Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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Segno disegno opere 1943-1996

Enzo Quadrelli


Opere di pittura

inaugurazione: 9 febbraio 2007 - h 11.00

esposizione: dal 9 febbraio al 11 marzo 2007

luogo: Sale del Chiostro di S. Agostino - Pietrasanta 

orario: 16.00-19.00; lunedi chiuso

ingresso libero


Comunicato stampa

 (versione in pdf)

 

Enzo Quadrelli è stato uno dei più significativi artisti di Pietrasanta. Il suo nome evoca immediatamente caldi paesaggi e delicati ritratti. Un grande talento naturale, coltivato sin da giovanissimo. Sue opere fanno parte oggi di prestigiose collezioni internazionali.
L'Assessorato alla Cultura, a nove anni dalla scomparsa dell'artista, presenta un'ampia retrospettiva nelle sale del Chiostro di Sant'Agostino, dal 9 febbraio all'11 marzo 2007.
Oltre 60 opere tra pitture e grafiche che segnano il percorso espressivo di Enzo Quadrelli dal 1843 al 1996.

 

L'opera di Enzo Quadrelli è certamente memore della lezione di disegno classico ricevuta da Leone Tommasi, di cui fu allievo all'Accademia, oggi Istituto d'Arte Stagio Stagi. Il disegno unito ad un ricco cromatismo, pur sempre ispirato ad un intenso equilibrio di modulazioni, costituì un elemento imprescindibile della sua forza espressiva. Ritrasse i piccoli gesti della quotidianità, scorci di paese e figure umane. E' facile riconoscervi gli oliveti di Capezzano Monte, la campagna di Pietrasanta, la spiaggia di Marina, gli affetti più cari.
"Ci sono tocchi di felicità e note di malinconia - scrive nel proprio saggio critico Lodovico Gierut - in fondo quale sia la tecnica utilizzata, il risultato non muta: il tutto è risolto con naturalezza nel gesto che pare fermare, almeno per un attimo, il tempo".

 

Alla pittura ed alla grafica alternò la non meno rilevante creazione di disegni per mosaici e vetrate artistiche, collaborando con i principali laboratori cittadini. Imponenti opere, destinate soprattutto agli Stati Uniti, che contribuirono a valorizzare le maestranze del settore.
La sua passione per l'arte ne fece uno dei promotori delle prime mostre organizzate in città. Rassegne allestite in spazi pubblici e privati che furono spesso occasione di proficui contatti con altri artisti, con critici e collezionisti, anticipando quel fecondo clima di dibattito su forme e linguaggi creativi che oggi, particolarmente, caratterizza Pietrasanta.

 

"Un doveroso omaggio ad Enzo Quadrelli - afferma l'assessore alla cultura Daniele Spina - ed alla sua affascinante personalità artistica. Una raccolta per lo più inedita di oltre sessanta opere per tornare ad ammirare quel suo stile così personale, quella sua pittura così serena e luminosa. Un particolare ringraziamento ad Angelo Quadrelli, il cui amorevole impegno ha reso possibile la realizzazione di Segno Disegno".

 

Mostra: Segno Disegno opere 1943-1996
Artista: Enzo Quadrelli
Date esposizione: 9 febbraio - 11 marzo 2007
Luogo: Chiostro di Sant'Agostino, Sale Putti e Capitolo - Pietrasanta
Orario: da martedì a domenica ore 16.00-19.00
Ingresso: libero
Inaugurazione: 9 febbraio 2007, ore 11.00

 


Ufficio Stampa Assessorato alla Cultura
Comune di Pietrasanta
tel. 0584/795500; fax 0584/795588
e-mail: cultura@comune.pietrasanta.lu.it
www.comune.pietrasanta.lu.it

Presentazione

Caldi paesaggi e delicati ritratti
Enzo Quadrelli è stato certamente uno dei più significativi artisti della nostra terra. Il suo linguaggio ideale fu la pittura. Con i suoi caldi paesaggi ed i suoi delicati ritratti si fece conoscere ben oltre i confini della Versilia tanto che molte delle sue opere fanno parte di prestigiose collezioni internazionali. Un grande talento naturale, coltivato, sin da giovanissimo, con passione, studio e sperimentazione.
Non dimenticò mai la lezione di disegno classico ricevuta da Leone Tommasi, di cui fu allievo all'Accademia, e neppure il cromatismo macchiaiolo da cui elaborò una vivace tavolozza, pur sempre ispirata ad un intenso equilibrio di modulazioni. Ritrasse i piccoli gesti della quotidianità, scorci di paese e figure umane, resi con incisiva forza espressiva e genuino sentimento. é facile riconoscervi gli oliveti di Capezzano Monte, la campagna di Pietrasanta, la spiaggia di Marina, gli affetti più cari.
Alla pittura ed alla grafica alternò le non meno rilevanti creazioni di disegni per mosaici e vetrate artistiche, collaborando con i principali laboratori cittadini. Imponenti opere, destinate soprattutto agli Stati Uniti, che contribuirono a valorizzare le maestranze del settore. La sua passione per l'arte ne fece uno dei promotori delle prime mostre organizzate in città. Rassegne allestite in spazi pubblicitari e privati che furono spesso occasione di proficui contatti con gli altri artisti, con i critici e collezionisti, anticipando quel fecondo clima di dibattito su forme e linguaggi creativi che oggi, particolarmente caratterizza Pietrasanta.
A nove anni dalla sua scomparsa questa mostra è il doveroso omaggio ad Enzo Quadrelli ed alla sua affascinante personalità artistica. Una raccolta per lo più inedita di oltre sessanta opere per tornare ad ammirare quel suo stile così personale, quella sua pittura così serena e luminosa.
Un particolare ringraziamento ad Angelo Quadrelli, il cui entusiasmo ed amorevole impegno ha reso possibile la realizzazione di "Segno Disegno".

L'Assessorato alla Cultura

Critica

Enzo Quadrelli, o della versatilità
"Incontro Angelo Quadrelli, architetto e pittore,amico da sempre -abbiamo studiato assieme sia alle elementari, sia alle medie Inferiori ad una collettiva nei pressi di Pisa..Ora abita da anni a Vicopisano, ma un tempo risiedeva a Pietrasanta.
Il nostro dialogo verte sopratutto sulle memorie, bervi e più ampi momenti giovanili trascorsi.
A casa sua, allora ci siamo trovati più e più volte, per un dialogo e per uno scambio di idee su quel fantastico e crudo mondo artistico che si stava aprendo davanti a quella nostra giovinezza. Il padre Enzo ci guardava, nei pressi, ma non interveniva. Dialogavamo su un mondo in cui le ombre si alternavano alle luci, ed erano davvero tante le nostre parole sui rinnovi, sui ritorni, sugli artisti che consideravamo "Veri", anche dilettanti, sui quali il tempo aveva calato spesso, talvolta ingiustamente, il suo negativo velo.
Ogni tanto il discorso verteva proprio sui "dimenticati" di valore, creativi che per i casi sfortunati più vari dovuti a motivi di salute, allo scoppio della guerra o all' improvviso mutamento del gusto popolare, aveva tarpato le ali.
Ecco...sto andando un po' fuori tema, e torno a dire che Angelo Quadrelli mi chiede un testo sul padre Enzo.
Egli sa che ne ho seguito sin agli ultimi mesi l' attività di pittore e di grafico, e come disegnatore per lo sviluppo e l'ingrandimento, in altre parole-di opere atte a diventare mosaici o vetrate in chiese e basiliche,sopratutto di oltre Oceano.
Dire di lui, o meglio, prima di analizzare un "iter" più vasto di quanto a prima vista si possa pensare, dato che la maggior parte dei quadri ad olio, a tempera o a tecnica mista sono sparsi a vasto raggio, devo necessariamente affermare che ricordarlo per me ha il sapore di un ritorno all' infanzia.
Le nostre abitazioni erano assai vicine: la sua era posta all' inizio della salita della Madonnina che è l' ingresso di Pietrasanta, lato Viareggio, giungendo dalla Via Aurelia e la mia oltrepassata di una ventina di metri quell'arteria antica, ma allora non convulsamente transitata come oggi, si trova in fondo alla località Osterietta. Nella zona non c'erano molte case, a parte quella centrale, più popolata e nota per essere sede di una fabbrica di ghiaccio dei Giannoni, spezzata da una piazzetta dove la sera- tutti i ragazzetti ed i giovanotti del luogo giocavano a pallone.
Era il regno dei pipistrelli, che da una certa ora in poi svolazzavano indisturbati nell' aria non inquinata, priva di fiumi.
Rammento Fernando "Nando" Bertoni, entrato poi, come portiere, della mitica squadra di calcio di Pietrasanta; Romano Battaglia, ben presto divenuto giornalista e quindi volato a far carriera alla RAI; Romano Cancogni, partito per il Regno Unito e poi a far servizi fotografici in zone di guerra.
Su tutto imperava, architettonicamente diversa dal resto, la villa del dottor Lavagnini, farmacista magro e tranquillo, con occhi acuti, gentile e di poche parole.
Per il resto, lo ripeto, non molte abitazioni, tra le quali una cascina alla fine di un viottolo dove la gente del posto andava a prendere il latte la mattina, e...campi, verdi o completamente gialli in certi periodi, multicolori in certe stagioni.
Al limite di uno di questi c'era un canneto folto, dove a volte, bambini ci rifugiavamo fantasticando di essere in una immensa foresta.
La strada bianca, che correva verso la Marina, era segnata da pioppi argentei, e si restringeva, ad un tratto, di molto, e nei fossi circostanti si pescavano anguille con la mazzacchera.
Ad un paio di centinaia di metri, sull' Aurelia, svettavano imponenti, le "caroline", alberi assai alti che in casi assai rari, erano abbattuti dai venti invernali, bloccando l' arteria stradale per qualche ora.
Oltre la casa dei Quadrelli la Pietrasanta artificiale: marmo, ferro battuto, bronzo, ceramica, e via dicendo.
Dimenticavo...all'Osterietta c'era pure lo studio dello scultore e pittore Ilio Orsetti, perennemente vestito di un giubbotto di pelle marrone, il quale aveva molti contatti soprattutto con Firenze, per via dell'Insegnamento. Era molto amico di Primo Conti,"futurista" tra i primi...
Se quello apparteneva al mio "regno verde", che il pensiero non ha cancellato come i nomi degli amici di scorribande pomeridiane: Angelo, appunto, Paolo, Claudio, Mauro...lo era come luogo di partenza per l' attività di Enzo Quadrelli, e artistica, e artigianale. Di lui avendone seguito il fervore creativo, non è facile per me darne una definizione restrittiva, vale a dire sintetica, perché la sua preparazione di base proveniva dall'Istituto Statale Stagio Stagi (si denominava, allora, Accademia di Arte), che quando egli ottenne la licenza nella sezione metallo (1940-1941) aveva un corpo insegnante composto da Alfonso Mazzei, Di Leone Tommasi, Delio Dati, Guido Renai, per le materie artistiche di Angelo Servolini, Lino Palagi, Alessandro Marchetti per le materie culturali, di Don Giuseppe Simi e del maestro Arturo Marchetti, rispettivamente per la religione e la cultura militare; capi d' arte erano Guido Tesconi, Battista Mazzei, Giulio Grossi e Oscar Bresciani.Mi sorge il dovere, a questo punto, di proporre alcune parole di Ilio Dati, direttore dell' istituto allorché fu stampato, nel 1977, l' esaustivo libro"I 130 anni dello Stagio Stagi", poiché sottolineano...una storia nutrita di avvenimenti che appartengono alla scuola ma anche alla nazione. Avvenimenti, in cui non manca il riferimento alla cultura del tempo, che segnano la tappe di un processo civile e culturale dei lavoratori italiani, duro, combattuto; avvenimenti che derivano dalla chiara determinazione di uomini alla ricerca di successi personali,ma consapevoli di essere tra i fautori della trasformazioni di una società alla quale il contributo di ognuno di loro, anche il più modesto, ha recato un arricchimento di valori.
Ecco, tale ambiente scolastico, allora ricco di marcate finalità incuneate strettamente nella parola "impegno", e nella quale "chiara determinazione" cui fa cenno Dati, non disguido da preparatissimi docenti, primo fra tutti Leone Tommasi è stato senza dubbio il trampolino di lancio per Enzo Quadrelli.
I luoghi olivati nella prima infanzia (Capezzano Monte), come in seguito la campagna tutta della sua Versilia-dall' Osterietta alle zone pinetate costiere, attraversando una campagna che solo persone già mature ricordano nella splendida, armoniosa bellezza-sono tematiche affrontate e risolte da lui tramite dipinti ad olio, e disegni ad inchiostro ed a matita, che risentono inizialmente delle lezioni locali.
Credo opportuno per tale periodo, affiancargli una frase inserita nel catalogo del 1985, riferita per ciò che concerne la comunicazione visiva a colui che egli ha sempre considerato come Maestro: Leone Tommasi:..."si raccoglie in una unità dalla quale nasce un opera animata da una vitalità interiore, lucida e tesa. L' ordine o compattezza delle situazioni formali ed anche le trasgressioni assumono il ruolo della concentrazione psicologica e della comunicazione.
La "comunicazione" come espressione operativa, prende perentoriamente piede in Enzo Quadrelli grazie a molti ritratti eseguiti sopratutto durante il suo soggiorno a Tombolo, presso il Quartiere Statunitense. Opere oggi negli USA, a parte alcune rimaste nella collocazione di famiglia.
La ritrattistica, per il nostro, allora come in seguito, appartiene non soltanto alla sfera tecnica, ma all' analisi di chi gli si poneva davanti. In tale tempo di rinnovi, nell' immediato dopoguerra, Quadrelli mantiene volutamente certe regole figurative, con un etica professionale che non ha stasi né ripensamenti. Il "suo" figurativo, a mio parere, non è "retrodatato", ma appartiene ad una stretta visione dell' attualità. In effetti, osservando la sua produzione di cui per comprensibili motivi di spazio e per la mancanza materiale di talune fotografie di grandi tele come la tematica delle Apuane gli scorci pisani e quelli maremmani, non è stato possibile l'inserimento in questo catalogo documento-non esiste un unico ciclo nel senso formale della "riproduzione formale. I suoi temi variano di continuo.
C'è un percorso legato ad un filo invisibile ma forte, che coincide con momenti di tensione emotiva, e con altri in cui il sentimento poetico si stempera davanti ad una sorta di intimo diario.
Già in passato ho scritto di lui che in un' epoca come la nostra, caotica rincorsa per il successo, egli ha voluto il merito di affidarsi a quell' intensità di sentimenti utili a captare la vita, mentre tra le valide testimonianze è da citare quella del collezionista milanese Sandro Rubboli:"...nella sua ricerca di forme pure, non contaminate dalle mode o dalle convenienze ,vi è l' indicazione di una rettitudine morale che diviene lo specchio medesimo della sua pittura, così luminosa, cosi trasparente, cosi serena".
L' Opera segno colore di Quadrelli, partito dall' osservazione e dall' emulazione dei Grandi del passato, oltre che dalla tradizione della già accennata scuola di arte locale (la cui forza sono stati tanti nomi...Antonio Bozzano, Leone Tommasi, Franco Miozzo), che certuni, chissà per quali personali motivi, hanno nelle loro pubblicazioni obliato o minimizzato, può con facilità essere compresa per un lavoro condotto continuativamente con serietà ed impegno. I suoi ritratti hanno avuto l' attenzione critica, poiché, quale sia stato il soggetto-uomini e vecchi, artigiani, donne, bambini...-sono semplici e somiglianti. Persino certi appunti grafici, nei cento temi, conservano una freschezza potente, nella quale non è arduo leggere le piccole-grandi cose di ogni giorno.
Gli affetti famigliari...la moglie Enza, Angelo...insomma, un volto dietro l' altro, un qualsiasi altro soggetto, un fiore, un cane, un bove o un gruppo di conigli, rispettano le sue regole, vale a dire che dalla base segnica, talvolta egli raggiunge effetti di macchia, o altri risultati, dando vita a quegli elementi di un magico realismo propri del suo essere artista.
La pittura, poi, analizza spesso ed in contemporanea, figure ed ambiente, tipo "Venditore di palloncini","Madre e figlia","Nudo africano,"il Postino","Dramma","Terza età", entrano in modo spontaneo nel filone toscaneggiante composto di equilibri poetici e cromatici costanti. Ci sono tocchi di felicità e note di malinconia. In fondo, quale sia la tecnica utilizzata, il risultato non muta: il tutto è risolto con naturalezza nel gesto che pare fermare ,almeno per un attimo, il tempo.
Il tema paesaggistico, scandito con chiarezza ordinata, in certi momenti diventa un racconto che pare proporre testualmente le parole di Curzio Malaparte:Una immensa pace regna sul lido battuto dalle onde stanche, sulla pineta sonora, Il cielo è grave di foschi nembi sontuosi, le cime delle Apuane, bianche di neve, lacerano di quanto in quanto un velo di nebbia nera, e lo splendore candido illumina l' improvviso azzurro.
Anche Quadrelli, ammaliato come Annigoni,Carena, De Grada, Soffici ed altri artisti del passato da una Versilia donatrice di idee, ha alternato la rappresentazione della figura umana, ad un vissuto caldamente intrecciato al vero, cioè alle suggestive visioni della realtà.
Ogni tanto non era difficile incontrarlo, durante la stagione invernale, sulla parte di spiaggia che delinea Forte dei Marmi col Cinquale, ma erano maggiori le volte in cui si recava nello stazzemese, tra abetaie e grandi, storiche cave.
Le sue cave marmoree per lo più realizzate ad olio e a tecnica mista, rarissime ormai a trovarsi, sono ora in collezioni di rilevanza pubblica e privata, esse rappresentano il magnifico atto di rispetto sia per l' ambiente stesso, proposto con armoniosa lettura, sia per l' intimo contenuto concreto come partecipazione ideale alla storia tutta dei cavatori apuani, costruita nel tempo con fatica e tragici sacrifici.
Sintetizzare il comportamento di uno siffatto artista, è arduo, perché la di lui scelta nel mondo dell' arte e dell' artigianato, lo ha portato ad essere "entrante".Si teneva lontano dai clamori, dai chiacchiericci, dalle invidie spesso attive all' interno di certi gruppi di pittori e di scultori che poi il tempo sfaldava per mancanza di contenuti di rispetto reciproco, essenziali nel buon convivere e per restare -è giusto affermarlo- nella storia artistica di un luogo. Lavora e basta.
Con ciò desidero avvalorare il suo equilibrio caratteriale ed il gran rispetto per tutti, ed anche rilevarne la propensione al dato meditativo. Lo ricorda al tal proposito, Gian Paolo Giovannetti...frequentando Pietrasanta, ora divenuta un punto focale per la scultura e per la pittura, sentivo parlare di certi bravi artisti che lì vivevano e lavoravano. Tra di loro c'era uno che mi impressionò favorevolmente, vedendo alcune tele: Enzo Quadrelli.Si trattava per lo più di ritratti femminili e un paio di belle marine.
Data la giovane età, dentro di me dicevano che avrei voluto dipingerli io, quei quadri! Il tempo volle che un giorno a Cardoso, presso una piccola trattoria, mentre stavo conversando in allegria con degli amici, notai, accanto al nostro tavolo, un gruppo di persone. Mi colpì una di loro che parlava di arte in maniera molto contenuta. Si trattava di un uomo sulla quarantina. Mi parve che fosse in lui un ordine di pensiero, un' innata partecipazione e, contestualmente, un rispetto e tanta onestà. Mi venne in mente di averla già vista, quella persona, a disegnare nei pressi della pieve della Cappella e lungo la strada che, continuando, entra nel cuore della Valle dell' Altissimo. Fu allora che accadde, quasi d'improvviso un fatto di unione tra circostanza ed istinto. Bastò uno sguardo reciproco e.alzatici dalle rispettive sedie, ci salutammo con quella stretta di mano che solo tra artisti veri è naturale che avvenga. Parlammo e ci capimmo in pieno. E' giusto affermare, a questo punto, come la sua "parola colorata" si inserisca nel completo arco esistenziale, in un diario con pagine intime, leggibili solo da parte di chi l' ha frequentato con assiduità, e in altre ariose, racconti veri e propri...immagini oltre le quali il pensiero trova nuovi appigli, sensazioni, emozioni...Nel coraggio rinnovato del lirismo, col segno che si erudisce nel colore, la regola formale di Quadrelli assurge ancora oggi ad una specie di contemplazione partecipata del vivere di tutti i suoi "Personaggi", quali essi siano: persone, paesaggi,cose. Forse sarà superfluo affermarlo, ma in lui, a volte si coglie all' unisono una nostalgia per un mondo scomparso e l' attualità, che risponde, pure lei, ad immagini figurali che descrivono spesso la gioia di vivere.
Il bianco e il nero, che i più non considerano colore, sotto le sue abili mani, assurgono una dimensione "altra":segni appena calcati, lineari, alti intrecciati, si insinuano gli uni sugli altri, a definire qualsivoglia tema. I colori, ne vogliono dire ancora, proprio per il soggetto voluto, si infittiscono di simboli, e così si trova il blu della quiete nelle varie posizioni, il giallo lucente della speranza, il rosso della conquista, il verde della decisione...perciò, del tutto, calzano perfettamente le famose parole di Boris Pasternak...Non dormire, non dormire, artista/ al sonno non ti abbandonare./Sei ostaggio dell' eternità, /prigioniero del tempo.
Se un bilancio dell'attività di Enzo Quadrelli potrà essere completamente fatto, tenendo conto di quanto da molti, compreso dal sottoscritto, è stato sino ad oggi stilato, e di quello che in futuro altri senz' altro concreteranno, è bene non dimenticare che nel viaggio creativo egli è stato coerente e mai ripetitivo, unendo il gran bagaglio delle esperienze giovanili, con quello, non inferiore in qualità e in quantità, delle ricerche grafico-cromatiche compiute sopratutto negli ultimi due decenni di vita.
Il rinnovo per lui, non è stato mutamento di pensiero.
E' indicativo, a questo punto, fare qualche annotazione su uno spazio il quale, pur diverso dallo stretto dipingere, lo ha reso noto ed apprezzato: quello di disegnatore di cartoni per mosaici.
In uno dei nostri ultimi incontri, su una tavola attaccata al muro dello studio-perfettamente illuminato-campeggia va il primo riquadro per un lavoro a tema sacro, che aveva progettato, destinato all' estero.
Lavorava con grande assiduità. L'abilità disegnativa, il famoso "mestiere"in quel settore - Pietrasanta è ancora nota ovunque per tali opere-lo aveva portato anche ad essere un tecnico e se della tecnica è giusto affermare che se non se ne può fare a meno, è ancora attuale una frase di Renzo Simi, fratello della pittrice Nera e figlio di Filadelfo Simi, oltre che amico di Annigoni: Arte, in greco è tèkne, tecnica. E la tecnica non se ne ha mai troppa; anzi, mai abbastanza. Un buon numero di mosaici, infatti, devono i disegni alla sua disciplina operativa, e troppo ampia, anche sommariamente, sarebbe il darne una descrizione. Mi sembra ora equilibrato proporre brevi interviste rilasciatemi proprio di recenti dalle quali traspare quell' Enzo Quadrelli che ha dato un ricordo tale da farmi ripetere le parole secondo le quali se l' artista se ne va...rimane la sua arte.
Personalmente, tra i suoi numerosi lavori, me ne è rimasto in mente uno, assai particolare.
Si trattava di un San Francesco( di Cimabue), il cui originale si trova ad Assisi-del 1280 circa. tra le più espressive opere raffiguranti il Santo.
Quel disegno, pur realizzato da una copia fotografica, mi parve .allora-volesse trasmettere una sorta di messaggio, vale a dire quella serenità e spiritualità, che Quadrelli ha inserito nella completezza professionale, fatta anche di tecnica e di estro creativo. Citavo antecedentemente che diverse tra le tante persone le quali lo hanno riconosciuto, frequentando ed apprezzato, mi avevano concesso spontaneamente qualche dichiarazione."Era un amico serio, di grande umanità-afferma Carlo Alberto Poli, della "Poli e Da Prato"-sempre nella nostra collaborazione. Ricordo, tra i suoi lavori per la preparazione dei cartoni su cui noi operavamo col mosaico, un completo gruppo di figure sacre, oggi nella chiesa foggiana di Cristo Re. Ne conservo gelosamente un istantanea, perché il movimento dei suoi disegni talvolta"michelangioleschi"era deciso e preciso. Rammento poi i suoi cinquecento metri quadri disegnati per una basilica nel Connecticut...Rizieri Alberto Da Prato -queste le testuali parole-assicura che..."per me era l' uomo del mosaico, ed era piacevole operare con quei suoi cartoni. Possedeva quel mestiere che richiede ancora oggi accuratezza e pazienza. Le sue doti, nel nostro ambito, hanno offerto apporti preziosi all' immagine di Pietrasanta.
Pietro Giannoni: "Lavorare con i disegni di Quadrelli era un divertimento. Li consegnava secondo le giuste regole e proporzioni. Credo che persone come lui non ne nascano più"...Fabiano Favret:"il fatto che nel laboratorio sia posto un ritratto di mio padre Luciano,opera di Quadrelli, la dice lunga sui nostri cordiali, autentici rapporti. L'ho conosciuto quando operava da Oriano Tartarelli.
Eravamo nei primi anni Sessanta, e con lui la "Favret Mosaici" ha realizzato opere di alto artigianato, soprattutto per gli Stati Uniti di America. La base disegnativa gli era stata inserita al tempo dei vari Tommasi, Vezzoni ed altri, in un ambiente collegato a commesse lavorative che definirei "neoclassiche".con le quali talvolta -visto che ha lavorato a Venezia - mi sono scontrato, allontanandomi talvolta dalla tradizione per cercare vie più innovative.
Andrea Guiducci dice di averlo incontrato a cavallo tra l' Ottanta ed il Novanta, e cosi continua:"nelle mie visite si faceva vedere il suo operato, spiegando dettagliatamente tecniche e temi. Sarebbe stato bello poter imparare da lui! Nel periodo in cui ho avuto contatti lavorativi con lui nel mosaico, montando varie opere-spiegava nel dettaglio cosa dovevo fare: è stato questo uno dei maggiori meriti, dando fiducia a me come ad altri giovani."E' piacevole parlare di Enzo Quadrelli -afferma Attilio Pardini. in quanto merita un apprezzamento per la completezza dei dipinti, ed è anche come preparatore di cartoni per mosaici. Allora, parla di quattro decenni fa, lavorando per la ditta Castaman, nei pressi del centro storico di Pietrasanta.
Diventammo amici ed un giorno mi donò un foglio di carta pensante di medie dimensioni, con la figura di un Cristo dai tratti stupendi. Era si una copia, ma...con la sua personalità.
Alcuni anni dopo, traslocando di casa, non so come né perché, quel segno di fede sparì. Forse, dopo essere stato appoggiato ad un muro, qualcuno se n'appropriò...
Ne fui addolorato a tal punto che non ebbi il coraggio di riferirglielo, ma ancora oggi ho visibile la spontaneità di quel suo gesto. Lui era così.
Le note ed i ricordi su Quadrelli potrebbero andare avanti, continuare, in quanto era apprezzato, stimato. Gli si diventava subito amici.
Lo afferma pure Pietro Marchettti, suo vicino di casa."Mi piacevano i suoi dipinti, era grande disegnatore di cartoni preparatori per l' inserimento delle tante tessere di mosaico. Proveniva da quella scuola pietrasantese che oggi qualcuno ha dimenticato. Artista elettrico amava dipingere le nostre bellezze territoriali...Capriglia, le Apuane. Quando ero molto giovane, ma anche dopo (ho sempre lavorato nel mondo del marmo, ora sono in pensione), lo andavo di tanto in tanto a trovare nello studio sull' Aurelia, ma spesso lo vedevo nei laboratori locali dove collaborava da par suo.
E' stato un personaggio che, una volta conosciuto, non si poteva dimenticare.
Ammirare oggi i suoi dipinti del Cinquanta e Sessanta, mi fa provare una sensazione strana, come se di improvviso tornassi giovane, nelle zone aspre come in quelle umide della Versilia. Ora tante cose sono cambiate, purtroppo...
Il fare artistico di Enzo Quadrelli ha seguito il fiume della coerenza senza cadere nel virtuosismo, sviluppandosi sulle basi di quel mestiere che oggi tanto non accettano, e non comprendono. A parer mio è stato un autore che ha trovato, impegnandosi senza soste, una propria autonomia, ritagliandosi un onestissimo spazio nel mondo artistico. Un linguaggio, il suo, codificato dal sentimento e da quel saper "ampliamente lavorare" di cui ho già fatto cenno.
La sua apertura comunicativa ha scelto una via popolata di innumerevoli elementi, ma soprattutto da quella libertà interiore che si è fatta forma grafica e pittorica, raggiungendo così quello scopo al quale, in fondo, ogni sensibile ambisce.
Si è calato nella comunicazione, nel dialogo son tutti, tramite un equilibrio di idee, di segni, di immagini pittoriche, tanto che, riguardo alla varietà di opere, mi tornano alla mente qui suoi concetti secondo i quali "bisogna trovare il fondo di ogni cosa", o "è scontato che il disegno sia la base per un pittore, uno scultore, un falegname...
Ho presentato cosi, tra passato e presente, sentendo ancora vicino il mio amico Enzo Quadrelli, un uomo che aveva un grande rispetto per la vita umana e per la pace, un "versatile"che merita l' apprezzamento di ogni appassionato d' Arte.

Lodovico Gierut
Critico d' Arte

 

Biografia

Enzo Quadrelli nasce a Pietrasanta il 21 febbraio 1923 da Alfredo Quadrelli e Ilda Galeotti di Capezzano Monte dove trascorre l'infanzia. Dopo le scuole elementari e l'avviamento professionale, si diploma nel 1941 all'Accademia di Pietrasanta, divenuta poi l'Istituto d'Arte, dove è allievo di Leone Tommasi da cui apprenderà le basi del disegno classico, necessario al lavoro che svolgerà in seguito, finalizzato alla progettazione di sculture, vetrate e mosaici di Arte Sacra.
La morte della madre nel 1944 e la vita difficile del Dopoguerra lo porteranno a lavorare a Tombolo nel quartiere U.S.ARMYQM337CO dal 1944 al 1947, dove esegue ritratti e paesaggi ad olio, e nel teatro del campo ad alcune scenografie tra cui quella per la "Carmen" del febbraio del 1946. Lo stile di questi primi lavori è decisamente legato alla scuola toscana dei Macchiaioli tra i quali segue in particolare a Livorno il Maestro Filippelli, elaborando nelle figure e nei paesaggi quel cromatismo vivace ma equilibrato che sarà sempre presente nelle ricerche successive.
Il 19 luglio 1947 sposa Enza Bertozzi, figlia dello scultore artigiano Angelo Bertozzi, che lo invoglierà e sosterrà sempre nella sua attività di pittore e dalla quale avrà un figlio, Angelo, l'11 giugno 1948.
Dopo l' iniziale lavoro di portalettere a Capezzano, viene assunto in qualità di impiegato prima nella ragioneria delle Poste Centrali di Lucca e quindi definitivamente in quelle di Massa.
Ma la forte passione per l'arte continua; negli anni '60 è promotore delle prime mostre d'arte a Pietrasanta nella galleria"L'Arco" e nel Chiostro di San Francesco, negli anni 70 espone nella Sala Frates, nel Centro d' Arte Versilia di Marina di Pietrasanta e nello Studio di Via Mazzini a Forte dei Marmi.
E' in occasioni di queste mostre sul mare della Versilia che incontra diversi personaggi dell' arte e dello spettacolo come Romano Battaglia, scrittore e conduttore Rai-TV, animatore della Versiliana, i critici e collezionisti Rubboli e Grotti che si interessano alle sue opere, il direttore di Bolaffi Arte, lo storico Milo, scrittore Leone Sbrana, i pittori Giovanni Acci, Delfo Cantini, Fausto M, Liberatore, Mario Agrifoglio, Ernesto Altemura, Renato Santini,Marcello Tommasi, Franco Miozzo,Virio Bresciani e tanti altri.
Numerose sono state le richieste per i quadri e ritratti eseguiti con eccezionale bravura.Si ricorda in particolare il ritratto di Papa Giovanni XXIII in U:S:A:, al sindacalista Vasco Zapelli, all' attrice Stefania Sandrelli e alla figlia Amanda, al calciatore Giancarlo Antognoni, all' arcivescovo Enrico Bartoletti, alla figlia del noto architetto, Masse e cosi via...
Ma Enzo è un artista della gente; ben 596 sono i lavori risultanti dall' archivio di famiglia presenti in collezioni pubbliche e private, nelle città di Parigi, New York, Dallas, Città del Capo, Caracas, Amburgo,Dusseldof, Zurifo, oltre a Milano, Torino, Firenze, Roma, Napoli, Genova, Pisa, Aosta, Vercelli, Biella,Trento, Como, Parma, Prato, Pistoia, Massa Carrara, Lucca, Pietrasanta, Forte dei Marmi, Cascina...
Non si contano invece i lavori di Arte Sacra ,bozzetti ,cartoni quadri, per il marmo, il mosaico, le vetrate con le ditte Favret, Ragazzi, Gregori, Raffo, Galeotti, Martani, Mellini, Poli-Pardini, prima nello studio Tartarelli ed in seguito nel proprio studio e abitazione in via Aurelia, dove svolgerà il suo lavoro quotidiano di Pietrasanta nel mondo per tutta la vita con grande maestria e passione. La raffinata esecuzione dei ritratti ed una personale tecnica pittorica nelle tele della maturità ne fanno un sincero artista della Versilia storica.
Si spegne a Pisa il 27 ottobre 1998.


Hanno scritto di lui i critici Ulderico Becchini,Enrico Paternostro, Enrico Bartolletti, Sandro Rubboli, Ennio Bartolucci, Romano Battaglia, Lodovico Gierut e i seguenti quotidiani e riviste specializzate:La Nazione, Il Telegrafo, L' Osservatore Romano, Il Messaggero, L' Avanti, Il Tirreno, La Zattera, Il Miliardo, Il Narciso, Pensiero ed Arte, Eco d' Arte, La Provincia di Lucca, La Provincia di Cuneo, Versilia Oggi, Il Quadrato, Teletoscana Nord, Il Corriere del Lazio, Edizioni Globarte, Pentacolo Toscano e Bolaffi Arte.

 

Contaminati dalla passione artistica di Enzo Quadrelli saranno i famigliari: prima il figlio Angelo, per la grafica e la pittura, poi sorprendentemente la moglie Enza, che produrrà una serie di quadri ad olio originali per al tecnica e di profonda naturalezza espressiva. Una passione per l' arte che continua ancora oggi attraverso i nipoti Massimo e Daniela.