Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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Il sogno di Afrodite

Renzo Maggi


Opere di scultura

inaugurazione: 24 marzo 2007 - h 17.00

esposizione: dal 24 marzo al 9 aprile 2007

luogo: Sala delle Grasce - Chiostro di S. Agostino - Pietrasanta

orario: 16.30-19.30; lunedi chiuso

ingresso libero


Comunicato stampa

(versione in pdf)

 

Creature divine dal fascino enigmatico, imponente, maestoso, così presenti da catturare lo spettatore in un'avvolgente seduzione. E' un gioco di velati sguardi, di parole celate, di sensazioni profonde che scaturiscono direttamente dall'anima della pietra. Nella grazia diafana di Afrodite, Renzo Maggi venera la perfezione del marmo, l'infinito candore, l'intensità della secolare materia. Un percorso espositivo come un'apparizione, un improvviso squarcio nel buio, una luminosa visione del Mito, che si compie nella Sala Grasce del Chiostro di Sant'Agostino dal 24 marzo al 9 aprile 2007.

Il palpito suadente del marmo guida la mano dell'artista nella sua avventura creativa. La statica durezza diventa fluida espressione di sinuose linee e morbide forme. Lo scalpello aggredisce nel tumulto dell'ispirazione la silente pietra fino a catturare un afflato vitale nella rude freddezza. Dall'ombra emergono figure umane: volti e corpi che ci parlano del mistero dell'esistenza, del tenue confine tra l'essere ed il non essere, tra la luce e l'oscurità.
"Il suggestivo itinerario espositivo (o istallazione, se si preferisce) che Maggi qui si propone di realizzare attraverso una decina di sculture - scrive nel saggio critico del catalogo Giuseppe Cordoni - è quello di rendere percettibile nel buio della Sala delle Grasce, come un'apparizione, ciò che Afrodite sta sognando: innanzitutto la mano d'uno scultore capace di riportarla alla luce, poi la diafana visione del suo volto sprofondato nel sonno. Immagini sfuggenti del proprio corpo ideale, il profilo di Marte e di Vulcano addomesticati dal suo splendore. E forse persino un giovane fanciullo alato: un piccolo Eros capace di tornare a trafiggerci".

 

"Con grande piacere ospitiamo questa personale dell'artista versiliese Renzo Maggi - afferma l'assessore alla cultura Daniele Spina - nella sua scultura c'è tutta l'antica e preziosa cultura dell'arte che è propria di questa terra. Passione, abilità, lunga esperienza ed una innata sensibilità creativa rendono Maggi un alto testimone dell'importante realtà artistica che Pietrasanta rappresenta".

 


Mostra: Il sogno di Afrodite
Artista: Renzo Maggi
Date esposizione: 24 marzo - 9 aprile 2007
Luogo: Chiostro di Sant'Agostino, Sala Grasce - Pietrasanta
Orario: 16.30-19.30; lun. chiuso
Ingresso: libero
Inaugurazione: sabato 24 marzo, ore 17.00



Ufficio Stampa - Assessorato alla Cultura
Comune di Pietrasanta
tel. 0584/795500; fax 0584/795588
e-mail: cultura@comune.pietrasanta.lu.it
www.comune.pietrasanta.lu.it

 

Presentazione

Il palpito suadente del marmo

Il palpito suadente del marmo guida la mano dell' artista nella sua avventura creativa. La statica durezza diventa fluida espressione di sinuose linee e morbide forme. Lo scalpello aggredisce nel tumulto dell' ispirazione la silente pietra fino a catturare un afflato vitale nella rude freddezza. Dall' ombra emergono figure umane: volti e corpi che ci parlano del mistero dell' esistenza, del tenue confine tra l' essere ed il non essere, tra luce e l' oscurità.

Creature divine dal fascino enigmatico, imponente, maestoso così presenti da catturare lo spettatore in un avvolgente seduzione. E' un gioco di velati sguardi, di parole celate, di sensazioni profonde che scaturiscono direttamente dall' anima della pietra. Nella grazia diafana di Afrodite, Maggi venera la perfezione del marmo, l' infinito candore, l' intensità della secolare materia. Un suggestivo itinerario espositivo, un apparizione, un improvviso squarcio nel buio, una luminosa visione del Mito.

Con grande piacere ospitiamo nella sala delle Grasce del Chiostro di Sant' Agostino questa personale dell' artista versiliese Renzo Maggi. Nella sua scultura c'è tutta l' antica e preziosa cultura dell' arte che è propria di questa terra. Passione, abilità, lunga esperienza ed una innata sensibilità creativa rendendo Maggi un alto testimone dell' importante realtà artistica che Pietrasanta rappresenta.

L'Assessorato alla cultura

 

Critica

Attraversando il sogno di Afrodite
Classicità ed invenzione nella scultura di Renzo Maggi


Dinnanzi alla maestà di una montagna
Alla Rotta, monte che evoca la violenza di secolari e devastanti alluvioni, appena fuori di Pietrasanta, deviato dalla volontà del grande Cosimo I dei Medici, il fiume subisce una sterzata a gomito che ne squaderna lo spettacolo sulla montagna che, oltre gli argini, lo sovrasta. Negli asciutti mattini d' inverno, vi è un' ora in cui la luce diamantata scolpisce la struttura di un immagine cattedrale. Perché tale, da qui ci appare l' Altissimo nella sua solitudine vertiginosa. Quando l' ombra dei fianchi dirupati incide la roccia viva in perfette simmetrie di volumi e figure addormentate. Di che stupirci se fu proprio la fantasia michelangiolesca qui a restare stregata? Provo a supporre quale altra festa della mente anche un Cezanne avrebbe saputo cavare, se come dinnanzi al suo Mont Sainte Victorie, avesse avuto la ventura di contemplarlo.
Regalità di una vetta incantata nel suo silenzio e voce mitica del fiume che sgorga dalle sue viscere. Un nome e la sua terra: il Versilia e La Versilia, di marmo e di acqua Stabilità e mutamento, il maschile e femminile congiunti nell' emblema di un paesaggio. Persistere e partorire. Le lisce pareti che si tuffano temerarie nell' azzurro, e materne le mani della corrente che plasmano ciottoli dolci. Un lavoro perenne dell' acqua che insegue la forma più pura. Tenacia e pazienza degli stessi elementi naturali, la cui azione qui già sembra prefigurare quella che è stata la vocazione estetica di questa terra: esprimere in ogni tempo l' amina della scultura. Quell' amina plastica che accende, ispira e sostiene l' onesta e appassionata ricerca di Renzo Maggi. Versiliese, scultore dal marcato volto etrusco e dalle mani tenaci. Che sanno confrontarsi in diretta con la pietra, aggredirla e accarezzarla sino ad esaltare l' anima terrestre, sino a piegarla alle invenzioni delle sue forme sognate. Per decenni, egli si è sposato per l' Europa, come un esule che ancora insegua un suo miraggio di classicità beltà mitigatrice in un tempo che la nega persino nel ricordo..Sempre ubbidendo a quel rigore del modellato, a quell' esprit de finesse esecutiva che ancora è riuscita ad educare le mani dei maestri versiliesi della sua generazione, sempre filtrando le più atroci dissonanze del' altro secolo e la sua insostenibile brutalità, ancora una volta attraverso l' inesauribile modulazione simbolica degli archetipi del mito classico.
Per seguitare ad alimentarsene, egli non poteva continuare a vivere in qualche asettico e ordinatissimo, elvetico suburio urbano. Troppa acuta era la nostalgia per queste sue prime radici. La sua arte, come una perla, per poter ganire, doveva riappropriarsi del guscio creativo più consono al proprio sviluppo. E quale poteva essere migliore di quello di Renzo Maggi, da una decina di anni, ha ritrovato qui alla Rotta, in questo suo studio addossato proprio a, l ' argine del fiume, dinnanzi all' Altissimo che amoroso ed eterno lo sorveglia.

Tornando sulle tracce di Afrodite

Le quattordici opere qui esposte da Renzo Maggi nella Sale delle Grasce, bene incarnano lo spirito di questo suo ritorno alla matrice originaria della sua formazione di scultore versilise . Eros e marmo ne costruiscono il primo ed inscindibile binomio. Il corpo rosato di una dea e il cuore più puro del marmo. La sua memoria di ragazzo ne è rimasta per sempre meravigliata. Nei vecchi studi Pietrasantini dove Renzo ha appreso i primi rudimenti del mestiere, senza scontri, convivevano figure sacre e profane.
Vedeva dai bianchi blocchi fiorire drammatiche Vie Crucis accantonato a grandi angeli consolatori. Dolcissime Madonne con Bambino e austere sembianze di santi. Ma dove veramente si misurava la mirabile perizia dei traduttori - copisti era sopratutto nei corpi vagheggiati di Afrodite. Da Prassitele a Canova, quello che è stato l' emblema universale della bellezza diventa banco di prova delle mani più felici, era sull' idea, persistente e cangiante al tempo stesso, di un eros scolpito attraverso i millenni che esse erano chiamate a cimentarsi. Lì fra il canto ritmato degli scalpellini e nubi di polvere bianca, quale corpo più avvincente della dea dell' amore emergeva a sedurre il suo sguardo adolescente? E come dimenticare quel docile candore della pietra che ci piegava sino a farsi luminescente riflesso di carne viva?

Evocando dal buio del ricordo

Ogni scultore ancora degno di questo nome non può non sentire nel materiale che predilige la via maestra attraverso la quale egli entra in comunione con il corpo stesso del mondo. Dinnanzi alla cristallina perfezione del marmo, come ignorare quale straordinario vettore di bellezza la natura metta a sua disposizione per dar consistenza e figura a sogni ed emozioni? Allo stesso tempo, come non sgomentarsi dinnanzi alla portata dello scempio che, irreversibile, devasta e sfigura questo nostro pianeta?
Ecco, proprio attraverso quest' inaugurabile nostalgia di Afrodite, Renzo Maggi trasfigura uno suo ideale di beltà martoriata. Nella misura dei classici dai Greci al Canova, la dea dell' eros, quante volte incarnandosi nel marmo, è apparsa come un antidodo alla brutalità devastatrice che albenga nel cuore umano! Ora, in questa nostra brutale post-moderna aridità, Maggi immagina che sia la stessa Afrodite, dal suo sogno, ad invocarlo. Scolpiscimi ancora - lo supplica senza stancarsi. Scolpisci un icona di grazia che è sfumata dai vostri cosi tetri orizzonti quotidiani.
E' una preghiera che risale da remote e mitiche regioni del ricordo Balena per visioni cangianti e inafferrabili come quelle che abbiamo in sogno. Ciò che Maggi si sforza di afferrare, non è mai l' integrità, il tutto tondo delle figure che la dea gli suggerisce, tradotte in una statica consistenza reale. Quale quasi insormontabile distanza lo separa ( e ci separa) ormai dal suo giardino smarrito. Cosicchè non può darsi, per lui che di una dinamicissima poetica del frammento. Subitamente evocata, colta in un istante dal suo mutevole apparire, ogni sua mutila figura addensa un significato poetico che la trascende e che rimanda ad un intima esigenza di completezza tanto agognata ormai improbabile.

Le risorse espressive di uno stile

La plastica mobilità con cui questi scorci di corpi favolosi irrompono dalla pietra, si manifesta in una sintesi che si avvale di un' incredibile varietà di registri espressivi. Pertanto, come ad inseguire l' urgenza con la quale essi balenano alla mente dell' artista, Maggi quasi sempre li scolpisce senza prendere i punti da un modello. Aggredisce, infatti il blocco in diretta, procedendo con il classico il levare, con una giustezza tecnica in grado di piegarla materia sino alla forma e ai valori tattili desiderati. Capita, allora , che la sapienza dell' anima del marmo conviva con la sintesi di un consapevole sincretismo formale che agglutina efficacemente stilemi classici con gli esiti più innovativi della scultura di oggi .Di volta in volta, si dà il caso che la più grezza buccia di madre cava coesista con canoviane modulazioni di una pelle viva. Al ritmo delle femminee movenze di antiche veneri (Nostalgia di Afrodite), si accompagna l' irruenza di improvvise torsioni michelangiolesche (La sorpresa di Vulcano). La magnifica rivelazione della nudità che tanto ci sorprende in Modigliani, permane qui come omaggio ad un bisogno di luce (Risveglio di Afrodite). Dinnanzi ad una riemergente barbarie estetica di massa, quello di Maggi ci appare come uno sguardo trasversale sul passato. Viva sintesi di un riassunto formale nel quale egli manifesta la persistenza e la precarietà di un aspirazione irrinunciabile all' armonia.

Fra pretendenti e rivali: il potere di Afrodite
Ma ciò che meglio caratterizza la sua essenza si scultore all' antica è quella perfetta consonanza che, in ognuna di queste opere esposte, sempre si registra fra soggetto rappresentato e materiale prescelto. Ben lo si percepisce già nelle molteplici anime, umori ed apparenze della dea dell' amore. Innanzitutto nell' erotico - estatico abbandono del suo volto dormiente. Ad emergere dal sogno non che questo suo viso attraverso da un languore infinito. Questa bocca semichiusa in un sospiro di rapita dolcezza, queste onde di capelli che ne moltiplicano il palpito come un mare. E' di prodigio di una lenta levigatura a pelle d' uovo a generare dalla cristallina porosità di uno statuto carrarese questi stupefacenti effetti chiaroscurali (Il sogno di Afrodite).
Altrove è invece, una alabastrina luminescenza a rivelarsi da una quasi sagoma del suo corpo mutilo della testa e delle braccia. Parvenza di una divina nudità adolescente, quasi un calco ridotto della Mitica Venere di Milo. O una sua citazione, discretamente evocata in un ritaglio di bassorilievo dallo spessore minimo: una lastra di rosa Del Portogallo, trafitta da riflessi evanescenti, appena modulata nei piani rarefatti da troppa lucentezza, compresa entro spigoli acuti che la rendono a noi cosi lontana e inafferrabile.(Nella luce segreta di Afrodite).
Di certo le virtuosità espressive della materia rispondono soltanto a chi le ama. Quanto più le si addomestica ad un una ricerca instancabile. Basta vedere in che modo la calda e dorata sontuosità di un giallo di Siena qui si esalti per meglio esprimere tutta l' ebbrezza di un Dionisio innamorato. Ad inebriarlo, a sedurlo a renderlo nello stesso istante più lucido e fuori di senno, non più né vino, nè il nettare degli dei. Quanto, invece l' amore di Afrodite. E come sempre accade in ogni vertigine amorosa , i sensi ed il cuore si esaltano nel più acuto dei contrasti fra il buio e luce. Sotto la maschera del dio travolto dal desiderio, Maggi plasma l' incandescente metamorfosi della percezione dionistica. Plasma una bocca solare che canta e grida, o che invoca e dispera. Plasma uno sguardo stravolto che si biforca in una contrapposizione direzione.
Uno sguardo che, all' istante, si sporge sul tutto e il niente. Un occhio incantato o accecato. L' oltre a portata di mano, o la realtà che finisce abolita da troppo ed indomabile fulgore. Verità e inganno, sempre pronti a illuminarci o a sedurci...Mentre lei, Afrodite che semina bellezza, nelle mani pazienti del suo ultimo umile servitore versiliese, non si arrende all' evidenza del brutto che ormai dilaga. Perciò ella non si stanca mai di inaugurare altre scaramantiche autore. Come quella in cui Maggi - nell' opera esemplare più recente - la immagina al suo risveglio.
Anche questa volta nell' estasiante candore di un marmo carnicino come quello che ancora albenga in qualche riposto filone della Cave delle Cervaiole. Un marmo dalla grana finissima e cipriata. L' unico ancora degno di reggere all'innocenza di un'alba omerica in cui seguiteranno a svelarsi mitiche dita rosa. Un marmo dell' Altissimo, si intende...

Pietrasanta, 10 marzo 2007

Giuseppe Cordoni

Biografia

E' nato a Seravezza nel 1944. Diplomatosi Maestro d' Arte nel 1961 presso l' Istituto Stagio Stagi di Pietrasanta e inizia il suo apprendistato sotto la guida dello scultore Leonida Parma. Dopo un breve periodo a Milano si trasferisce in Svizzera dove si dedica prevalentemente alla scultura e alla pittura. In questi anni dirige anche un quindicinale di politica e cultura in lingua italiana. Nel 1992 rientra in Italia. Esegue molte opere pubbliche e private. Le ultime in ordine di tempo sono nel 2006 il monumento celebrativo: "L'anima di un paese" dedicato ai cavatori del Monte Corchia, collocato nel centro di Levigliani di Stazzema (LU). Il grande gruppo marmoreo, Archetipo, per l' erigendo Giardino di Via della Pace a San Giovanni in Persiceto (BO). La figura di tennista , destinata al Tennis Italia di Forte dei Marmi(LU). Va ricordata inoltre la grande mostra personale tenutasi nel 2005 nel giardino del Museo Archeologico Nazionale di Firenze.
Attualmente sta realizzando, su commisione del' Associazione Aereonautica, un monumento dedicato agli aviatori, che avrà la sua collocazione sul Lungomare di Viareggio e sarà inaugurato nel prossimo giugno 2007 con l' esibizione delle Frecce tricolori Numerose le mostre personali e collettive a cui ha partecipato in Italia e nel mondo. Dal 1998 collabora ed espone con la Kens' Art Gallery di Walter Bellini a Firenze. Espone inoltre in modo permanente negli spazi della galleria Open One di Pietrasanta. Vive con la moglie Elena e i figli Ariele e Arturo in Versilia e lavora nel suo studio di Pietrasanta in Via San Bartolomeo, 39.