lo rende quasi metallico, eppure turbato leggermente da una brezza leggera che fa sì che quel che c'è sotto venga celato.
D'altronde questi turbinii di pigmenti accesi, possono anche ricordare delle folate di vento cariche di sabbia, in cui per un istante tutto viene cancellato e resta solo l'attimo fugace ed inconsistente dei nostri pensieri, troppo eterei per venire fissati nella memoria. Forse è proprio questo l'intento dell'artista, di fermare il balenìo delle nostre considerazioni in fuga. Ma per quanto si possa supporre, l'arte è stata creata per venire goduta soggettivamente, a costo di stravolgerne il significato, qualora vi fosse.
Ed è questo che invitiamo a fare in Sala della Grasce a Pietrasanta per questa preziosa mostra di Federica Finotti, che mettendo a disposizione il suo talento, ci illumina con le sue tele. RingraziandoLa per darci l'opportunità di apprezzare queste spettacolari visioni, Le auguriamo di continuare con soddisfazione questo percorso artistico così felicemente iniziato.

  Pietrasanta, aprile 2009
L'Assessorato alla Cultura

 

Critica

Il mondo è una magica palla di vetro.
Racchiusa nel palmo della mano, trema, sussulta, si ferma solo un istante e sobbalza di nuovo per agitarsi in eterno, con le pareti che vibrano come un uovo fecondo.
Accostata all'orecchio, formicola di risate trillanti, si scioglie in pianti improvvisi, borbotta bisbigli segreti d'amore o paura. Capovolta tra le dita, è invasa da un calmo mare in tempesta di vortici multicolori, cangianti turbini cromatici, mulinelli veloci che inghiottono e spruzzano sfumature infinite.
Sono i colori del mondo, quelli che brillano alla luce e si acquattano nell'ombra, che ricoprono il visibile e svelano il nascosto.
E sono i colori che vivono sulle mani di Federica Finotti. Perché dalle mani nasce la pittura di Federica, un'artista riflessivamente istintiva che, lasciati da parte i pennelli, attacca ogni volta alla tela sottili strati sensibili della propria epidermide.
Dietro quello che lei stessa definisce "il richiamo dei colori", con l'ausilio di stracci o completamente nude, le mani percorrono il dipinto ad andature diverse, tra schiaffi e carezze, tocchi leggeri o segni potenti, graffi profondi oppure morbide curve, al ritmo dettato dall'anima. E' la condizione emozionale dell'artista a dirigere i gesti, attraverso i fili invisibili di un'intima e quasi spietata riflessione interiore. Perché le dita scavano in profondità, molto e talvolta troppo in profondità, fino a far sanguinare i sentimenti e tremare i pensieri. Eppure queste stesse dita, che si muovono sulla tela lungo gli inafferrabili percorsi dello spirito, riescono a disseppellire forze insperate, energie nascoste portate a galla da un subconscio in vitale fermento. La gestualità appare così la cifra distintiva di questa pittura, dove il casuale diventa però del tutto motivato e motivante.
Con la sottile abilità di un mimo, Federica trasforma i movimenti in parole, le azioni in linguaggio, forse addirittura a dispetto della propria volontà più consapevole, quasi i dipinti si animassero di vita autonoma per svelare i misteri di un passato sconosciuto e di un futuro da ancora conoscere. A conferma di una pittura che parla in ogni direzione, al di là di qualsiasi ingabbiante limite spazio-temporale. Perché i dipinti di Federica Finotti sono poesie in versi liberi: niente vincoli di rima a frenare la spontanea espressione del più intimo pensiero.
Le tonalità dei vari dipinti, sempre mutevoli e vibranti sotto le diverse fonti di luce, comunicano con l'osservatore, respirano assieme a lui e gli raccontano ogni volta una storia. Sono storie che affiorano come scogli nascosti fra ondate di colore, ma anche storie sussurrate a fior di labbra da figure evanescenti che galleggiano a volte sulla tela. Si tratta di immagini appena accennate inconsistenti fino a sembrare illusioni, ma al tempo stesso reali come corpi mal celati dietro tende troppo leggere per un soffio di vento inatteso. Sono forme nascoste e in parte negate, cenni di vita apparentemente bloccata sotto la dura crosta di un lago gelato. Il ghiaccio non occulta del tutto questo mondo sommerso e permette di cogliere delle sagome impegnate a forzare la tela per emergere oltre l'opaca trasparenza della lastra superficiale. L'incontro esplicito, diretto e concreto è ritardato, ma se ne avverte senz'altro l'imminenza. I dipinti di Federica sono finestre brulicanti di figure immaginarie che spiano curiose: dietro i vetri ancora chiusi, le mani si appoggiano alla maniglia sul punto di spalancare le imposte.
E anche quando le tele si rigano dei profili spigolosi di sedie vuote, guardando meglio, le assenze diventano attese pronte a trasformarsi in presenze grazie al gioco incantato dei colori.
Quando è l'oro a ricoprire il ruolo dominante sulla tela, si innesta davvero una strana e inarrestabile alchimia, per cui il dorato si veste di un fascino quasi spaventoso nella sua potenza visiva, un carisma abbagliante capace addirittura di mettere in ansia. Impossibile non tendere le braccia verso la magnetica fonte luminosa, ma il dito trema alla paura di scottarsi.
Eppure l'oro è luce e la luce, che è vita, risalta nelle tele feconde di Federica Finotti, sopra tenebre che non sono mai totali, su neri tutt'altro che assoluti, in angoli bui venati di sfumature.
Allora i contorni di un sole tinto di tramonto sfuggono a voraci eclissi di grigio e le alchimie dei colori si trasformano in vera magia espressiva.
Perché il mondo, anche quello che palpita nelle opere di Federica, è appunto una magica palla di vetro.

Ilaria Cipriani

 

Biografia

Federica Finotti nasce a Verona nel 1971, dove vive e lavora.
Artista autodidatta, esprime la sua creatività attraverso la pittura e la creazione di gioielli.

 

2002 Terzo premio concorso di pittura, Bardolino (Vr)
2003 Mostra collettiva presso la Galleria d'Arte Cortina, Milano
2004 Mostra personale, Carrara
2007 Mostra collettiva presso la Galleria Ecke Galerie, Augsburg
2008 Mostra personale presso la Galleria arianna Sartori, Mantova
"Musica, cibo e pittura" esposizione di opere alla serata "da Filippo", Pietrasanta
Mostra personale presso la Galleria Testoni, Verona