Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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Genesi

Mara Moschini


Opere di scultura

inaugurazione: 3 maggio 2003 - h 18.00

esposizione: dal 3 al 31 maggio 2003

luogo: Sala delle Grasce - Chiostro di S. Agostino - Pietrasanta

orario: 10.00-12.00/16.00-20.00; lunedi chiuso

ingresso libero

 

Mara Moschini è presente nella collezione del Museo dei Bozzetti


Comunicato stampa

 (versione in pdf)

 

Contatto Stampa: Alessia Lupoli
Ufficio Stampa
Gabinetto del Sindaco
Comune di Pietrasanta
tel. 0584/795226; fax 0584/795269
"Alessia Lupoli"

 

 

Mostra: Mara Moschini: Genesi
Artista: Mara Moschini
Date esposizione: 3 - 25 maggio 2003
Inaugurazione: 3 maggio 2003, ore 18,00
Luogo: Sala delle Grasce, Via S. Agostino, 1 - Pietrasanta
www.museodeibozzetti.com
Orario apertura: 10,00-12,00/16,00-20,00/lunedì chiuso;
venerdì, sabato e festivi: 10,00-12,00/16,00-20,00/21,30-24,00

 

L'Assessore alla Cultura, Massimiliano Simoni, e il Comune di Pietrasanta, sono lieti di presentare Mara Moschini: Genesi, mostra personale di scultura dell'artista pietrasantese. La mostra, che si terrà nella Sala delle Grasce dal 3 al 25 maggio 2003, s'inaugurerà con la partecipazione dell'artista, sabato, 3 maggio 2003 alle ore 18,00, e sarà corredata da elegante catalogo.

 

Mara Moschini nasce a Cuneo nel 1969. Dopo aver conseguito la maturità artistica presso il Liceo Artistico Statale "Ego Bianchi" di Cuneo nel 1987, dove inizia ad appassionarsi di disegno e di scultura, data la sua passione per il marmo, si iscrive alla sezione di scultura dell'Accademia di Belle Arti di Carrara, diplomandosi nel 1991. "Ciò che mi ha affascinato di più di questo materiale - e continua ancora oggi - è la tecnica e l'esperienza necessaria per dare al marmo la giusta forma", come sostiene l'artista stessa. Nel 1992 ottiene la qualifica di "addetto manutenzione materiali lapidei" rilasciata dall'Amministrazione Provinciale di Lucca, basato su uno stage comprendente varie esperienze professionali dirette soprattutto alla pulitura di alcuni monumenti a Pietrasanta e Firenze (inclusi i monumenti funerari a Vittorio Alfieri di Antonio Canova (1806-1810) e di Gioacchino Rossini di Cassioli nella Chiesa di Santa Croce).
Dal 1988 inizia a formarsi professionalmente presso alcuni laboratori artistici di Pietrasanta, dedicandosi soprattutto alla tecnica del marmo e alla formatura dei calchi in gesso, e dal 1992 condivide con gli scultori Rino Giannini ed Alessia Ghiggini uno studio a Pietrasanta. Con Rino Giannini collabora anche all'esecuzione del Monumento dedicato ai Lavoratori del Mare, situato a Forte dei Marmi. Dal 1993 insegna in diversi corsi di attività professionale e nelle scuole medie, medie superiori e in alcuni istituti d'arte della Provincia di Lucca. Nel 1995 restaura i capitelli in stucco del Convent of the Holy Infant Jesus di Singapore, sotto la direzione della scultrice Roberta Giovannini e il restauratore Carlo Sassetti; nel 1999 restaura i tre portali in stucco della Certosa di Calci, Pisa, sotto la direzione di Carlo Sassetti.
Nel 1989, grazie ad una borsa di studio dell'Accademia di Belle Arti di Carrara frequenta il corso di scultura presso l'Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera. Nel 1993 le viene conferito il IV° Premio per l‘opera La Fontana, Primo Concorso d'Arte Pittorica, Fanano, Modena, e nel 1997 il II° Premio per l‘opera La Carta Scolpita, presso la Galleria d'Arte "Mercurio" di Viareggio. Dal 1988 partecipa a molti simposi in svariate parti d'Italia, Francia, Svezia, Germania, Spagna e Giappone, e a diversi concorsi in Italia.
- Fin dal 1987 prende parte a numerose mostre nazionali ed internazionali: Galleria d'Arte "Artstudio", Cuneo (1987); Universo Donna, Chiostro di S. Agostino, Pietrasanta (1989); Giovani Artisti per Capalbio, Capalbio, Grosseto (1989); Maggio al Chiostro, Maddaloni, Cosenza (1991); Tra Fiume e Mare, Bocca di Magra, La Spezia (1991); Rencontre Artistique des Sculpteurs des Trois Provinces, Ville de Tende, Francia (1993); ContemporaneaArte, Pescia, Pistoia (1993); Marmi al Forte, Forte dei Marmi (1994); L'Occhio, Borgo S. Dalmazzo, Cuneo (1994); In the Footsteps of Michelangelo, Five Sculptors from Pietrasanta, Llangollen, Liverpool, Manchester, Gran Bretagna (1995); Tre Scultori: Mara Moschini, Rino Giannini, Alessia Ghiggini, Chiostro di S. Croce, Firenze (1997); Annuario d'Arte, presentazione catalogo ed. 1996/97, S. Paolo all'Orto, Pisa (1997); Accademia di Belle Arti di Carrara e Akademie Der Bildenden Kunste Munchen, mostra itinerante Carrara-Monaco di Baviera (1997-98); Leonardesca, Villico, Lucca, mostra itinerante a carattere artistico e documentario promossa dal Centro Internazionale di Cultura e Spiritualità "Fra Benedetto" (1998-2000); Italienska Konstnarer, Svezia (1998); Dieci Scultori a Mulazzo, Arpiola di Mulazzo, Massa (1998); Flora Artificiale in un Parco Naturale, Villa Schiff, Montignoso, Massa (1998); Concorso per il Monumento a Giuseppe Peano, Chiesa di S. Giovanni, Cuneo (1998); Arabeschi d'Arte, Querceta, Lucca (1999); Giorni d'Arte, Marina di Carrara, Massa (1999); I Colori della Vita, Chiostro di S. Agostino, Pietrasanta (1999); Mostra della Pietra Lavorata, Strada in Casentino, Arezzo (1999; 2000; 2001; 2002); Colori Nuovi sulle Antiche Carte di Pescia, Pietrabuona, Pescia, Pistoia (1999); Giorni d'Arte, Marina di Carrara, Massa (2000); Mara Moschini, Rino Giannini, Piazza S. Lorenzo, Firenze (2000); Omaggio a Francesco, itinerante (2000): Chiesa delle SS. Stimmate di Francesco di Assisi, Roma; Chiostro di S. Croce, Firenze; Convento dei Cappuccini, Fiesole, Firenze; Chiesa di S. Francesco, Arezzo; Santuario della Verna, Assisi, Perugia; "Elisir Art Gallery", Modugno, Bari (2000-01); Mostra di pittura e scultura al femminile Insieme... è di più, come eravamo, come siamo, come vorremmo essere, Palazzo Ducale, Massa (2002); I Colori della Vita. Una Carta Dipinta per Volare, area espositiva Vaticano 2 - 3, Pietrasanta (2002); Salviamo il Duomo, Chiesa di Sant'Agostino, Pietrasanta (2002); Galleria d'Arte "C'Arte d'Identità", Pietrasanta (2002); Dipingendo e Scolpendo in Versilia, Querceta di Seravezza, Lucca (2003).
Le sue opere sono presenti nelle seguenti collezioni: Uomo (1991), cemento patinato Associazione Culturale "CePASA", Spoleto; Ofelia e Amleto (1996), terracotta colorata, Museo dei Bozzetti, Pietrasanta; Disegno (1999), acquerello su carta, "Centro di Documentazione sulla Lavorazione della Carta", Pietrabuona, Pescia (Pistoia); documentazione e opere, "Fondazione Antonio Fineschi", Prato.

 

Mara Moschini: "Amo modellare la creta creando sculture in terracotta che poi coloro. Mi piace scolpire il marmo e scoprire, ogni volta che lavoro su un blocco, quanto sia importante possedere l'abilità tecnica per riuscire a creare veramente quello che ho dentro la mia mente. Mi piace lo spirito toscano e la Versilia e così ho deciso di vivere e lavorare a Pietrasanta, l'ambiente ideale per il mio lavoro."

 

Così commenta l'Assessore alla Cultura Massimiliano Simoni: "Forti ed intense sono le emozioni racchiuse nelle forme delle sculture di Mara Moschini, che nella loro grande espressività si sentono quasi inadeguate a contenere, nei loro esili corpi dagli arti lunghi e magri, spesso accovacciate, la trasposizione dei sentimenti che ne dà l'artista. Sono sculture dalle linee essenziali, dirette, dai volti scarni riempiti da grandi occhi spalancati verso l'esterno, che talvolta sembrano comunicarci un profondo senso di attesa, ricercata risposta a quesiti non risolti, una meditazione che rasenta la solitudine. Corpi dalle grandi mani e piedi, più simbolici che veritieri, quasi accusassero, con il peso della vita, un intricato tormento interiore, che si scontra con il razionalismo degli alti scranni o altre strutture che li contengono. Grande è la sensibilità di Mara Moschini che traspare attraverso le sue creazioni, a volte bloccate in caravaggesche urla silenti, altre protette in pesanti e ampi panneggi, altre ancora emergenti dalla materia stessa, quasi liberandosene per poter cominciare a ‘vivere' senza peso. Il peculiare linguaggio personale dell'artista è arricchito da diversi simbolismi, il primo dei quali è probabilmente il frequente ricorrere alla figura della scimmia, simbolo tibetano della coscienza, che spesso nell'arte dell'Estremo Oriente è anche quello della saggezza e del distacco, ed in generale simbolo delle attività dell'inconscio. Come un prezioso cofanetto, la Sala delle Grasce contiene le sculture di Mara Moschini, svelandocene la bellezza ed i misteri."

 

Lodovico Gierut, critico d'arte: "L'esposizione di Mara Moschini risponde in pieno a quel suo percorso creativo nato dalle sue esperienze professionali, per condurci con certezza nel cuore delle sue scelte tematiche, non ultima quella della ‘Follia', già percorsa dalla versatilità di Pietro Annigoni e di Lorenzo Viani. L'aver voluto entrare perentoriamente nel ‘mestiere della scultura', ha avuto un ruolo non indifferente nel suo iter artistico, con soggetti legati in molti casi alle giovani generazioni: i giovani nelle loro solitudini e sogni, i giovani con le attese, le problematiche e gli interrogativi quotidiani. Ne sono degna rappresentazione ed interpretazione, figure dove le mani ed i piedi sono espressi in maniera accentuata, proprio per enfatizzare il desiderio di fare e di andare e di scoprire. Tra le opere di Mara l'atteggiamento del Pettegolo rende in pieno la curiosità, e un'altra opera dove ancora un giovane guarda lontano, nella proiezione di molteplici pensieri, ottimizzati peraltro da una Testa dove è messo in evidenza il ‘principe delle scimmie': il ragazzo va verso il futuro, ma l'elemento interiore dice ancora che è sul crinale del divenire. Mara, sempre coerente, si presenta indifferentemente con una Maternità, o con una Torre, o con figure stilizzate d'un Imprigionato, d'un Guerriero, o con lo splendido marmo dal titolo Le Tre Età dell'Uomo. Non c'è incertezza nel passo che ne segue un altro, ben resa dalla stessa nudità del Ragazzo sulla Piaggia che s'accosta a quello spazio-rivelazione, per chiarire ulteriormente un tema risolto con accuratezza ed equilibrio. Mara conduce dunque un discorso socio-culturale coraggioso e vincente, ottenuto grazie ad un lavoro silenzioso e costante, che l'ha portata ad ottenere quei risultati che tutti noi possiamo oggi ammirare. C'è una semplicità disarmante nei marmi, nelle terrecotte e nei bronzi tramite i quali ella ci propone un racconto per immagini dove il reale si fonde ad un lirismo sottilmente malinconico..."

 

Dr. Paolo Pelù, storico medievalista: "È questo il titolo di immenso peso, che evoca l'Antico Testamento e il Pentateuco, che Mara propone per questa sua nuova mostra, per questa sua nuova fatica. Ella certamente conosceva la grande responsabilità che l'attendeva: riuscire ad esprimere - attraverso la plasmazione della materia - il più grande mistero dell'umanità, quello della sua origine e della successiva evoluzione. Per riuscire nell'intento, Mara segue la tradizione scientifica più accreditata, quella di Darwin: il risultato è più cerebrale che fisico e riesce a colpire nel profondo chi vive soprattutto di spiritualità. Non solo, Mara lancia a chi intendere sa un alto grido di speranza, se non di certezza: che l'evoluzione continui fino alla perfezione, anche se quella assoluta è, per dogma, propria di Dio solo."

Presentazione

Forti ed intense sono le emozioni racchiuse nelle forme delle sculture di Mara Moschini, che nella loro grande espressività si sentono quasi inadeguate a contenere, nei loro esili corpi dagli arti lunghi e magri, spesso accovacciate, la trasposizione dei sentimenti che ne dà l'artista. Sono sculture dalle linee essenziali, dirette, dai volti scarni riempiti da grandi occhi spalancati verso l'esterno, che talvolta sembrano comunicarci un profondo senso di attesa, ricercata risposta a quesiti non risolti, una meditazione che rasenta la solitudine. Corpi dalle grandi mani e piedi, più simbolici che veritieri, quasi accusassero, con il peso della vita, un intricato tormento interiore, che si scontra con il razionalismo degli alti scranni o altre strutture che li contengono.

Grande è la sensibilità di Mara Moschini che traspare attraverso le sue creazioni, a volte bloccate in caravaggesche urla silenti, altre protette in pesanti e ampi panneggi, altre ancora emergenti dalla materia stessa, quasi liberandosene per poter cominciare a ‘vivere' senza peso.

Il peculiare linguaggio personale dell'artista è arricchito da diversi simbolismi, il primo dei quali è probabilmente il frequente ricorrere alla figura delle scimmia, simbolo tibetano della coscienza, che spesso nell'arte dell'Estremo Oriente è anche quello della saggezza e del distacco, ed in generale simbolo delle attività dell'inconscio. Come un prezioso cofanetto, la Sala delle Grasce contiene le sculture di Mara Moschini, svelandocene la bellezza ed i misteri.

Pietrasanta, maggio 2003
L'Assessore alla Cultura
Massimiliano Simoni

Critica

Biografia