Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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Il sentimento della figura

Giovanni Fattori


 Opere di pittura, disegni e incisioni

inaugurazione: 5  luglio 2003 - h 19.30

esposizione: dal 5 luglio al 31 agosto 2003

luogo: Villa La Versiliana - Marina di Pietrasanta

orario: tutti i giorni 18.00-23.00

ingresso libero 


Comunicato stampa

(versione in pdf)

 

Contatto Stampa: Alessia Lupoli
Ufficio Stampa
Gabinetto del Sindaco
Comune di Pietrasanta
tel. 0584/795226; fax 0584/795269
"Alessia Lupoli"

 

Mostra: Giovanni Fattori: Il Sentimento della Figura
Artista: Giovanni Fattori
Date esposizione: 5 luglio - 31 agosto 2003
Inaugurazione: 5 luglio 2003, ore 19,30
Luogo: Villa La Versiliana - Marina di Pietrasanta
www.museodeibozzetti.com
Orario apertura: 18,00 - 23,00


L'Assessore alla Cultura, Massimiliano Simoni, e il Comune di Pietrasanta, in collaborazione con il Comune di Livorno, il Museo Civico "Giovanni Fattori" e le Province di Lucca e Livorno, sono onorati di presentare Giovanni Fattori: Il Sentimento della Figura, mostra antologica di dipinti, incisioni e disegni del rinomato artista livornese. L'esposizione sarà corredata da elegante catalogo bilingue, edito da Artout Maschietto Editore, Firenze, con saggio di Andrea Baboni, curatore della mostra stessa. La mostra, che si terrà nella splendida atmosfera delle sale della Villa La Versiliana di Marina di Pietrasanta dal 5 luglio al 31 agosto 2003, s'inaugurerà con la partecipazione delle autorità, sabato, 5 luglio 2003 alle ore 19,30.

 

L'opera di Fattori, figura centrale dell'Ottocento europeo nel suo respiro epico cadenzato sui ritmi quotidiani, è riproposta in questa importante mostra monografica - nella suggestiva sede della Versiliana -incentrata sulla figura umana quale principale protagonista nell'arte del maestro livornese, colta nelle forme e negli spazi più vari, filtro tramite il quale egli espresse la sua visione del mondo e delle cose. L'esposizione prevede oltre 150 opere di Fattori tra dipinti, disegni ed incisioni, compresi 7 dipinti del Museo Fattori tra cui Mandrie maremmane, capolavoro dell'Artista.
Caratterizza profondamente l'esperienza artistica di Fattori, come evidenziato negli studi più approfonditi sull'Artista, la complessa interrelazione delle tante espressioni tecniche, dall'appunto al disegno, al bozzetto, al quadro finito ed all'incisione, in un processo continuo di definizioni, rimandi e riproponimenti. La sua produzione risulta innervata su una copiosissima attività grafica costituita in buona parte di appunti disegnati sul vero; è lui stesso che ce lo comunica definendosi: "scrupoloso osservatore della natura che sino da giovane studiai e tenni sempre con me un piccolo album tascabile per tutto ciò che mi colpisce". Anche la pratica dell'incisione, che scandisce buona parte del lungo percorso creativo di Fattori, si delinea nella complessità di svolgimenti tematici strutturati su riprese e rimandi a disegni e dipinti. Tale andamento per oscillazioni trasversali lungo ampio ventaglio tecnico, presuppone - volendo rappresentare con pienezza l'Artista - una ricognizione nei diversi linguaggi, dalle sintetiche tavolette abbreviate ed assolute nella concisione figurativa, alle mirabili espressioni grafiche, più personali ed intime, sino alle vaste tele militari salde e potenti nelle soste o nella concitazione delle battaglie, epiche nelle composizioni di butteri.
Il sentimento della figura è il filo conduttore che crea il percorso espositivo enucleato su tre momenti principali: il ritratto o la figura inserita nell'ambiente, ad iniziare dai ritratti impostati secondo tagli tradizionali, a mezzo busto, nei primi anni dalla serrata organizzazione formale di impronta purista, quindi più potenti e plastici quali il mirabile Bersagliere od il Ritratto della terza moglie del Museo Fattori di Livorno, opera tarda ma dall'alta tensione formale che apre al Novecento italiano, sino alle mirabili "tavolette" tra cui La signora Martelli a Castiglioncello o il Ritratto dell'Avv. Valerio Biondi, ove la concisione ed il senso plastico propongono straordinarie e nuove forme espressive.
" Il più aristocratico senso dell'eleganza, presiede all'organizzazione dei toni, al passaggio dall'uno all'altro, alla loro armonizzazione", scrive Soffici della ritrattistica fattoriana.
Finissimi disegni del Museo Fattori di Livorno, riferibili agli anni 1860-1861, spunti di interni borghesi, mostrano acuta capacità di unire l'introspezione psicologica all'estremo rigore formale, mentre le acqueforti, siano ritratti ravvicinati o deliziosi scorci ambientati tra caseggiati e campane, esprimono tutta la straordinaria novità di un artista che offre con vigore nuovi stilemi espressivi al Novecento.
La presenza dell'uomo acquista nuove suggestioni nelle scene di vita e di lavoro ove acquaiole e gabbrigiane, contadini, spaccapietre e carbonai, emergono quali protagonisti silenti. Ma è nella rappresentazione dei butteri che la vena lirica dell'Artista, unita al vigore espressivo, dà luogo ad alcune tele straordinarie quali Mandrie maremmane del Museo Fattori o La marcatura dei puledri, scene epiche preparate da superbi disegni, tra i più belli dell'Ottocento tutto per forza espressiva del segno e concisione del tratto.
Infine - ma tematica che attraversa dagli inizi tutto l'arco creativo dell'Artista - i soggetti militari, interpretati sia nelle brevi tavolette che sintetizzano una sagoma od un gruppo, ma anche nelle più vaste composizioni ove talvolta le figure si accalcano nella concitazione del movimento, talaltra sono interpretate in atteggiamenti dimessi, protagoniste di un dramma quotidiano, quali uomini impacciati entro le divise, stanchi e coperti di polvere.
Dunque storiche "tavolette" o altrettanto importanti, vaste tele, straordinari disegni e mirabili incisioni, anche un prezioso taccuino d'appunti, tracciano un percorso espositivo che sintetizza efficemente l'opera di un protagonista della storia dell'arte e che costituisce un vero e proprio spaccato della terra toscana dell'Ottocento.


 

Presentazione

L'Assessore alla Cultura, Massimiliano Simoni, e il Comune di Pietrasanta, in collaborazione con il Comune di Livorno, il Museo Civico "Giovanni Fattori" e le Province di Lucca e Livorno, sono onorati di presentare Giovanni Fattori: il sentimento della figura, mostra antologica di dipinti, incisioni e disegni del rinomato artista livornese. L'esposizione sarà corredata da elegante catalogo bilingue, edito da Artout Maschietto Editore, Firenze, con saggio di Andrea Baboni, curatore della mostra stessa.


L'opera di Fattori, figura centrale dell'Ottocento europeo nel suo respiro epico cadenzato sui ritmi quotidiani, è riproposta in questa importante mostra monografica - nella suggestiva sede della Versiliana -incentrata sulla figura umana quale principale protagonista nell'arte del maestro livornese, colta nelle forme e negli spazi più vari, filtro tramite il quale egli espresse la sua visione del mondo e delle cose. L'esposizione prevede oltre 160 opere di Fattori tra dipinti, disegni ed incisioni, compresi sette dipinti del Museo Fattori tra cui Mandrie maremmane, capolavoro dell'Artista.

Caratterizza profondamente l'esperienza artistica di Fattori, come evidenziato negli studi più approfonditi sull'Artista, la complessa interrelazione delle tante espressioni tecniche, dall'appunto al disegno, al bozzetto, al quadro finito ed all'incisione, in un processo continuo di definizioni, rimandi e riproponimenti. La sua produzione risulta innervata su una copiosissima attività grafica costituita in buona parte di appunti disegnati sul vero; è lui stesso che ce lo comunica definendosi: "scrupoloso osservatore della natura che sino da giovane studiai e tenni sempre con me un piccolo album tascabile per tutto ciò che mi colpisce". Anche la pratica dell'incisione, che scandisce buona parte del lungo percorso creativo di Fattori, si delinea nella complessità di svolgimenti tematici strutturati su riprese e rimandi a disegni e dipinti. Tale andamento per oscillazioni trasversali lungo ampio ventaglio tecnico, presuppone Ð volendo rappresentare con pienezza l'Artista - una ricognizione nei diversi linguaggi, dalle sintetiche tavolette abbreviate ed assolute nella concisione figurativa, alle mirabili espressioni grafiche, più personali ed intime, sino alle vaste tele militari salde e potenti nelle soste o nella concitazione delle battaglie, epiche nelle composizioni di butteri.

Il sentimento della figura è il filo conduttore che crea il percorso espositivo enucleato su tre momenti principali: il ritratto o la figura inserita nell'ambiente, ad iniziare dai ritratti impostati secondo tagli tradizionali, a mezzo busto, nei primi anni dalla serrata organizzazione formale di impronta purista, quindi più potenti e plastici quali il mirabile Bersagliere od il Ritratto della terza moglie del Museo Fattori di Livorno, opera tarda ma dall'alta tensione formale che apre al Novecento italiano, sino alle mirabili "tavolette" tra cui La signora Martelli a Castiglioncello o il Ritratto dell'Avv. Valerio Biondi, ove la concisione ed il senso plastico propongono straordinarie e nuove forme espressive.

"Il più aristocratico senso dell'eleganza, presiede all'organizzazione dei toni, al passaggio dall'uno all'altro, alla loro armonizzazione", scrive Soffici della ritrattistica fattoriana.

Finissimi disegni del Museo Fattori di Livorno, riferibili agli anni 1860-1861, spunti di interni borghesi, mostrano acuta capacità di unire l'introspezione psicologica all'estremo rigore formale, mentre le acqueforti, siano ritratti ravvicinati o deliziosi scorci ambientati tra caseggiati e campane, esprimono tutta la straordinaria novità di un artista che offre con vigore nuovi stilemi espressivi al Novecento.

La presenza dell'uomo acquista nuove suggestioni nelle scene di vita e di lavoro ove acquaiole e gabbrigiane, contadini, spaccapietre e carbonai, emergono quali protagonisti silenti. Ma è nella rappresentazione dei butteri che la vena lirica dell'Artista, unita al vigore espressivo, dà luogo ad alcune tele straordinarie quali Mandrie maremmane del Museo Fattori o La marcatura dei puledri, scene epiche preparate da superbi disegni, tra i più belli dell'Ottocento tutto per forza espressiva del segno e concisione del tratto.

Infine - ma tematica che attraversa dagli inizi tutto l'arco creativo dell'Artista - i soggetti militari, interpretati sia nelle brevi tavolette che sintetizzano una sagoma od un gruppo, ma anche nelle più vaste composizioni ove talvolta le figure si accalcano nella concitazione del movimento, talaltra sono interpretate in atteggiamenti dimessi, protagoniste di un dramma quotidiano, quali uomini impacciati entro le divise, stanchi e coperti di polvere.

Dunque storiche "tavolette" o altrettanto importanti, vaste tele, straordinari disegni e mirabili incisioni, anche un prezioso taccuino d'appunti, tracciano un percorso espositivo che sintetizza efficacemente l'opera di un protagonista della storia dell'arte e che costituisce un vero e proprio spaccato della terra toscana dell'Ottocento

Critica

Fattori: "scrupoloso osservatore della natura che sino da giovane studiai e tenni sempre con me un piccolo album tascabile per tutto ciò che mi colpisce: questa è la mia fotografia quando faccio i quadri". "Non è facile stabilire, nell'attività di Fattori, una linea di svolgimento. Il suo lavoro infatti non procedeva per una semplice successione di sviluppo; egli, anche quando incominciava un ciclo, spesso non abbandonava il precedente, concludendolo nel corso del ciclo nuovo, per riaprirlo magari in un altro ciclo successivo ancora. Era quindi un processo complicato da ritorni, da ripetizioni, da riprese: un processo irregolare" scrive De Micheli, che prosegue: "La complessità di questa linea riconferma ancora la natura impulsiva della creazione fattoriana. Non che in Fattori vi fosse una coscienza del suo fare pittorico, ma tale coscienza era sempre vivamente assorbita e trascinata dall'impulso, dall'emozione." Baboni: "E nonostante le sue tematiche si sostanzino di precisi riferimenti al reale tanto da apparire documenti di vita, in lui come in nessun altro incisore moderno, la sola forza di un segno che non eguali nella capacità di rappresentare la plastica e, ad uno, poetica apparenza delle cose, le trasfigura per abbaglianti accensioni di bianchi e per ustioni di neri, come asciugandole dal contingente." Scrive bene Marangoni: "Le acqueforti ci mostrano generalmente il lato forte e robusto del Fattori che le ha incise con un segno energico, grasso e granuloso. Noto É un tratto geniale e tutto suo che consiste nell'accennare soltanto le linee vitali delle cose lasciando che i bianchi in larghe plaghe abbaglianti costruiscano lo spazio e creino l'atmosfera." Baboni: "In Fattori il segno assoluto, vibrante e aspro, nasce da esigenze espressive primarie, nella vitalità di un rapporto diretto con le cose e le loro immagini, sul filo dell'emozione; istintivo quanto geniale, questo artista possiede una smisurata capacità di rubare energia espressiva dai gesti più umili e quotidiani." Fattori: "Il '59 e il '66 mi entusiasmai per la redenzione d'Italia che suscitò in me i migliori sentimenti innamorandomi dei fatti d'arme. Studiai la vita militare e illustrai i principali fatti d'armeÉ I francesi passando per la Toscana mi dettero agio di studiarli minutamente da vicino." Baboni: "L'impostazione antiretorica e antieroica del tema esprime ormai tutto un nuovo modo d'intendere il tema della vita militare, in cui non sono celebrati eroi, ma uomini calati e già ben caratterizzati nel ruolo loro assegnato, come avverrà in seguito per butteri e contadini, personaggi di una vicenda quotidiana. Le nuove sperimentazioni stilistiche, evidenti in alcune rare tavolette militari dell'epoca, sono di meno facile lettura nelle ampie tele di questi anni, dove pure già si delineano i caratteri della nuova ricerca: la verosimiglianza atmosferica nella luminosità diffusa e nella resa del paesaggio - dalle suggestive profondità dell'orizzonte, alle scansioni per luci e ombre nette che modellano e strutturano il terreno - ma soprattutto quel caratterizzare le singole figure nelle campiture racchiuse dal disegno sicuro e forte, quali protagoniste in un proprio spazio parte di più ampi spazi che palpitano autonomamente." Baboni: "Gli straordinari disegni preparatori aiutano a penetrare i dipinti - ove le singole figure si colgono soprattutto nei valori d'insieme - a comprendere il profondo senso del vero con cui Fattori analizza ogni soldato nei più minuti particolari, sino agli accessori, con quel segno a contorno, netto, forte e inciso, conchiuso in sé e dunque all'apparenza 'formale', anche tramite puntuali annotazioni che egli si sentiva profondamente impegnato a registrare." Fattori: "Tutto il creato che vedo e osservo e tocco mi incanta, mi fa pensare e a nulla serve né comprendere né definire, e credo che la nostra materia faccia parte di questo tutto che ci circonda "Gli uomini, le piante hanno una forma, un linguaggio, un sentimento. Hanno dei dolori, delle gioie da esprimere" Baboni: "La figura umana entra nell'opera di Fattori inizialmente con ritratti impostati secondo schemi ancora convenzionali, a mezzo busto su di un fondo omogeneo nelle poche, essenziali annotazioni d'ambiente, quindi, soprattutto negli anni 1865-75, appare colta per scorci, generalmente d'esterno, secondo certo gusto borghese dell'epoca che si ricollega ai Lega, Borrani e Signorini di Piagentina, e anche agli splendidi, piccoli ritratti che Boldini eseguì tra il 1865 ed il 1870. Là dove la figura è resa nell'ambiente, risulta compenetrata in esso per valori formali, interpretati con ricchezza di sostanza stilistica. Particolarmente nelle acqueforti, l'elemento umano, quelle sagome aggiunte, pur se spesso risolte senza particolari caratterizzazioni, svolgono la funzione di conferire dimensione quotidiana all'ambiente circostante." Fattori: "Lo studio per me dell'arte attuale, sta nelle manifestazioni della natura e nell'illustrazione sociale del nostro secolo, sia per costumi, abitudini, sofferenze e altre cose." Baboni: "Concluse le lotte per l'affermazione degli ideali risorgimentali, Fattori volge con sempre maggiore attenzione lo sguardo alle vicende quotidiane, particolarmente delle classi più umili, per cui la vita è sudore e fatica. Negli anni in cui si va affermando il racconto aneddotico e intimista, la personalità dell'artista compone con robustezza di accenti la vena lirica con il senso forte e vigoroso del narrare, cogliendo le più varie manifestazioni del vero." Fattori: "Il mio ideale è stato i soggetti militari, ché mi è sembrato vedere questi buoni ragazzi pronti a tutto sacrificare per il bene della patria e della famiglia." Baboni: "Sino agli ultimi anni di vita Fattori sarà attratto dai temi di soggetto militare, non solo espressi nelle vaste composizioni, ma soprattutto, particolarmente nella maturità, nelle figure di quei soldati in atteggiamenti dimessi, personaggi di un dramma quotidiano, 'impacciati dentro alle divise, stanchi, coperti di polvere, in marcia per le strade di campagna o fermi, nelle soste delle manovre, sull'arida spiaggia di un litorale, tra gli arbusti di una boscaglia o nelle strade di paese (De Micheli).' Baboni: "In realtà, la grandezza di questo 'artista inconfondibile, che non ha riscontro nella sua ispirazione e nella sua forma nella pittura europea dell'Ottocento, dove resta fra le personalità singolari e autentiche' (C.L. Ragghianti) è fondata sulla interezza di un'opera ricca di tante sfaccettature, in cui i più alti raggiungimenti stilistici sono distribuiti in tutto l'arco creativo. E allora, il grande narratore delle vaste tele militari, raccontate con originale robustezza d'impianto, dove ciascuna figura risulta calibrata secondo una propria misura stilistica, che la fa partecipare con pienezza dello spazio circostante, va affiancato al poeta delle sintetiche, liriche tavolette degli anni 1865-75, quasi astratte costruzioni colte in un attimo irripetibile di luce; il prosatore dei grandi quadri di butteri, plasticamente articolati nelle figure scattanti e tese, non va separato dal grandissimo disegnatore che annota con assoluta essenzialità, senza un tratto di troppo, nuclei vitali per le vaste composizioni. E neppure va isolato quel momento riassuntivo e intimo delle acqueforti, così modernamente costruite per bagliori di bianchi e per ustioni di neri, nel cui piccolo formato l'artista riprende e reinventa con energia costruttiva sempre nuova 'ben più penetrante di qualunque tocco di pennello' (L. Venturi), i suoi temi abituali come asciugati dal superfluo e scavati al comune denominatore di una faticosa esistenzialità, non quali frammenti, ma in tutto organismi autonomi."

Biografia

Giovanni Fattori nasce a Livorno nel 1825. L'attività del padre - cardatore di canapa in una delle botteghe del mercato di Livorno e successivamente mediatore di commercio in questo settore - consente alla famiglia la frequentazione di una classe sociale particolarmente vivace. L'attitudine al disegno del giovane Fattori convince da subito la famiglia ad avviarlo agli studi artistici. Così, intorno al 1840, Fattori inizia a frequentare la scuola di Giuseppe Baldini, personalità di spicco nell'ambiente liberale livornese. Agli inizi del 1846 Fattori lascia Livorno per Firenze, raccomandato presso la Scuola Superiore di Pittura di Giuseppe Bezzuoli. Verso la fine dell'anno si iscrive all'Accademia di Belle Arti, che frequenta irregolarmente e con scarso profitto. A Firenze, contagiato come molti studenti dal fermento rivoluzionario, si inserisce nel circolo liberal-guerrazziano e nel 1848 si impegna nella diffusione di stampa clandestina per il partito d'azione in vari centri della Toscana. Già a Livorno, del resto, è manifesto l'impegno politico di Fattori: frequenta una società segreta, probabilmente la Società dei Progressisti, fondata da E. Bartelloni, le cui riunioni erano presiedute anche dal Guerrazzi. Fattori serberà un ricordo indelebile degli avvenimenti legati alla difesa di Livorno nel 1849 cui assiste con la famiglia. Un riflesso di questo spirito risorgimentale è evidente nel Trovatore che, come ricorda Signorini, Fattori decora per le pareti del Caffè Michelangelo, luogo di ritrovo e di dibattito dell'avanguardia artistica fiorentina. Tra gli altri quadri storici a cui Fattori si appresta in questi anni, meritano d'essere menzionati l'Ildegonda, tratto dalla novella di Tommaso Grossi, presentato alla "Promotrice" del 1855, e l'Elisabetta Regina d'Inghilterra nell'atto di consegnare al Cardinale Arcivescovo il giovane Duca di York, esposto a Livorno, sempre nel 1855. Tra il 1853 ed il 1854, secondo una consuetudine diffusa tra i giovani artisti di allora, si dedica allo studio del paesaggio, con escursioni nella campagna fiorentina, in compagnia del torinese Gastaldi. In questi anni, Fattori avvia anche la relazione con Settimia Vannucci, la donna che poi sposerà nel 1860. Verso la fine degli anni Cinquanta, mentre sta raggiungendo con Maria Stuarda i risultati più maturi del rinnovamento della pittura di storia, Fattori abbandona il quadro storico in costume per dedicarsi all'attualità, autenticamente descritta secondo un nuovo piglio formale e cromatico che valorizza il colore e l'intensità del rapporto luce-ombra, parallelamente alle ricerche di altri artisti, quali Signorini e Cabianca. é l'inizio della pittura militare di Fattori, che trova immediato riscontro in occasione del concorso bandito dal governo Ricasoli alla fine del 1859, dedicato a personaggi ed episodi militari del Risorgimento. Si afferma definitivamente così quell'adesione alla realtà che Fattori traduce con uno stile pittorico nuovo. Attraverso di lui la 'macchia', generata dalla lenta evoluzione della pittura di storia, maturata con gli studi dal vero dei soggetti militari e degli scorci di paesaggio, giunge poi alle alte sintesi poetiche delle abbreviate tavolette, realizzate a partire dalla metà degli anni Sessanta, ritenute da molta critica tra gli esiti più alti della produzione di Fattori. Gli anni successivi al Concorso rappresentano per Fattori una parentesi di sofferto e forzato raccoglimento nella città natale, dovuto all'aggravarsi delle condizioni di salute della moglie, che muore nel 1867 per una grave affezione tubercolare. Nell'agosto dell'anno precedente è pubblicato il bando promosso dal ministro Berti per l'esecuzione di dipinti storici di grandi dimensioni, cui Fattori partecipa con quello che diventerà uno dei suoi quadri più celebri, L'assalto alla Madonna della Scoperta (l'opera verrà poi acquistata dal Comune di Livorno nel 1871). Nel 1866 esegue La Rotonda Palmieri ed espone Le Macchiaiole alla "Promotrice" di Firenze; avvia un sodalizio di lavoro con il giovane Boldini. Nel luglio del 1867 giunge per la prima volta a Castiglioncello in Maremma, ospite di Diego Martelli, cui Fattori è legato da intensa amicizia, sia sul piano intellettuale che su quello morale. Frequenti e prolungati sono i suoi soggiorni a Castiglioncello, luogo ispiratore di infiniti spunti tematici e stilistici, volti allo studio diretto della natura e della concretezza della realtà quotidiana, ma, anche, luogo di scambi vicendevoli con altri artisti. Nell'estate del 1868 partecipa alle manovre di Fojano della Chiana, dirette da Nino Bixio, le prime dell'Italia Unita. Nel 1869 è nominato professore corrispondente dell'insegnamento superiore di pittura all'Accademia di Belle Arti di Firenze e nella sua lunga carriera di insegnante - che lo vede nel 1880 professore onorario di pittura e nel 1893 titolare di questo insegnamento - annovera tra i tanti allievi anche Ghiglia, Nomellini, Puccini e Panerai. Nel 1870 è premiato a Parma per il quadro Il Principe Amedeo ferito a Custoza. Del 1871 è il suo primo viaggio a Roma, che gli ispira Mercato di cavalli a Roma in Piazza Montanara, ritenuto dallo stesso Fattori uno dei suoi dipinti meglio riusciti. Premiato all'Esposizione Internazionale di Vienna del 1873 e a quella di Filadelfia del 1876, è purtroppo noto solo attraverso riproduzioni fotografiche, poiché è andato perduto nel naufragio della nave di ritorno dall'Esposizione di Melbourne del 1880. Tra il 1872 e il 1873 entra in rapporti con il mercante d'arte triestino Marco Amodeo ed inizia a frequentare la villa di campagna di Francesco e Matilde Gioli, a Vallospoli presso Fauglia. L'amicizia di Matilde , unitamente ai titoli accademici e all'onore di essere nel 1877 insegnante del principe Eugenio Napoleone Bonaparte, gli consente, tra gli anni Ottanta e Novanta, di conquistarsi la stima della nobiltà fiorentina. Nel 1875 l'artista si reca a Parigi con Gioli, Ferroni e Cannicci, ospite di Zandomeneghi, senza però ricavare da questa esperienza grandi suggestioni, se non un certo interesse per la pittura dei paesaggi francesi degli anni Trenta; partecipa a una rassegna artistica a Santiago del Cile, ottenendo un diploma. Dal 1876 attende al Quadrato di Villafranca, portato a termine nel 1880, culmine della disamina fattoriana dei temi militari. Il dipinto viene acquistato nel 1883 dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma; poco prima il re Umberto I, che onora Fattori di una visita al suo studio l'8 novembre 1878, assicura alle collezioni di Casa Savoia la Carica di Cavalleria del 1878, oggi a Palazzo Pitti a Firenze. Sono di questi anni i numerosi soggetti campestri, soprattutto maremmani, i cui migliori spunti derivano dai soggiorni in diverse zone della Toscana: nel grossetano, nella tenuta della Marsiliana, ospite del Principe Tommaso Corsini (primavera del 1882); nel pisano, a Varramista presso Castel del Bosco a Pontedera, ospite del marchese Paolo Gentile Farinola; nel Mugello, a San Piero a Sieve, nelle ville medicee delle Mozzete, proprietà dei Corsini, e di Schifanoja, proprietà dei Cambray-Digny, oltre che in San Godenzo, ospite dell'amico Gustavo Pierozzi. Tra le opere di questo periodo si ricordano la Marcatura dei Puledri, esposto alla Mostra di Venezia nel 1887 e il Mercato di San Godenzo, presente all'Esposizione di Belle Arti a Roma all'inizio del 1883, premiato nel 1889 a una rassegna internazionale a Colonia e insignito di una menzione d'onore all'Esposizione Universale di Parigi. Dal 1895, anno della prima edizione, è presente regolarmente alla Biennale veneziana e a numerose altre esposizioni internazionali, da Berlino (1896) a Dresda (1897) a Monaco (1900). é nell'acquaforte, tuttavia, che Fattori trova, a partire dalla metà degli anni Ottanta, nuove possibilità di espressione; e anche taluni riconoscimenti, come quello ottenuto all'Esposizione Universale di Parigi nel 1900, e infine la nomina a membro della Commissione per l'indirizzo artistico della Calcografia Nazionale tra il 1901 ed il 1905. Del 1895 sono i disegni a carboncino per illustrare "I Promessi Sposi", attività questa che lo aveva già in precedenza impegnato con dipinti a olio, gouaches e acqueforti per il "Don Chisciotte" di Cervantes e che lo vedrà di nuovo all'opera nel 1902 per le illustrazioni de "La Divina Commedia", eseguite sempre a carboncino. Dopo un lungo periodo di convivenza, sposa nel 1891 Marianna Bigazzi Marinelli. Dopo la morte di lei nel 1903, Fattori sposa nel maggio del 1907 un'amica di lei, Fanny Martinelli, anch'ella prematuramente scomparsa nel maggio dell'anno successivo. Il 30 agosto del 1908 Fattori muore a Firenze, assistito dall'allievo G. Malesci, suo erede universale.