Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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Croazia on my mind

Emil Kos


  Opere di pittura 

inaugurazione: 29 novembre 2003 - h 17.00

esposizione: dal 29 novembre al 14 dicembre 2003

luogo: Sala delle Grasce - Chiostro di S. Agostino - Pietrasanta

orario: 10.00-12.00/15.30-19.00; venerdi, sabato e domenica 10.00-12.00/15.30-21.00

ingresso libero


Comunicato stampa

 (versione in pdf)

 

Contatto Stampa: Alessia Lupoli
Ufficio Stampa
Gabinetto del Sindaco
Comune di Pietrasanta
tel. 0584/795226; fax 0584/795269
"Alessia Lupoli"

 

Mostra: Croazia on my mind
Artista: Emil Kos
Date esposizione: 29 novembre - 14 dicembre 2003
Inaugurazione: 29 novembre 2003, ore 17,00
Luogo: Sala delle Grasce, Via S. Agostino, 1 - Pietrasanta
www.museodeibozzetti.com
Orario apertura: 10,00-12,30/15,30-19,00; venerdì, sabato e domenica fino alle ore 21,00


L'Assessore alla Cultura, Massimiliano Simoni, e il Comune di Pietrasanta sono lieti di presentare Croazia on my mind, mostra personale di pittura dell'artista croato Emil Kos. La mostra, curata da Irena Kos e realizzata grazie alla collaborazione di Marmi Bacci di Pietrasanta, si terrà nell'accogliente Sala delle Grasce del Centro Culturale "Luigi Russo" di Pietrasanta dal 29 novembre al 14 dicembre 2003 e s'inaugurerà con la partecipazione della curatrice, figlia dell'artista, sabato, 29 novembre 2003 alle ore 17,00.

 

Emil Kos è nato, vive e lavora in Croazia.

 

Così commenta l'Assessore Simoni: "Le pennellate potenti e colorate dell'artista croato Emil Kos arrivano con vigore dall'altra sponda dell'Alto Adriatico fino alla nostra tranquilla Sala delle Grasce di Pietrasanta. La potenza dei suoi colori accesi si smorza con dolcezza nelle lunghe linee tracciate dal pennello, che, guidato da movimento accorto, delinea barche, marine, interni, nature morte e nature ‘vive'. Con i colori di Kos ci si immerge proprio nei suoi dipinti, che talvolta diventano così reali, da emanare quasi un odore di salso asciugato dal sole o di verde ancora fresco di rugiada. In questa terra di grandi scultori, ecco allora un grande pittore che a modo suo scolpisce con il pennello forme nette e sincere, e paesaggi che sembrano quasi lavati da una Bora gentile, quella che di solito rinfresca l'aria e rinvigorisce il cuore. Auguro che questa ventata di tinte a Pietrasanta, culla della pietra e del bronzo, porti a Kos un sicuro successo e a noi ancora un tocco di una calda estate, assopita da poco."

Raffaello Bertoli: "L'Adriatico - che D'Annunzio chiamò l'Amarissimo - ha due sponde: una italiana, l'altra croata. Di qua e di là, lo stesso mare. Il cielo è uguale ovunque. Le barche dei pescatori, le casupole colorate, i paesaggi, la vita, che scorre nei lavori dei campi o della costa, hanno poche differenze. Il pittore dipinge ciò che vede e lo dipinge come lo sente. Emil Kos è idealmente legato ad un certo Post-Impressionismo, tuttora operante. A noi della costa tirrenica vengono alla mente gli artisti della macchia, i livornesi da Fattori a Natali. In Kos troviamo il gusto delle larghe notazioni di colore, l'attenzione agli ‘ismi' del Novecento. Socchiudendo gli occhi, certi suoi quadri, specialmente quei grappoli di case, strette le une alle altre quasi a proteggersi, diventano scacchiere cromatiche, come quelle di Mondrian. Anche gli scogli possono somigliare a mosaici. Senza fare confusioni di comodo o tentare incasellamenti in questo o in quel filone dell'arte contemporanea, ormai senza frontiere, è preferibile lasciarsi condurre dalla sua poesia, che si affaccia, in rime e ritmi colorati, nei suoi paesaggi. Kos esprime la vivace sensibilità cromatica della sua terra. Là vi sono tradizioni vivissime di istintività e di saggezza, nel naif. E la ricchezza del colore si unisce alla semplicità, all'ingenuità della favola. In Kos la favola lascia il posto ad una pacata visione della realtà."

Dino Menichini: "...è successo che un giorno come tanti Emil Kos si è trovato a passare proprio per Rovigno, dove ogni pietra ha una storia che racchiude in sé il trascorso di una vita, dove ogni vicolo e ogni piazzetta rappresentano il paradiso liberato dal trascorrere del tempo. Non diremo che per lui Rovigno è stata una scoperta: si è trattato di un caso, verosimilmente fortunato, e ad essere sinceri, questo incontro ha segnato una svolta nella sua vita artistica. È proprio qui infatti, nella parte vecchia della città, che egli ha compreso nel profondo le armonie delle linee e dei volumi, e le sue capacità di osservatore si sono rafforzate, così che poi ha potuto tradurle narrando attraverso i suoi dipinti."

Maja Balenovic': "Di fronte a noi c'è un pittore che trova le sue radici nel suo vissuto stabilendo un contatto continuo coi luoghi dove vive e lavora di cui è impregnata la sua storia che si riflette nella sua opera, soprattutto nei paesaggi. Il suo tratto segna una linea sottile al confine tra il mondo reale e quello impressionistico che verosimilmente è legata al vissuto interiore dell'artista. In quell'istante, quando i sentimenti prevalgono e l'artista si lascia trasportare, il paesaggio diventa un simbolo di un mondo interiore. La tavolozza dei suoi colori è temperata soprattutto tra le tonalità calde del giallo e del rosso; talvolta in alcuni quadri dove i colori sono più freddi, soprattutto nella gamma dei blu, emergono i sentimenti dell'irrequietezza e dell'intimo disagio. Il tratto del pennello è ampio, sicuro e veloce. Nell'impatto coi quadri, soprattutto quando si tratta di paesaggi, si legge la definizione del dettaglio in rapporto al colore. Del tratto del pennello emerge il senso dell'irrequietezza e il senso del dinamismo come anche l'impressione che l'opera inizi in quell'istante."

 

Mostre personali: Galleria Duro Salaj, Slavonski Brod (1971); Chromos, Zagreb (1973; 1983; 1991); Gradevinski Institut, Zagreb (1975); Toplice, Krapinske Toplice (1977); Husnijakovo, Krapina (1979); Likum, Zagreb (1980); Klub Filmskih, Zagreb (1981); Knjiznica Medvescak, Zagreb (1985); Bradtke, Lussemburgo (1986); L'Arte, Jesolo (1987); Ina-Oki, Zagreb (1988); Klub Samoupravljaca, Zagreb (1989); Belle Arti, Padova (1990); Ina, Zagreb (1992); La Nuova, Venezia (1993); Industogradnja, Zagreb (1994); Van Gogh, Verona (1995); Vecernji List, Zagreb (1996); Elka, Maribor (1997); A. Weil, Parigi (1997); Kordic, Vilika Gorica (1998); Klagenfurt, Vienna (1999); Dom Hrvatskih Branitella, Pula (2000); Pfau, Volkermarkt (2001); Paladin, Cakovec (2002).

 

Mostre collettive: Galleria Boer, Zagreb (1990); Strauss, Dubrovnik (1991); Arte In, Roma (1992); Punto Zero, Milano (1993); Nibus, Verona (1994); Sigiere, Lione (1996); Bertina, Hannover (1996); The Zeit, Francoforte (1999); Inohe, Orn (2000); Peinture Contemporaine, Chateau de Rames (2001); A. Weil, Parigi (2002).

 

 


 

Presentazione

Le pennellate potenti e colorate dell'artista croato Emil Kos arrivano con vigore dall'altra sponda dell'Alto Adriatico fino alla nostra tranquilla Sala delle Grasce di Pietrasanta. La potenza dei suoi colori accesi si smorza con dolcezza nelle lunghe linee tracciate dal pennello, che, guidato da movimento accorto, delinea barche, marine, interni, nature morte e nature "vive". Con i colori di Kos ci si immerge proprio nei suoi dipinti, che talvolta diventano così reali, da emanare quasi un odore di salso asciugato dal sole o di verde ancora fresco di rugiada. In questa terra di grandi scultori, ecco allora un grande pittore che a modo suo scolpisce con il pennello forme nette e sincere, e paesaggi che sembrano quasi lavati da una Bora gentile, quella che di solito rinfresca l'aria e rinvigorisce il cuore. Auguro che questa ventata di tinte a Pietrasanta, culla della pietra e del bronzo, porti a Kos un sicuro successo e a noi ancora un tocco di una calda estate, assopita da poco.
Pietrasanta, novembre 2003
L'Assessore alla Cultura
Massimiliano Simoni

Critica

L'Adriatico - che D'Annunzio chiamò l'Amarissimo - ha due sponde: una italiana, l'altra croata. Di qua e di là, lo stesso mare. Il cielo è uguale ovunque. Le barche dei pescatori, le casupole colorate, i paesaggi, la vita, che scorre nei lavori dei campi o della costa, hanno poche differenze. Il pittore dipinge ciò che vede e lo dipinge come lo sente. Emil Kos è idealmente legato ad un certo Post-Impressionismo, tuttora operante. A noi della costa tirrenica vengono alla mente gli artisti della macchia, i livornesi da Fattori a Natali. In Kos troviamo il gusto delle larghe notazioni di colore, l'attenzione agli "ismi" del Novecento. Socchiudendo gli occhi, certi suoi quadri, specialmente quei grappoli di case, strette le une alle altre quasi a proteggersi, diventano scacchiere cromatiche, come quelle di Mondrian. Anche gli scogli possono somigliare a mosaici. Senza fare confusioni di comodo o tentare incasellamenti in questo o in quel filone dell'arte contemporanea, ormai senza frontiere, è preferibile lasciarsi condurre dalla sua poesia, che si affaccia, in rime e ritmi colorati, nei suoi paesaggi. Kos esprime la vivace sensibilità cromatica della sua terra. Là vi sono tradizioni vivissime di istintività e di saggezza, nel naif. E la ricchezza del colore si unisce alla semplicità, all'ingenuità della favola. In Kos la favola lascia il posto ad una pacata visione della realtà.

Raffaello Bertoli


É successo che un giorno come tanti Emil Kos si è trovato a passare proprio per Rovigno, dove ogni pietra ha una storia che racchiude in sé il trascorso di una vita, dove ogni vicolo e ogni piazzetta rappresentano il paradiso liberato dal trascorrere del tempo. Non diremo che per lui Rovigno è stata una scoperta: si è trattato di un caso, verosimilmente fortunato, e ad essere sinceri, questo incontro ha segnato una svolta nella sua vita artistica. é proprio qui infatti, nella parte vecchia della città, che egli ha compreso nel profondo le armonie delle linee e dei volumi, e le sue capacità di osservatore si sono rafforzate, così che poi ha potuto tradurle narrando attraverso i suoi dipinti.

Dino Menichini

 

Di fronte a noi c'è un pittore che trova le sue radici nel suo vissuto stabilendo un contatto continuo coi luoghi dove vive e lavora di cui è impregnata la sua storia che si riflette nella sua opera, soprattutto nei paesaggi. Il suo tratto segna una linea sottile al confine tra il mondo reale e quello impressionistico che verosimilmente è legata al vissuto interiore dell'artista. In quell'istante, quando i sentimenti prevalgono e l'artista si lascia trasportare, il paesaggio diventa un simbolo di un mondo interiore. La tavolozza dei suoi colori è temperata soprattutto tra le tonalità calde del giallo e del rosso; talvolta in alcuni quadri dove i colori sono più freddi, soprattutto nella gamma dei blu, emergono i sentimenti dell'irrequietezza e dell'intimo disagio. Il tratto del pennello è ampio, sicuro e veloce. Nell'impatto coi quadri, soprattutto quando si tratta di paesaggi, si legge la definizione del dettaglio in rapporto al colore. Del tratto del pennello emerge il senso dell'irrequietezza e il senso del dinamismo come anche l'impressione che l'opera inizi in quell'istante.

Maja Balenovic'

Biografia

Emil Kos è nato, vive e lavora in Croazia.
Mostre personali: Galleria Duro Salaj, Slavonski Brod (1971); Chromos, Zagreb (1973; 1983; 1991); Gradevinski Institut, Zagreb (1975); Toplice, Krapinske Toplice (1977); Husnijakovo, Krapina (1979); Likum, Zagreb (1980); Klub Filmskih, Zagreb (1981); Knjiznica Medvescak, Zagreb (1985); Bradtke, Lussemburgo (1986); LÕArte, Jesolo (1987); Ina-Oki, Zagreb (1988); Klub Samoupravljaca, Zagreb (1989); Belle Arti, Padova (1990); Ina, Zagreb (1992); La Nuova, Venezia (1993); Industogradnja, Zagreb (1994); Van Gogh, Verona (1995); Vecernji List, Zagreb (1996); Elka, Maribor (1997); A. Weil, Parigi (1997); Kordic, Vilika Gorica (1998); Klagenfurt, Vienna (1999); Dom Hrvatskih Branitella, Pula (2000); Pfau, Volkermarkt (2001); Paladin, Cakovec (2002). Mostre collettive: Galleria Boer, Zagreb (1990); Strauss, Dubrovnik (1991); Arte In, Roma (1992); Punto Zero, Milano (1993); Nibus, Verona (1994); Sigiere, Lione (1996); Bertina, Hannover (1996); The Zeit, Francoforte (1999); Inohe, Orn (2000); Peinture Contemporaine, Chateau de Rames (2001); A. Weil, Parigi (2002).