Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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Sculture

Marcantonio Bibbiani


Opere in ceramica

inaugurazione: 5 maggio 2007 - h 18.00

esposizione: dal 5 al 20 maggio 2007

luogo: Sala delle Grasce - Chiostro di S. Agostino - Pietrasanta

orario: 16.00-19.00; lunedi chiuso

ingresso libero


Comunicato stampa

 (versione in pdf)

 

Visioni oniriche, esoterismi, suggestioni fiabesche, stramberie fantastiche. Ciò che colpisce immediatamente dell'espressione di Marcantonio Bibbiani, giovane artista pisano, è la capacità di dare forma plastica ai sogni senza perderne la vivacità, la magia, le imperscrutabili dinamiche, il mistero. Con la mostra "Sculture" Bibbiani presenta, dal 5 al 20 maggio 2007, nella Sala Grasce del Chiostro di Sant'Agostino, a Pietrasanta, un ampio percorso tra complesse simbologie ed una straordinaria arditezza tecnica resa attraverso l'uso della ceramica.

 

In mostra 15 opere recenti con le quali Bibbiani narra una storia fantastica, un racconto che si snoda senza seguire nessi logici. In un immaginifico integrarsi di forme e colori, di divinità e suggestioni, l'artista coinvolge lo spettatore in una straordinaria avventura visiva ed emozionale. E' evidente il suo interesse ad andare oltre la superficie della ragione, a scavare tra le luci e le ombre in un continuo gioco di pieni e vuoti ora risolti in maniera morbida, ora con accesi contrasti cromatici.
"La qualità culturale - spiega il critico Ilario Luperini - si esprime attraverso la ricerca di forme complesse che forzano i limiti stessi del "fare ceramica"; i volumi di Marcantonio sono plasmati come se la creta fosse rimasta morbida, allo stato iniziale, e non avesse subito le necessarie e perigliose vicende della cottura, durante la quale, per l'imperizia o per il caso, tutta l'elaborazione creativa può perdersi. Invece, in Marcantonio Bibbiani, anche allo stato finale, l'opera mantiene il calore, la malleabilità e il tepore della creta: ciò significa totale padronanza del processo produttivo che l'artista riesce a piegare, apparentemente senza fatica, alla sua imprevedibile e incontrastata fantasia".

 

"Con "Sculture" di Marcantonio Bibbiani - afferma l'assessore alla cultura Daniele Spina - ospitiamo un linguaggio creativo del tutto originale nel contesto espositivo di Pietrasanta, un significativo assaggio della profonda e complessa personalità artistica di Bibbiani, al tempo stesso narratore, grafico, illustratore, scultore e architetto".

 

Brevi cenni biografici

Marcantonio Bibbiani è nato a Pisa nel 1965; laureatosi a Firenze nel 1995 ha svolto successivamente libera professione di architetto occupandosi di progettazione, grafica e grafica d'illustrazione. La curiosità intellettuale e la propensione all'arte lo inducono progressivamente a cercare l'arte canonicamente intesa e dalle arti applicate giunge all'incisione calcografica (acquaforte) e alla scultura in ceramica.
Seguono momenti di "sconfinamento disciplinare" come quello nella scrittura.
La frequentazione assidua delle botteghe artigiane di Montelupo Fiorentino (FI) gli consente di approfondire e sviluppare la conoscenza tecnica della ceramica e di poter avviare una propria ricerca personale in scultura con quella che diviene nel frattempo la materia espressiva prediletta. Parallelamente al dipanarsi delle esperienze artistiche, matura l'interesse al suo operare e prende avvio la crescente selezione a mostre collettive nazionali per le varie espressioni artistiche esperite.
Dal 2007 le prime personali d'arte e l'apertura di un proprio laboratorio di scultura a Montelupo Fiorentino.



Mostra: Sculture
Artista: Marcantonio Bibbiani
Date esposizione: 5 maggio - 20 maggio 2007
Luogo: Chiostro di Sant'Agostino, Pietrasanta
Orario: 16.00-19.00; lun. chiuso
Ingresso: libero
Inaugurazione: sabato 5 maggio, ore 18.00


Ufficio Stampa Assessorato alla Cultura
Comune di Pietrasanta
tel. 0584/795500; fax 0584/795588
e-mail: cultura@comune.pietrasanta.lu.it
www.comune.pietrasanta.lu.it

Presentazione

Sogno e mistero

Visioni oniriche, esoterismi, suggestioni fiabesche, stramberie fantastiche. Ciò che colpisce immediatamente nell'espressione di Marcantonio Bibbiani, giovane artista pisano, è la capacità di dare forma plastica ai sogni senza perdere la vivacità, la magia, le imperscrutabili dinamiche. Nella Sala Grasce del Chiostro di Sant'Agostino un ampio percorso tra complesse simbologie ed una straordinaria arditezza tecnica resa attraverso l'uso della ceramica.

Bibbiani narra una storia fantastica, un racconto che si snoda senza seguire nessi logici. In un immaginifico integrarsi di forme e colori, di divinità e suggestioni, l'artista coinvolge lo spettatore in una straordinaria avventura visiva ed emozionale. é evidente il suo interesse ad andare oltre la superficie della ragione, a scavare tra le luci e le ombre del mistero.

é dunque con grande piacere che ospitiamo "Racconto di sculture", un linguaggio creativo del tutto originale nel contesto espositivo di Pietrasanta, un significativo assaggio della profonda e complessa personalità artistica di Marcantonio Bibbiani: narratore, grafico, illustratore, scultore ed architetto.

L'Assessorato alla Cultura

Critica

Tra poesia del sogno e coraggio della sfida

Su una base dalla forma di stella a otto punte che sembra prendere vita da un ritorto reticolato in ferro battuto (già una scultura, dunque) si posa un compatto, irregolare ottagono color rosso mattone ( e di una costruzione in mattoni assume le sembianze), culminante con delle sfrangiate merlature; su quattro degli otto lati si annodano dei cordami che danno l'idea di sorreggere qualcosa che si cala all'interno. E,man mano che ci si avvicina alla scultura, la compattezza dell' esterno cede il posto ad una profondità improvvisa, insondabile, infinita: le corde sorreggono cuori palpitanti di cui uno, per il vivido colore rosso, pare pulsare più degli altri. Al fondo, sotto un intrico di sottili trame si impone un cereo volto con lo sguardo perso nel vuoto dello spazio sovrastante; al di sotto si aprono indefinite cavità. Una costruzione in ceramica incredibilmente azzardata: tanto ardita è la lavorazione, quanto complessa la simbologia, in parte rivelata dalla poetica levità della parole di commento:" ..... Scivoli nel tuo castello d'infinita attesa e di dolce abbandono. / Astro nel pozzo, sguardo riflesso e specchiato di luna, d'acqua e luce. / Il tempo scioglie infiniti di cuori appesi all'Amore atteso. / . Il tuo volto scompare sotto a peduncoli di cuscino amoroso come corolla di / fiore, germoglio che rinasce " Ogni altro commento risulterebbe banale. Un sistema di simboli che affonda le radici nella cultura e nel complesso immaginario dell' artista; un luogo dove dialogano gli spiriti ancestrali degli uomini che, inventando divinità e credenze, scoprono le condizioni dell' esistenza. é la scultura che apre la mostra, Izha: la Bella Addormentata nel castello. La summa, certamente provvisoria, dell'attuale fare artistico di Marcantonio Bibbiani. Un misto di angoscia e di magia pervade lo sguardo nell'attraversamento delle volute e degli anfratti, dell' arditezza delle composizioni e della complessa simbologia dei lavori di Marcantonio, in cui conta il massimo dell'abilità epurata da qualsiasi tentazione banalmente tecnicistica. Un procedere per fantasiose e ingarbugliate incrementazioni di forme e colori che si avvolgono su se stessi, con soluzioni ardite che attestano una raffinatissima perizia tecnica. Una precisione e un rispetto per la materia implacabili; l'opera in ceramica nasce dalla visione onirica, dall'urgenza di individuare ritmi e assonanze interiori. La qualità culturale si esprime attraverso la ricerca di forme complesse che forzano i limiti stessi del "fare ceramica"; i volumi di Marcantonio sono plasmati come se la creta fosse rimasta morbida, allo stato iniziale, e non avesse subito le necessarie e perigliose vicende della cottura, durante la quale, per l'imperizia o per il caso, tutta l'elaborazione creativa può perdersi. Invece, in Marcantonio, anche allo stato finale, l'opera mantiene il calore, la malleabilità e il tepore della creta: ciò significa totale padronanza del processo produttivo che l'artista riesce a piegare,apparentemente senza fatica, alla sua imprevedibile e incontrastata fantasia. E sappiamo bene che, nella ceramica, gli esiti formali sono il frutto di un attento e meticoloso, talvolta assai faticoso, controllo di tutto il processo produttivo, dalla prima lavorazione, alla coloritura, alle cotture. Un'altrettanto complessa articolazione formale appare nell'Appeso, il dodicesimo Arcano. Dentro una nicchia verticale, aperta sul davanti, una sorta di tabernacolo, è inserito, col suo vivido nitore, il corpo dell'appeso, attraversato da un asse rosso che sbuca, sul retro, da un foro aperto nella copertura curvilinea da cui la nicchia è chiusa. Il fondo del tabernacolo vibra di ondulazioni bianco-celesti trapassate, in alto a destra, da un'esplosione di raggi solari; il volto dell'appeso, che nell'iconografia tradizionale tradisce un'apparente serenità, scompare sotto il bordo inferiore. Il fondo è attraversato a metà da una sottile, quasi impercettibile linea di demarcazione (il lieve, ma infrangibile limite tra la vita e la morte o la linea della trasmutazione?) Il corpo dell'appeso, con la sua superficie traslucida, vibra di candidi bagliori luministici ed emana una forza spirituale e un ascendente psichico di grande intensità. Dalle sue energie vitali nascono onde misteriose che, propagandosi, diffondono tutto intorno impulsi vitali, messaggi di generosità e di dedizione. Emerge, così, con estrema evidenza, il suo immolarsi per una causa ideale: la conoscenza, la rinuncia ai propri interessi per fini superiori, l'abbandono della vita materiale per la vita spirituale. Tutta la superficie esterna del tabernacolo è mossa da irregolari aperture in forma di stella, in un continuum spazio-temporale che travalica i limiti ristretti della pura razionalità e si espande in un'infinita catena di anelli fantastici. E un rosso lucchetto a forma di clessidra, attorniato da un fantasioso turbinare di candide stelle attraversate da rossi bagliori, serra implacabilmente il retro della nicchia: lo scorrere del tempo resta al di fuori; la scatola magica non ne è toccata; l'Appeso vive di se stesso, del suo destino, della sua storia, delle sue simbologie. In Libris, mito, visioni alchemiche, esoterismi si intersecano in una composizione fiabesca. Lo smalto bianco della struttura principale - un incastro di semicilindri irregolarmente plasmati e articolati da improvvise aperture che lasciano intravedere gli anfratti interni da cui emergono disarmanti simulacri umani- è amorevolmente aggredito da dinamici e mossi inserti aggettanti dai colori intensi e dalle simbologie fantasiose e intricate, quasi materia inerte agitata da inconsuete folate di misterioso vento, pagine di libri scompigliate e corrose dalla fantasia e dalla memoria. Sul retro, tremolanti partizioni spaziali scandiscono il dorso e si articolano intorno alla costola/colonna al cui culmine dominano le figure di Hermes e Athena modellate in modo avvolgente e sensuale, sul punto di unirsi in un amplesso che sta ad indicare il fondersi di sapienza, prudenza, astuzia, pura sessualità e amore assoluto; ma anche l'indistinzione dei sessi, la tendenza all'identificazione, all'annullamento delle differenze. Le teste già sono unificate dalla sfera gialla; rimangono distinti i caratteri identificativi dei corpi, ma il cerchio che li stringe non presenta varchi. Un tema che appare in tutta evidenza anche in Il Labirinto. é evidente l'interesse dell'artista per tutto quanto va al di là del sondabile e controllabile attraverso l'intervento normalizzante della ragione. Pieni e vuoti, intersezioni e intersecazioni di spazi e di forme, si alternano nel variare del rapporto tra luce e ombra risolto talora in morbidi passaggi, talora in forti contrasti cromatici. E il tema della fusione delle identità si ripresenta nell'intensità delle vibrazioni plastiche di Hermes/Athena, una scultura che per l'impressionismo dei rapporti tra luci ed ombre, specialmente nel volto di Hermes, ricorda la liquefazione del nucleo plastico in Medardo Rosso. Da quel volto si libra con un possente scatto volitivo il braccio che si protende nell'aria, con la mano chiusa a pugno, mentre nel retro della testa si stampiglia, con il suo rosso vivido lo scudo da cui emergono i tratti fisiognomici di Athena. Gli attributi mitologici degli dei si mischiano, si fondono e si confondono in una scultura dalla sconvolgente unitarietà plastica. Una visione della vita in apparenza aprica, solare - in realtà un'interiorità estremamente delicata e sensibile, ognora in bilico tra fierezza e fragilità - e un amore appassionato per ogni manifestazione dell' attività artistica fanno da contrappunto ad un'immaginazione continuamente sollecitata e affollata da suggestioni fiabesche, da stramberie fantastiche, dall'affastellarsi delle simbologie in un gioco di rapporti tra realtà e sua deformazione i cui confini divengono sempre meno netti, sempre più fluidi e impalpabili. E la memoria non può fare a meno di correre a Gaudì, alla sua capacità di trasformare l'architettura in scultura, al suo dare corpo plastico a interi sistemi simbologici, nel giocare tutto sull' asimmetria e sul colore. "é necessario, senza distorcere nulla, lasciare le cose in libera asimmetria. La simmetria è propria di ciò che è piano e volerla inserire nel volume significa toglierle adattamento e carattere e ottenere una freddezza costosamente inespressiva", sosteneva con convinzione l'artista catalano. E, sul colore in architettura:" I greci, i cui templi erano di un marmo cristallino come lo zucchero, trasparente e di una bellezza per niente volgare, non esitarono a dipingerli perché il colore è vita e noi non possiamo sottovalutare questo elemento per poterlo infondere nelle nostre opere". Fantasiosa asimmetria, efficaci contrasti di colore, accostamenti imprevedibili e inaspettati di complessi apparati simbolici che spesso sconfinano nell' esoterismo, magia e mistero sembrano essere, appunto, i principali caratteri distintivi dell'opera di Marcantonio Bibbiani. Marcantonio Bibbiani narratore, grafico, illustratore, scrittore, scultore, architetto: diverse, infinite sfaccettature di una multiforme personalità che fa della entusiastica, appassionata, meravigliata, consapevole elaborazione fantastica una ragione di vita; o, meglio, il fil rouge della sua esistenza (non sono da non trascurare, infatti, la sua attività calcografica, sostenuta, anche in questo caso, da apprezzabile perizia tecnica, l'illustrazione e, di recente, anche il racconto scritto). Conversazione celeste e La nuvola prigioniera ne sono un'ulteriore convincente testimonianza. Con queste due sculture in ceramica, alcuni suoi consolidati stilemi si compongono e si articolano in un sistema espressivo in cui organicità e invenzione si incontrano con grande efficacia: il simbolo grafico a stella che trafora con imprevedibile irregolarità le superfici; la nicchia tabernacolo che racchiude ogni scena rappresentata; la capacità di plasmare con freschezza forme e colori; il saper passare con naturalezza dalla concretezza di figure riconoscibili alla suggestione di forme astratte, da frammenti di realtà a impalpabili e, insieme, fantasmagoriche, forse anche divertite visioni oniriche. é un racconto fantastico con chiari riferimenti ai fascinosi mondi delle fiabe, un racconto che si snoda per meraviglie e analogie, non per nessi logici, la cui continuità è data dall'interrelarsi delle forme e dei colori e dalle spericolate evoluzioni immaginifiche. Nessun barocchismo, nessuna concessione a sterili formalismi. Le complesse simbologie e l' arditezza tecnica delle sue opere sottendono un raro ardore di ricerca, insieme all'adesione istintuale ad alcune vitali questioni del nostro incipiente (forse anche insipiente?) secolo. Non gli è estranea, soprattutto, l'aspirazione alla libertà, una libertà individuale rispettosa degli altri, nemica delle prevaricazioni, guidata dall'estro e dalla fantasia, ma regolata dalla consapevolezza di necessari compromessi e di inevitabili rinunce. Una liberazione dai luoghi comuni, dalle furberie, dai pregiudizi, in nome dell' autenticità dell'essere, della laicità dell'esistere, del rifiuto del solo apparire, del trasparente coraggio delle scelte. Marcantonio Bibbiani, lo possiamo affermare con certezza, ha intrapreso una strada di notevole originalità in cui si intersecano componenti tra le più diverse: intelligenza, sensibilità, accesa fantasia, sincero entusiasmo, autenticità di sensazioni e immediatezza di sentimenti si intrecciano con continuità e utilizzano al meglio la perizia tecnica e la cultura figurativa che l'autore possiede in abbondanza. Un percorso i cui limiti, i cui sviluppi non sono dati a vedere, poiché la sua passione, il suo desiderio, la sua voglia di sperimentare materiali e tecniche, di provarne le resistenze anche in condizioni estreme, appaiono inesauribili.

 Ilario Luperini

 

 

Biografia

Marcantonio Bibbiani è nato a Pisa nel 1965; laureatosi a Firenze nel 1995 ha svolto negli anni a seguire libera professione di architetto occupandosi di progettazione, grafica e grafica d'illustrazione. La curiosità intellettuale e la propensione all'arte lo inducono progressivamente a cercare l'arte canonicamente intesa e dalle arti applicate giunge all'incisione calcografica (acquaforte) e alla scultura in ceramica. Seguono momenti di "sconfinamento disciplinare" come quello nella scrittura. La frequentazione assidua delle botteghe artigiane di Montelupo Fiorentino (FI) gli consente di approfondire e sviluppare la conoscenza tecnica sulla ceramica e di potere avviare una propria ricerca personale in scultura con quella che diviene nel frattempo la materia espressiva prediletta. Parallelamente al dipanarsi delle esperienze artistiche, matura l'interesse al suo operare e prende avvio la crescente selezione a mostre collettive nazionali per le varie espressioni artistiche esperite. Dal 2007 le prime personali d'arte e l'apertura di un proprio laboratorio di scultura in via Urbania a Montelupo Fiorentino. Mostre 2007 Capraia Fiorentina (FI), Ex Fornace Pasquinucci , personale di scultura, Assessorato dei Comuni di Capraia e Limite (FI), a cura di "Eco d'Arte Moderna" (FI)
Artista del mese (febbraio) per Galleria Sekanina, Ferrara
Ferrara, Galleria Sekanina, "Geografie del corpo", collettiva
2006 Lecce, vincitore Premio Rembrandt 2006 per la cultura e l'arte, Alto Patrocinio Regione Puglia, Università Studi di Lecce, Comune di Lecce, su iniziativa di "Italia in Arte"
Taormina (ME), Palazzo Corvaja, Regione Sicilia, Provincia di Messina, Ass.ne culturale Athena e Centro Diffusione Arte, collettiva
Pisa, Chiesa di S.Zeno, "Architetti pittori pisani", Assessorato del Comune, Ordine degli Architetti di Pisa, collettiva
Certaldo (FI), Palazzo Pretorio, vincitore Premio Italia per le Arti Visive 2006, Regione Toscana, Comuni di Firenze, Certaldo (FI), a cura di "Eco d'Arte Moderna" (FI), collettiva
Capraia F. na (FI), ex Fornace Pasquinucci, Regione Toscana, Comuni di Firenze, Capraia e Limite (FI), a cura di Eco d'Arte Moderna (FI) collettiva
Roma, Percorsi di Pace IV, Comune di Roma XI Municipio, mostra itinerante nelle Municipalità della Capitale, a cura di Galleria GARD, collettiva
Roma, Sale del Bramante, Piazza del Popolo, OPENART 2006, Regione Lazio, Provincia di Roma, Città di Roma, a cura di "Marguttarte", collettiva
Pubblicazione di grafica su "TarocchiEvoluti", a cura di "Hermatena" (BO); collettive a: Faenza, Galleria Muky, Loggetta del Trentanove; Ferrara, Libreria Segnalibro; Parma, Accademia di Belle Arti.
2005 Pisa, Centro dei Borghi IPERCOOP (PI), vincitore sezione grafica 2006, Comune di Cascina (PI), a cura di "Idearte" (PI), collettiva
Lucca, Palazzo Ducale, vincitore Racconti nella rete edizione 2005, antologia a cura di Luccautori (LV), Edizioni Newton & Compton, Roma, concorso letterario

Riola di Vergato (BO), V Festival di Hermatena (BO), collettiva

Monza (MI), Galleria AD ARTE, Naturalia, a cura di Ad Arte, Osservatorio sull'artigianato artistico d'Italia, collettiva

Venezia, Chiesetta del Sangallo, Progetto Esserci, Padiglione Italia, Biennale di Venezia, collettiva Follonica (LI), locali della
Follonica (LI), locali della Dogana, Comune di Livorno, Città di Follonica, a cura di "Idearte", collettiva


2004 Torino, Lingotto Fiere, TorinoComix 2004, a cura di TorinoComix e Accademia Pictor, collettiva
2003 Faenza, Museo Internazionale della Ceramica, "La/orma tra continuità e innovazione", collaterale MIC Faenza 2003, Regione EmiliaRomagna, Comune di Faenza, collettiva

2001 Pisa, Palazzo Lanfranchi, GAI II Biennale, Comune e Città di Pisa, collettiva

Viareggio, Oniridea: lo spazio onirico, architetture di sabbia, Comune di Viareggio, a cura di GVM design, performance

Bagnacavallo (RA), Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne, "Repertorio degli Incisori Italiani anno 2001 ", Regione EmiliaRomagna, Comune di Bagnacavallo, collettiva

Montelupo F. no (FI), Cappella della Misericordia, "Omaggio a Picasso", Comune di Montelupo F.no (FI), collettiva

2000 Firenze, Ex Stazione Leopolda, Apre 2000, expo' d'arte e design, Regione Toscana, Comune di Firenze, collettiva