Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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Giovanni Manganelli

Giovanni Manganelli


  Opere di scultura

inaugurazione: 25 settembre 2004 - h 18.00

esposizione: dal 25 settembre al 24 ottobre 2004

luogo: Chiesa di Sant'Agostino - Pietrasanta

orario: 17.00-21.00; domenica 15.00-21.00;  lunedi chiuso

ingresso libero

 


Comunicato stampa

(versione in pdf)

 

Contatto stampa: Istituti Culturali
Ufficio Stampa
Assessorato alla Cultura
Comune di Pietrasanta
tel. 0584/795500; fax 0584/795588
e-mail: info@museodeibozzetti.it
www.museodeibozzetti.it


Mostra: Giovanni Manganelli
Artisti: Giovanni Manganelli
Date esposizione: 25 settembre - 24 ottobre 2004
Inaugurazione: sabato 25 settembre 2004, ore 18,00
Luogo: Chiesa di Sant'Agostino, Pietrasanta
Orario apertura: 17,00-21,00 / domenica: 15,00-21,00 / lunedì chiuso


L'Assessore alla Cultura, Massimiliano Simoni, e il Comune di Pietrasanta sono lieti di presentare Giovanni Manganelli, grande esposizione personale delle sculture di Giovanni Manganelli. La mostra, che si terrà nella Chiesa di Sant'Agostino di Pietrasanta dal 25 settembre al 24 ottobre 2004, s'inaugurerà con la partecipazione dell'artista, sabato, 25 settembre 2004 alle ore 18,00 e sarà corredata da un elegante catalogo con saggi critici di Vittorio Sgarbi e Edoardo Testori. Nell'occasione della mostra il Senatore Giulio Andreotti presenterà il suo ultimo libro Diario Politico alle ore 17,00 nel Salone dell'Annunziata del Centro Culturale "Luigi Russo".

 

Giovanni Manganelli nasce il 5 giugno 1942 a San Giovanni in Persiceto, vicino a Bologna. Avviati gli studi presso il Convitto Nazionale Cicognini, lo stesso nel quale studiarono anche Gabriele D'Annunzio e Curzio Malaparte, giovanissimo si trasferisce a Londra per cinque anni, dove si diploma in Regia Cinematografica. Tornato in Italia, durante gli anni Settanta è a Roma, attivo come aiuto regista al fianco dei giovani registi impegnati di allora, ma è nel decennio successivo che firma, insieme ad altri autori, le sceneggiature di una serie di film umoristici con attori quali Paolo Villaggio, Renato Pozzetto e Adriano Celentano.
Agli inizi degli anni Ottanta Manganelli è chiamato dalla RAI in qualità di autore televisivo. Contemporaneamente inizia ad interessarsi attivamente alla scultura, sua vecchia passione. Si trasferisce in Toscana in una sua residenza di campagna nei pressi di Pietrasanta, la "Città d'arte" della Versilia, dove tuttora vive e lavora. Alla fine dello stesso decennio, quando nasce l'amata figlia Giulia, Manganelli si dedica esclusivamente all'attività di scultore.
L'artista predilige i grandi spazi. Tra le sue opere più note si ricordano la Nuotatrice, di grandi dimensioni in granito rosa di Gallura, realizzata per la villa della stilista Krizia a Punta Volpe in Sardegna, e la grande Tuffatrice, in marmo bianco di Grecia, collocata nella Piazza delle Ginestre a Portorotondo. Le sue opere sono state inoltre collocate nelle sedi di prestigiose aziende italiane: un Coccodrillo in marmo nero Markina per la Tod's a Casette d'Ete nelle Marche, e ancora la Nuotatrice in granito nero assoluto di Tanzania negli uffici della presidenza Barilla a Parma.
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Tra le sue mostre personali principali si menzionano quelle alla Loggia dei Rucellai a Firenze nel 1996; al Castello della Crescenza a Roma nel 1997; al Polo Club di Roma nel 1998; alla Galleria Dante di Cortina nel 1999; al Palazzo Isimbardi di Milano nel 2000; al Museo del Corso di Roma nel 2001; presso lo Spazio Kryzia di Milano nel 2002; alla Monte Carlo Art Gallery del Principato di Monaco nel 2003.

L'Assessore alla Cultura Massimiliano Simoni così presenta la sua mostra: "Come può, un elemento solido come il marmo, trasformarsi in un materiale finemente fluido come l'acqua? Giovanni Manganelli, grazie alla sua indiscutibile maestria e brillante inventiva, è riuscito là dove madre natura non ci aveva pensato. Le sue forme, che nascono quasi sempre da regolari blocchi rettangolari di pregiato Nero Marquinia, affondano, emergono, indugiano, languono in questa nuova dimensione ‘acquea'.
Succede talvolta infatti di trovarsi in riva ad un lago od in una giornata particolare di settembre sul mare dove regna la ‘bonaccia': l'acqua, liscia come l'olio, per niente turbata da alcuna brezza, diventa, al contrario, un ‘altro' elemento e sembra diventare ‘pesante', acquistare una terza dimensione. I nuotatori allora, come le prue delle barche, sembrano fendere con le loro larghe bracciate, questa nuova apparente viscosa densità dell'acqua. Manganelli gioca infatti su questo imperturbabile filo della superficie acquea, il quale demarca così l'emerso dal nascosto, che si può soltanto immaginare, magari immenso. Ed in questo modo l'artista crea un ulteriore dimensione, quella non vista e solo intuita, visivamente ignota ma mentalmente nota nel nostro immaginario collettivo.
La staticità di queste situazioni, che contrasta con la spinta dinamica insita nel movimento stesso, porta naturalmente alla contemplazione dell'opera, che così s'impone nell'istantanea della posizione bloccata dell'attimo in divenire. Manganelli ci invita ad esplorare nella Chiesa di Sant'Agostino a Pietrasanta un altro mondo, altri elementi, altre dimensioni, lasciandoci andare ad assaporare l'immane, meravigliosa consistenza del marmo tramutato in acqua."

Vittorio Sgarbi: "Manganelli non nasce artista: decide di essere artista e, razionalmente, coglie l'essenza dell'arte di questo secolo nel conflitto fra figurazione e astrazione. [...] È questa l'intuizione assoluta di Manganelli: trattare l'acqua, attraverso i Tasselli nei quali sta una forma che si muove, su una superficie piana e puramente astratta. Sono parallelepipedi sulla cui superficie rettilinea affiorano animali, figure umane, corpi dotati di forma e vita propria. È uno straordinario esperimento di antinaturalismo, dunque nel pieno spirito dell'arte di questo secolo. Per gli esseri normali è impossibile tagliare un pezzo d'acqua così come si può fare con la pietra, il marmo, con il metallo; per un'artista, per un'artista come Manganelli, ciò è invece possibile, infrangendo il principio della realtà a cui siamo sottoposti. Realizzare l'impossibile, quindi; questo è il credo di Manganelli, questa è l'idea dell'arte che sta fra Leonardo e Duchamp. [...] Manganelli gioca sull'elemento decorativo ma offre un'immagine astratta, assolutamente geometrica, da cui intuisci l'acqua in ciò che si muove, ma che non si vede; qualcosa si vede (come ad esempio il corpo di alcuni animali); qualcosa si vede che affiora, però s'identifica totalmente con i tasselli. Ecco, in questo credo, in questa scelta così specifica e determinata c'è l'intuizione dell'artista, c'è idea di Manganelli. Indipendentemente dal valore assoluto e definitivo, egli ha colto la chiave dell'arte contemporanea scegliendo per sé un ambito formale attraverso il quale risulta riconoscibile. [...] Manganelli, scultore dell'acqua, scultore di un'acqua che diviene una forma chiusa, ha trovato qualcosa che tiene insieme l'essere e il non essere, ciò che è immobile e ciò che è mobile. [...]"

Edoardo Testori: " [...] Finzione ed immaginazione: ma dentro questo cunicolo non è tanto la dinamica, l'azione che c'intriga, quanto la forma, una forma che misura lo spazio rinunciando al pensiero, una forma che esaspera il rapporto fra pausa ed azione, quel momento di esitazione che nell'analisi delle civiltà più antiche veniva definita ‘Pathosformel'. Immobilità esitante? Leggero tremolio, impercettibile segno di vita che può consumarsi in un istante di terrore, nell'entrata in acqua o nello spezzarsi del filo di lana, metafora della misura del nostro tempo. Tensione garantita da un impianto disegnativo molto speculativo: tratto o corda di violino. [...]".

 

 

 

Presentazione

Come può, un elemento solido come il marmo, trasformarsi in un materiale finemente fluido come l'acqua? Giovanni Manganelli, grazie alla sua indiscutibile maestria e brillante inventiva, è riuscito là dove madre natura non ci aveva pensato. Le sue forme, che nascono quasi sempre da regolari blocchi rettangolari di pregiato Nero Marquinia, affondano, emergono, indugiano, languono in questa nuova dimensione ‘acquea'.

Succede talvolta infatti di trovarsi in riva ad un lago od in una giornata particolare di settembre sul mare dove regna la ‘bonaccia': l'acqua, liscia come l'olio, per niente turbata da alcuna brezza, diventa, al contrario, un ‘altro' elemento e sembra diventare ‘pesante', acquistare una terza dimensione. I nuotatori allora, come le prue delle barche, sembrano fendere con le loro larghe bracciate, questa nuova apparente viscosa densità dell'acqua. Manganelli gioca infatti su questo imperturbabile filo della superficie acquea, il quale demarca così l'emerso dal nascosto, che si può soltanto immaginare, magari immenso. Ed in questo modo l'artista crea un ulteriore dimensione, quella non vista e solo intuita, visivamente ignota ma mentalmente nota nel nostro immaginario collettivo.

La staticità di queste situazioni, che contrasta con la spinta dinamica insita nel movimento stesso, porta naturalmente alla contemplazione dell'opera, che così s'impone nell'istantanea della posizione bloccata dell'attimo in divenire. Manganelli ci invita ad esplorare nella Chiesa di Sant'Agostino a Pietrasanta un altro mondo, altri elementi, altre dimensioni, lasciandoci andare ad assaporare l'immane, meravigliosa consistenza del marmo tramutato in acqua.
Pietrasanta, settembre 2004
L'Assessore alla Cultura
Massimiliano Simoni

Critica

Manganelli non nasce artista: decide di essere artista e,razionalmente, coglie l'essenza dell'arte di questo secolo nel conflitto fra figurazione e astrazione.
Alla fine di questo secolo e di questo millennio, intorno al discorso su un'identità possibile. Brancusi apre a Manganelli chiude; chiude, naturalmente,lasciando ancora in fieri tutti i problemi di una competizione davvero impossibile. Perché è impossibile competere con Michelangelo ed è impossibile competere con Brancusi. Brancusi ha già fatto tutto, tutto per tutti. Manganelli vive a Pietrasanta, a ridosso delle Alpi Apuane, vicino a Carrara dove, da secoli, arrivano tutti i grandi scultori per realizzare in marmo le loro opere o fornire i loro modelli. Manganelli è scultore per ragioni di terra e di origine, oltre che per ragioni di scelta, diventando artista proprio nel secolo dell'astrazione e dell' essenza. Egli dovrebbe quindi fare sculture astratte e in parte chi osserva Manganelli vede che si colloca con abilità in un segmento espressivo rimasto ancora troppo poco frequentato,ma tipico dell' arte:rappresentare quelle che non c'è. È il precetto, per esempio di Odilon Redon: "Io non dipingo quello che vedo ma quello che sento". Le immagini di Redon sono infatti immagini di sogno, appartengono al simbolismo onirico, padre formale spirituale del Surrealismo. Ciò vale per Van Gogh,e per quella grande parte degli artisti di questo secolo che rappresentano le loro sensazioni. Il primo grande pittore ad aprire l'arte alle comprensioni interiori dell'autore è stato Caspar David Friedrich che afferma:"Io non dipingo quelle che vedo, dipingo quello che ho dentro", assumendo un atteggiamento mentale che potrebbe essere benissimo quello di un simbolista o di un surrealista ante litteram.
Manganelli,che molto riflette sul senso dell' arte, si colloca in una dimensione più ridotta, ma sulla stessa linea in cui si pongono psicologicamente Botero e Fontana. Tanti soggetti,ma una sola idea della forma,ed è in quella forma,ed è in quella unica idea che si moltiplicano, si articolano, si costruiscono le varie esemplificazioni fenomenologiche della forma.
Di fronte allo spazio l' artista vuole rappresentare ciò che non è rappresentabile, inventare qualche cosa che dia il senso alla profondità attraverso lo "stiacciato",come lo chiama Donatello, qualche cosa che è l' opposto dello spazio. Che cosa c'è di meno possibile per la scultura che rappresentare ciò che è infinitamente immobile come l' acqua? È questa l' intuizione assoluta di Manganelli:trattare l'acqua attraverso i Tasselli nei quali sta una forma che si muove,su una superficie piana e puramente astratta. Sono parallelepipedi sulla cui superficie rettilinea affiorano immagini,figure umane,corpi dotati di forma e vita propria,E' un formidabile esperimento di antinaturalismo,dunque nel pieno spirito dell' arte di questo secolo. Per gli esseri normali è impossibile tagliare un pezzo d' acqua cosi come si può fare con la pietra, il marmo, con il metallo;per un artista,per un artista come Manganelli,ciò è invece possibile,infrangendo il principio della realtà a cui siamo sottoposti. Realizzare l' impossibile,quindi;questo è il credo di Manganelli ,questa è l' idea dell' arte che sta fra Leonardo e Duchamp.
I cavalli,le figuri femminili tutto quello che sul piano della forma -una forma pura, brancusiana., sia pure esplicitamente figurativa- ha ricercato Manganelli sembra marginale rispetto a una concezione fondamentale che da Fontana a Botero(il massimo dell' astratto e il massimo del figurativo) è stato concepito come una necessità dell' artista contemporaneo:fare una sola immagine sempre e infinitamente riconoscibile.
I tagli di Fontana possono essere infinitamente vari, ma sono un idea sempre ripetuta perché, nell' arte contemporanea, l' immagine e lo stile devono coincidere. Si riconosce un artista perché fa il taglio,fa il sacco, la "forchetta".
Botero vuole essere figurativo e sempre con la stessa idea sul principio della forma:egli ingrossa tutto(una mela,una chitarra,un portacenere) perché capisce che,per essere riconoscibile anche dall'uomo che non vuole vedere l' arte, occorre che vi sia un elemento sempre uguale. Per Botero questo senso del tutto uguale corrisponde ad un imperativo formale:ingrossare ,ingrassare tutto. Allora, se Fontana è riconoscibile per i Tagli, Capogrossi per le Forchette e Botero per ingrassare e ingrossare tutto, Manganelli intuisce che, oltre alla forma pura, dovrà trovare qualche cosa che sia soltanto suo per riconoscerla.
Ecco allora l'idea di trasportare nella pietra ciò che non si può in alcun modo ridurre a una forma chiusa:l'acqua , il tassello di acqua. Manganelli gioca sull'elemento decorativo ma offre un immagine astratta, assolutamente geometrica, da cui intuisci l' acqua in ciò che si muove, ma che non si vede; qualcosa si vede ( come ad esempio il corpo di alcuni animali); qualcosa si vede che affiora, però si identifica totalmente con i tasselli.
Ecco, in questo, credo, in questa scelta così specifica c'è l'intuizione dell' artista,c'è l'idea di Manganelli. Indipendentemente dal valore assoluto e definitivo, egli ha colto la chiave dell' arte contemporanea scegliendo per sé un ambito formale attraverso il quale risulta riconoscibile. Se Ceroli è riconoscibile per le sagome di legno, se De Chirico è riconoscibile per i manichini, Manganelli vuole essere riconoscibile per i tasselli d' acqua.
Manganelli, scultore dell' acqua, scultore di un acqua che diviene una forma chiusa, ha trovato qualcosa che tiene insieme l'essere e il non essere, ciò che è immobile e ciò che è mobile. Credo che sia assolutamente inevitabile che la parola di un critico osservi e definisca queste forme non per annunciare la scoperta di un nuovo De Chirico,di un nuovo Botero, ma per riconoscere che Manganelli, avendo intuito e scelto una sua identità così riconoscibile, non potrà essere dimenticato.
Credo che in questo sia il senso dell' opera di Manganelli:un' estrema intelligenza, un razionalismo e un rigore che sembrano estranei a ogni spontaneità e a ogni istinto, nell' idea che la ragione prevalga su qualunque facile emotività.
Questa è la scelta di Manganelli scultore;in fondo,una scelta di vita non meno che di arte.

Biografia

Giovanni Manganelli nasce il 5 giugno 1942 a San Giovanni in Persiceto, vicino a Bologna. Avviati gli studi presso il Convitto Nazionale Cicognini, lo stesso nel quale studiarono anche Gabriele D'Annunzio e Curzio Malaparte, giovanissimo si trasferisce a Londra per cinque anni, dove si diploma in Regia Cinematografica. Tornato in Italia, durante gli anni Settanta è a Roma, attivo come aiuto regista al fianco dei giovani registi impegnati di allora, ma è nel decennio successivo che firma, insieme ad altri autori, le sceneggiature di una serie di film umoristici con attori quali Paolo Villaggio, Renato Pozzetto e Adriano Celentano. Agli inizi degli anni Ottanta Manganelli è chiamato dalla RAI in qualità di autore televisivo. Contemporaneamente inizia ad interessarsi attivamente alla scultura, sua vecchia passione. Si trasferisce in Toscana in una sua residenza di campagna nei pressi di Pietrasanta, la "Città d'arte" della Versilia, dove tuttora vive e lavora. Alla fine dello stesso decennio, quando nasce l'amata figlia Giulia, Manganelli si dedica esclusivamente all'attività di scultore. L'artista predilige i grandi spazi. Tra le sue opere più note si ricordano la Nuotatrice, di grandi dimensioni in granito rosa di Gallura, realizzata per la villa della stilista Krizia a Punta Volpe in Sardegna, e la grande Tuffatrice, in marmo bianco di Grecia, collocata nella Piazza delle Ginestre a Portorotondo. Le sue opere sono state inoltre collocate nelle sedi di prestigiose aziende italiane: un Coccodrillo in marmo nero Markina per la Tod's a Casette d'Ete nelle Marche, e ancora la Nuotatrice in granito nero assoluto di Tanzania negli uffici della presidenza Barilla a Parma. Tra le sue mostre personali principali si menzionano quelle alla Loggia dei Rucellai a Firenze nel 1996; al Castello della Crescenza a Roma nel 1997; al Polo Club di Roma nel 1998; alla Galleria Dante di Cortina nel 1999; al Palazzo Isimbardi di Milano nel 2000; al Museo del Corso di Roma nel 2001; presso lo Spazio Kryzia di Milano nel 2002; alla Monte Carlo Art Gallery del Principato di Monaco nel 2003.