Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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A vantaggio dell'arte e degli studi. Vincenzo Santini e la cultura storico-artistica nella Versilia dell'Ottocento

Celebrazioni del bicentenario della nascita di Vincenzo Santini


Mostra artistico-documentaria

inaugurazione: 7 luglio 2007 - h 19.00

esposizione: dal 7 luglio al 7 ottobre 2007

luogo: Aula Magna I.T.C.G. "Don Lazzeri" - Pietrasanta

orario:18.30-20.00/21.00-24.00

ingresso libero


Comunicato stampa

Presentazione

Un talento multiforme, tra arte e storia

Duecento anni fa nasceva Vincenzo Luigi Santini, scultore e storiografo che molto contribuì allo sviluppo artistico di Pietrasanta ed alla ricerca della sua identità storica. Un personaggio complesso e multiforme il cui studio, ancora oggi, riserva sempre grandi sorprese. Stimato scultore di cui possiamo ammirare in città eloquenti espressioni come il monumento al Granduca Leopoldo II in piazza Duomo, Santini fu allievo di Pietro Tenerani e di Albert Thorvaldsen, ebbe rilevanti contatti con l'ambiente artistico culturale romano. Non meno significativo fu il ruolo giocato nell'istituzione della Scuola d'Arte cittadina. Istituzione che si lega strettamente al suo nome e che divenne ben presto una ricca fucina di artisti e maestranze artigiane all'origine dello sviluppo della moderna industria dei marmi di Pietrasanta. Santini ebbe ben chiara l'importanza di "investire" sulla vocazione artistica, sulla necessità di formare personale specializzato in ogni tipo di lavorazione; capì, insomma, che la scultura poteva essere il volano di un ampio sviluppo per tutto il territorio.

Maggiormente nota è probabilmente la sua attività di studioso e cultore di storia, soprattutto locale. Autore dei famosi "Commentari Storici sulla Versilia Grande", Santini ci offre un coinvolgente quadro storico - documentario della nostra terra, una preziosa fonte di informazioni imprescindibili in ogni ricerca.

"A vantaggio dell'arte e degli studi" è dunque un percorso espositivo che ci consente di conoscere da vicino questo illustre cittadino, probabilmente assai poco noto alle nuove generazioni ed al tempo stesso così versatile da mostrare sempre nuovi aspetti della sua feconda personalità artistica ed intellettuale anche ai più edotti in materia.

Un sentito ringraziamento all'Istituto Don Lazzeri che ospita nelle sue belle sale la mostra, alla Banca della Versilia e della Lunigiana per l'importante contributo alla realizzazione del catalogo, ai curatori Cinzia Nepi e Andrea Tenerini che con i loro appassionati studi ci presentano un ritratto inedito di Vincenzo Santini nella sua dimensione di uomo, letterato ed artista.

L'Assessorato alla Cultura

 

Critica

Sulla scia di un generale rinnovato interesse e di una complessiva rivalutazione dell' arte e della cultura della prima metà dell' ottocento , riconsiderare , a duecento anni dalla nascita, la figura singolare e l' opera multiforme di Vincenzo Santini può contribuire a incrementare la conoscenza di un periodo, talvolta iniquamente confinato tra i "minori" , nel quale sono state poste le basi per la rinascita e lo sviluppo dell' attività artistica in Versilia , oggi elemento essenziale del tessuto socio-economico locale.
Santini è un personaggio che ha lasciato segno non solo nelle opere scultoree e negli scritti a carattere storico-erudito ed eclettico ma, probabilmente, va sopratutto ricordato per il ruolo svolto nella creazione e mantenimento di una scuola d' arte applicata dove, attraverso il suo fattivo contributo, nella seconda metà dell' Ottocento ebbe l' opportunità di iniziare a risorgere nella città di Pietrasanta l' antico mestiere della lavorazione artistica del marmo, che pur vantando un illustre tradizionale dai secoli XV e XVI, era divenuto pressoché assente.

"Con utilità del municipio, che vi concorresse, si è creduto che possa convenire di mettere a profitto l' industria, e l' abilità del Santini medesimo destinandolo ad insegnare gli elementi di scultura in Pietrasanta, ove per la vicinanza delle cave di Seravezza è da ritenere che molti si rivolgerebbero all' arte di lavorare il marmo con utile del Paese, nel quale sorgerebbero nel tal modo in più numero e più abili gli sbozzatori di statue e scarpellatori di quadro". Così si esprime nel 1842 il governo fiorentino, proponendo al comune di Pietrasanta di impegnare nell' inserimento lo sfortunato scultore, vittima in quell' anno di un grave incidente, in seguito a cui subì l' amputazione di un arto, mentre stava completando il modello in gesso del monumento a Leopoldo II di Toscana.
L' approfondimento della figura del Santini, proprio per la sua complessità , ha imposto l' esigenza di estendere l' analisi all' ambiente entro cui egli operava , a seguirne le vicende iniziali, la brillante carriera intrapresa, gli interessi, i rapporti con il mondo della scultura e con le altre espressioni artistiche e intellettuali , non solo di ambito locale. Ne è emerso così uno studio che- andando oltre lo stesso scultore e storico- si propone di abbracciare parte della storia artistica e culturale dell' Ottocento versiliese. A vantaggio dell' arte e degli studi. Vincenzo Santini e la cultura storico-artistica nella Versilia dell' Ottocento , grazie ai contributi degli autori dei saggi iniziali, al catalogo delle opere ed agli approfondimenti dedicati ai singoli reperti, al di là della circostanza delle celebrazioni, intende suggerire alcune indicazioni ed aprire nuove prospettive per l' approfondimento di un secolo nodale per la storia artistica del nostro territorio, che, fino ad ora troppo poco indagato, attende solo di essere svelato ed apprezzato nella sua ricca e poliedrica valenza.

  Cinzia Nepi e Andrea Tenerini

Biografia

Vincenzo Santini nato a Pietrasanta il 2 luglio 1807 in una casa posta in Piazza del Duomo a ridosso della Rocchetta Arrighina (dove figura una lapide collocata nel 1885), dopo aver frequentato la Scuole Pie dei Padri Scolopi in S. Agostino si dedico all'apprendistato della scultura. Frequentò a Roma la prestigiosa Accademia di San Luca e lo studio del famoso scultore Pietro Tenerani, coltivando nel frattempo gli interessi per la storia antica e l'archeologia sotto l'insegnamento di Antonio Nibby. Nel 1842, mentre a Roma stava lavorando al modello della colossale statua al Granduca Leopoldo II da collocarsi sulla piazza centrale di Pietrasanta, cadde dall'impalcatura fratturandosi una gamba che gli venne amputata. Per soccorrerlo dopo questa sventura, secondo i voleri del Granduca e della comunità di Pietrasanta, fu nominato insegnante di elementi di scultura nella Scuola di Belle Arti che fu eretta nell'occasione e che egli diresse per oltre un trentennio formando generazioni di giovani artigiani scultori e contribuendo in modo determinante alla rinascita di tale attività in Pietrasanta e nella Versilia. Tra il 1858 ed il 1863 pubblicò in sei volumi le vicende storico-artistiche della Versilia centrale, opera rimasta insuperata per il quadro complessivo che offre e l'ampio arco temporale che illustra. A lui si devono inoltre altri scritti di vario argomento, tra cui la Guida delle Alpi Apuane, scritta insieme allo Zolfanelli. Morì a Pietrasanta il primo agosto 1876 lasciando il proprio archivio al Comune.