Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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Vocazione

Valerio Berruti


Opere di pittura

inaugurazione: 3 aprile 2004 - h 18.00

esposizione: dal 3 aprile al 2 maggio 2004

luogo: Chiesa di S. Agostino - Pietrasanta

orario: 16.00-19.00; lunedi chiuso

ingresso libero 


Comunicato stampa

(versione in pdf)

 

Contatto Stampa: Alessia Lupoli
Ufficio Stampa
Gabinetto del Sindaco
Comune di Pietrasanta
tel. 0584/795226; fax 0584/795269
"Alessia Lupoli"

 

Mostra: Vocazione
Artista: Valerio Berruti
Date esposizione: 3 aprile - 2 maggio 2004
Inaugurazione: 3 aprile 2004, ore 18,00
Luogo: Chiesa di S. Agostino - Pietrasanta
www.museodeibozzetti.com
Orario apertura: 16,00-19,00 / lunedì chiuso


L'Assessore alla Cultura, Massimiliano Simoni, e il Comune di Pietrasanta sono lieti di presentare Vocazione, suggestiva installazione realizzata ad hoc per la Chiesa di Sant'Agostino dal giovane artista di talento Valerio Berruti con musiche di Lucio Disarò. L'esposizione, che si terrà appunto nella Chiesa di Sant'Agostino di Pietrasanta dal 3 aprile al 2 maggio 2004, s'inaugurerà con la partecipazione dell'artista sabato, 3 aprile 2004 alle ore 18,00. L'evento è stato organizzato dalla Galleria Spirale Arte, che ha edito anche il catalogo della mostra curato da Cristina Ghisolfi con testi di Gianluca Marziani, curatore della mostra.

 

Vocazione è una storia raccontata attraverso immagini affrescate in stile minimalista. Sono nove tele di grandi dimensioni (300x400 cm) in juta non intelaiata appese alle travi in legno della capriata. La chiesa, rimanendo nella penombra, fa risaltare ancora di più le opere, unici oggetti illuminati, che sembrano così fluttuare nel vasto spazio. Il soggetto è un fanciullo, la cui storia si svolge nelle diverse fasi della ‘chiamata', della ‘vocazione'. Il visitatore segue un percorso attraverso le tele scandito da una musica lenta, ritmata, studiata per la mostra da Lucio Disarò, giovane musicista albese amico dell'artista.

 

Valerio Berruti è nato ad Alba nel 1977. Laureato in critica d'arte presso l'Università agli Studi di Torino, vive e lavora a Verduno, in provincia di Cuneo, in una chiesa sconsacrata del 1600, acquistata e restaurata dall'artista nel 1995.

 

L'Assessore Simoni così commenta Vocazione: "Valerio Berruti, giovane artista piemontese, presenta per la prima volta a Pietrasanta la sua Vocazione, esposizione appunto creata ad hoc per la Chiesa di Sant'Agostino. Un allestimento apparentemente semplice, lineare ed immediato, ci introduce al percorso della Vocazione, che ‘esplode' con il suo finale in un'apoteosi essenziale, ma estremamente significativa. Il protagonista, come nella maggior parte dei suoi dipinti, è un bambino, che ci guida nella velata profondità delle tele attraverso l'immensità della chiesa. È un fanciullo o è l'artista stesso, o addirittura il visitatore che percorre questo tragitto artistico-spirituale? Spirituale non perché siamo all'interno di una chiesa, ma perché provoca, pur nella sua espressione mantenuta ai minimi termini, emozioni forti, che toccano le corde dell'anima. La Vocazione di Berruti diventa così un'elevazione ad un'altra dimensione: attraverso le sue immagini-guida lo spettatore si sente trasportato su di un altro piano, che poi adatta al proprio istinto. Questa Vocazione può diventare perciò una naturale ascesi verso l'arte tramite lo spirito trasmesso dalle tele stesse o, al contrario, un movimento dello spirito attraverso l'arte. Ognuno di noi, grazie a Berruti, lascerà libero il pascoliano fanciullino che c'è in noi, che ci trasporterà, aereo ed intangibile, oltre il Sant'Agostino, dentro la profondità del nostro io. Desidero ringraziare sentitamente Valerio Berruti e Spirale Arte per averci regalato quest'opportunità per una profonda emozione artistico-spirituale, unica ed irripetibile."

 

Luca Beatrice: "Valerio Berruti è un giovane purista. I suoi profili lievi toccano la tela di iuta con la penetrazione di un grido. Traccia sottile che disegna figure di bambini che si stagliano sopra i fondi chiari, risparmiati, come si diceva un tempo, non finiti, inconclusi. Sinopia di narrazione che si attende, con calma e pazienza."

 

Alessandro Riva: "Valerio Berruti ci parla di eroi insieme modernissimi e antichi. Ci parla dei mille piccoli eroi inconsapevoli, dei tanti, innocenti eroi gettati a manciate giorno dopo giorno nelle nostre case dalla luce bluastra del televisore. Ma per farlo utilizza una figura retorica, che è quella del racconto a sfondo religioso, del racconto un tempo edificante delle vite dei santi e dei martiri, che è ancora, e nonostante tutto, una delle migliori metafore che esistano al mondo per raccontarci ciò che sta dietro le quinte di quello che vediamo e viviamo quotidianamente. [...] Valerio Berruti ha scelto di vivere e lavorare in una chiesa, seppur sconsacrata, perché sa, sente, che oggi come ieri il valore simbolico dei luoghi, delle immagini, delle architetture ristagna immutato nel profondo della nostra mente. Sa che l'arte è fatta di simboli, e di simboli, da artista, si nutre quotidianamente. Berruti ha scelto di lavorare su simboli che sono insieme estremamente personali, intimi, e assolutamente generali e universali. Ha scelto di guardare al proprio privato, alla propria storia individuale per parlare alla memoria di tutti noi. [...] Berruti ha scelto di utilizzare un linguaggio, quello dell'affresco e del segno libero e leggero del pastello, che è il linguaggio elementare, basilare della pittura. Ha scelto il linguaggio della pittura sacra e quello povero, francescano e fondante del disegno, e lo ha fatto per dirci che le sue sono storie e immagini elementari, primarie, sono l'origine del nostro immaginario più privato e insieme quello del nostro inconscio collettivo, dove i santi bambini sono i nostri vicini, sono i nostri ex compagni di giochi, siamo noi e i nostri figli [...] I lavori di Berruti non parlano alla nostra testa né ai nostri occhi, ma si rivolgono direttamente al nostro inconscio, con la forza di feticci e di icone capaci di colpire in profondità tutte le nostre certezze e i nostri più radicati valori. Ci parlano degli altri, della società in cui viviamo e in definitiva di noi stessi, del nostro passato e del nostro incerto futuro."

 

Tra le più importanti mostre personali di Valerio Berruti si ricordano: Epitaffi a cura di Stefano Cavallotto, Chiesa d'arte, Verduno (1997); Cromosomi ribelli a cura di Arturo Buccolo, Chiesa d'arte, Verduno (1998); Un santo vacante a cura di Axel Mariano Iberti, ex-Chiesa di San Giuseppe, Alba (1999); Works to New York a cura di Corrado Barolo, Private Hall, New York (1999); Berruti & Tibaldi a cura di Olga Gambari, Galleria Maze, Torino (2000); Anime a cura di Bruno Sullo, La Casa dell'Arte, Rosignano Marittimo, LI (2000); Valerio Berruti a cura di Raffaella Bacarelli, Galleria Eloart, Ischia (2001); Saint Kids a cura di Guido Curto, Galleria Art & Arts, Torino (2001); Sacre rappresentazioni a cura di Alessandro Riva, Galleria Spirale Arte, Milano e Pietrasanta (2002); Summertime a cura di Olga Gambari e Gian Luca Favetto, Galleria 41artecontemporanea, Torino (2002); Galleria Sibernagi, Daverio, VA (2003); Brothers a cura di Chiara Guidi, Galleria Arte&Altro, Gattinara (2003); Family Values, Galleria Spirale Arte, Verona (2003); Galleria Mari artecontemporanea, Imbersago, LC (2003); Galerie Markus Nohn, Frankfurt (2003).

 

Valerio Berruti ha partecipato anche a diverse mostre collettive tra cui: 2001: Artissima, Torino; Oggetti d'Artista, Fusion Gallery, Torino; Incontriaverduno, Castello di Verduno, Verduno (Cuneo); 18x24, Stamperia Contemporanea, Torino. 2002: ArteFiera, Bologna; Col sale, Galleria In Arco, Torino; Sebastiane, una interpretazione, Galleria Narciso, Torino; MiArt, Milano; Fermata provvisoria, Salone del Libro, Torino; Infanzie 27 pittori per 27 poeti, Battistero di San Pietro, Asti; Giovane immaginazione, Galleria Spirale Arte, Pietrasanta; Sguardi, Galleria Arte&Altro, Gattinara (VC); Galleria d'arte moderna e contemporanea, Piombino; Works on paper, Studio Tommaseo, Trieste. 2003: Cioccolatarts, Cavallerizza Reale, Torino; Baby Gang, Galleria Spirale Arte, Milano; Sorsi di pace nell'arte contemporanea, Distelleria Francoli, Ghemme; Meeting of Young Artists, Maregaris Gallery, Amfilokhìa.

Presentazione

Valerio Berruti, giovane artista piemontese, presenta per la prima volta a Pietrasanta la sua Vocazione, esposizione appunto creata ad hoc per la Chiesa di Sant'Agostino. Un allestimento apparentemente semplice, lineare ed immediato, ci introduce al percorso della Vocazione, che ‘esplode' con il suo finale in un'apoteosi essenziale, ma estremamente significativa. Il protagonista, come nella maggior parte dei suoi dipinti, è un bambino, che ci guida nella velata profondità delle tele attraverso l'immensità della chiesa. È un fanciullo o è l'artista stesso, o addirittura il visitatore che percorre questo tragitto artistico-spirituale? Spirituale non perché siamo all'interno di una chiesa, ma perché provoca, pur nella sua espressione mantenuta ai minimi termini, emozioni forti, che toccano le corde dell'anima. La Vocazione di Berruti diventa così un'elevazione ad un'altra dimensione: attraverso le sue immagini-guida lo spettatore si sente trasportato su di un altro piano, che poi adatta al proprio istinto. Questa Vocazione può diventare perciò una naturale ascesi verso l'arte tramite lo spirito trasmesso dalle tele stesse o, al contrario, un movimento dello spirito attraverso l'arte. Ognuno di noi, grazie a Berruti, lascerà libero il pascoliano fanciullino che c'è in noi, che ci trasporterà, aereo ed intangibile, oltre il Sant'Agostino, dentro la profondità del nostro io. Desidero ringraziare sentitamente Valerio Berruti e Spirale Arte per averci regalato quest'opportunità per una profonda emozione artistico-spirituale, unica ed irripetibile.

Pietrasanta, aprile 2004

L'Assessore alla Cultura

Massimiliano Simoni

Critica

Valerio Berruti è un giovane purista. I suoi profili lievi toccano la tela di iuta con la penetrazione di un grido. Traccia sottile che disegna figure di bambini che si stagliano sopra i fondi chiari, risparmiati, come si diceva un tempo, non finiti, inconclusi. Sinopia di narrazione che si attende, con calma e pazienza.

Luca Beatrice


Valerio Berruti ci parla di eroi insieme modernissimi e antichi. Ci parla dei mille piccoli eroi inconsapevoli, dei tanti, innocenti eroi gettati a manciate giorno dopo giorno nelle nostre case dalla luce bluastra del televisore. Ma per farlo utilizza una figura retorica, che è quella del racconto a sfondo religioso, del racconto un tempo edificante delle vite dei santi e dei martiri, che è ancora, e nonostante tutto, una delle migliori metafore che esistano al mondo per raccontarci ciò che sta dietro le quinte di quello che vediamo e viviamo quotidianamente. Valerio Berruti ha scelto di vivere e lavorare in una chiesa, seppur sconsacrata, perché sa, sente, che oggi come ieri il valore simbolico dei luoghi, delle immagini, delle architetture ristagna immutato nel profondo della nostra mente. Sa che l'arte è fatta di simboli, e di simboli, da artista, si nutre quotidianamente. Berruti ha scelto di lavorare su simboli che sono insieme estremamente personali, intimi, e assolutamente generali e universali. Ha scelto di guardare al proprio privato, alla propria storia individuale per parlare alla memoria di tutti noi. Berruti ha scelto di utilizzare un linguaggio, quello dell'affresco e del segno libero e leggero del pastello, che è il linguaggio elementare, basilare della pittura. Ha scelto il linguaggio della pittura sacra e quello povero, francescano e fondante del disegno, e lo ha fatto per dirci che le sue sono storie e immagini elementari, primarie, sono l'origine del nostro immaginario più privato e insieme quello del nostro inconscio collettivo, dove i santi bambini sono i nostri vicini, sono i nostri ex compagni di giochi, siamo noi e i nostri figli. I lavori di Berruti non parlano alla nostra testa né ai nostri occhi, ma si rivolgono direttamente al nostro inconscio, con la forza di feticci e di icone capaci di colpire in profondità tutte le nostre certezze e i nostri più radicati valori. Ci parlano degli altri, della società in cui viviamo e in definitiva di noi stessi, del nostro passato e del nostro incerto futuro.

Alessandro Riva

 

Biografia