Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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Natura in Posa

Giuseppe Giannini


Opere di pittura

inaugurazione: 25 maggio 2002 - h 18.00

esposizione: dal 25 maggio al 30 giugno 2002

luogo: Chiesa di S. Agostino - Pietrasanta

orario: 15.30-19.00; lunedi chiuso; dal 15 giugno 18.00-20.00/21.00-24.00 

ingresso libero 


Comunicato stampa

 (versione in pdf)

 

Contatto Stampa: Alessia Lupoli
Ufficio Stampa
Gabinetto del Sindaco
Comune di Pietrasanta
tel. 0584/795219; fax 0584/795269
"Alessia Lupoli"

 

Mostra: NATURA IN POSA
Artista: Giuseppe Giannini
Inaugurazione: 25 maggio 2002 - ore 17,00
Date esposizione: 25 maggio - 30 giugno 2002
Locazione: Chiesa di Sant'Agostino, Via S. Agostino, 1, Pietrasanta
Orario apertura: 15,30 - 19,00, e dal 15 giugno: 18,00 - 20,00; 21,00 - 24,00/ lunedì chiuso


L'Assessore alla Cultura, Massimiliano Simoni, ed il Comune di Pietrasanta sono onorati di presentare Natura in Posa, un'esposizione di opere di pittura dell'artista Giuseppe Giannini. La mostra, che si terrà nella Chiesa di Sant'Agostino di Pietrasanta dal 25 maggio al 30 giugno 2002, s'inaugurerà con la partecipazione dell'artista, sabato, 25 maggio 2002 alle ore 17,00. L'esposizione verrà corredata di catalogo.

 

Giuseppe Giannini nasce a Quiesa (Lucca) nel 1937. Nel 1960 si trasferisce a Milano dove aderisce al gruppo della "Nuova Figurazione". I primi quadri sono ispirati alla grande città, ma presto il ricordo dei luoghi d'origine si fa pressante e i soggetti dei dipinti e delle incisioni diventano giardini e nature morte. I ricordi diventeranno dominanti nelle sue immagini. Dopo vent'anni trascorsi a Milano ritorna in Lucchesia. Appassionato di cinema e letteratura, ritiene fondamentali per la sua formazione artistica i film di Ingmar Bergman e l'opera di Marcel Proust.
Illustra con una serie di dipinti e litografie "Un Amore di Swann" di Marcel Proust nell'edizione fuori commercio della Società Olivetti, 1982; illustra per le edizioni Nuages di Milano "Il Ritratto di Dorian Gray" di Oscar Wilde, 1989. Esegue per la De Agostini una cartella di incisioni ispirate alla raccolta di poesie "Foglie d'Erba" di Walt Whitman con testo di Marco Valsecchi, 1977. Viene segnalato nel 1982 in Bolaffi Grafica da Raffaele De Grada. Nel 1993 esegue un ciclo di quadri ispirati alla "Montagna Incantata" di Thomas Mann pubblicati in un volumetto per le Edizioni Alessandria. Nel 1995 pubblica per le Edizioni Alessandria una serie di quadri ispirati a "Foglie d'Erba" di Walt Whitman con testo di Giorgio Soavi. Nel 1998 esegue un ciclo di quadri ispirati al romanzo "Le Onde" di Virginia Woolf pubblicato in un volume per le Edizioni Alessandria con testo di Nicola Micieli.
Dal 1962 ha presentato i suoi lavori in più di cinquanta mostre personali, tra cui alla Galleria "Traverso", Milano (1964); alla Galleria "Botero", Torino (1965); alla Galleria "Klee", Lucca (1967); alla Mostra Mercato di Londra (1986); al B.I.A.F. Internacional Art Forum di Barcellona (1989); all'Istituto Francese di Firenze (1994); alla Fondazione "M. Da Canda", Alessandria (1997).


Giuseppe Giannini ci fa scoprire con i suoi dipinti un'altra dimensione: ci invita a fare un bellissimo viaggio in immagini che sembrano a lui care, quasi in un'intimità di affetti privata, racchiusa nei suoi ricordi, sospesi, immobili. E la Chiesa di Sant'Agostino di Pietrasanta, come uno scrigno prezioso, ne custodisce la memoria e, allo stesso tempo, ci apre lo sguardo verso nuove visioni perfettamente equilibrate in composizioni immaginarie, perfette, sospese al di fuori del tempo.
Le opere di Giannini, così immediate eppure così enigmatiche, proprio per questa loro caratteristica ci fanno soffermare e riflettere. Che cos'è che cattura la nostra attenzione? È forse questa sensazione di fondo che ci comunica quasi un'inspiegabile dicotomia, un immutabile divenire. I giardini di Giannini sembrano infatti ritornare all'accezione greca originaria del termine -"paradeisos"- dove la lussureggiante flora promette mondi di pacata tranquillità e armonia. In quest'atmosfera ideale, studiata e dettagliata come un quadro del ‘400 toscano, ci si inserisce proustianamente con il desiderio di indulgere nella propria memoria in ricordi e situazioni rassicuranti.
Nei quadri di Giannini -dove talvolta le nature morte di seicentesca precisione si stagliano su paesaggi di reminiscenza giorgionesca- gli oggetti diventano protagonisti, caricandosi così di forti valenze simboliche che ne completano il messaggio iconografico. L'eccellente maestria di Giannini riesce così a combinare un grande estro tecnico con una soffusa ma inquietante valenza psicologica che si estrinseca in quadri che a primo acchito sembrano quasi scatti fotografici, anche a livello introspettivo. Completato questo viaggio fantastico, ne usciamo contenti, soddisfatti, quasi più leggeri, continuando a sognare moltitudini di fiori su cieli contrastati.

 

Come ha sottolineato Tommaso Paloscia nel 1984: "...Tutto questo si riversa sulla tela per lenta distillazione di amori ed umori antichi attraverso i quali si svela, per immagini, un diario intimo, ricco di pagine che via via raccontano episodi scavati tra il vero e l'assurdo. Almeno tra il verosimile e il fantastico, come può accadere soltanto ai ricordi che riafforano ovattati nell'ambiguità dei significati o alle soluzioni immaginarie, prefigurate, di angosce incombenti; le rive del lago, i boschi, i campi fioriti e la luce -questa luce stupenda che sottolinea l'episodica per autenticarne l'essenza- sono invocati a testimoniare fatti autobiografici un poco vissuti un poco sognati. Pagine di diario che si insinuano nei racconti divorati avidamente; e con quelli di Proust, l'eletto, a insidiare il ricordo personale per via di analogie stupefacenti."

 

E Dino Carlesi, in "Contemporart" (Modena, 1991) invece così si pronuncia: "...Sono giardini che uniscono interiori sommovimenti memoriali a perizia espressiva di rara lucidità, al punto da farci dimenticare qualunque rapporto naturalistico per la collocazione dei riferimenti precisi entro situazioni rarefatte e atemporali. ... Culture diverse e diverse esperienze emotive contribuirono ad alimentare la sua vivace ricchezza espressiva, i suoi riferimenti ad un mondo così irreale -nella sua splendente realtà- da porsi al di là delle caduche accidentalità visive e capace di contrapporre un eden felice alle nostre persistenti disperazioni: quei ricami in primo piano delle "colazioni in giardino" sono le incantevoli "risposte" alle nostre attese di sogni, alle nostre ansie di conoscenza, i problemi estetici (se risolti) inserendosi sempre ai livelli alti della gnoseologia. Le "cose" di Giannini esistono come memoria di se stesse perché il pittore non opera mai in presa diretta, cioè sa guardare i singoli elementi non con separata attenzione ma li recupera e li filtra attraverso le memorie di situazioni emotive -persistenti e tenaci- che li inglobano e li annullano come dati particolari della realtà per farne scenari colmi di misurata interezza."

 

 

Presentazione

Giuseppe Giannini ci fa scoprire con i suoi dipinti un'altra dimensione: ci invita a fare un bellissimo viaggio in immagini che sembrano a lui care, quasi in un'intimità di affetti privata, racchiusa nei suoi ricordi, sospesi, immobili. E la Chiesa di Sant'Agostino di Pietrasanta, come uno scrigno prezioso, ne custodisce la memoria e, allo stesso tempo, ci apre lo sguardo verso nuove visioni perfettamente equilibrate in composizioni immaginarie, perfette, sospese al di fuori del tempo.

 

Le opere di Giannini, così immediate eppure così enigmatiche, proprio per questa loro caratteristica ci fanno soffermare e riflettere. Che cos'è che cattura la nostra attenzione? È forse questa sensazione di fondo che ci comunica quasi un'inspiegabile dicotomia, un immutabile divenire. I giardini di Giannini sembrano infatti ritornare all'accezione greca originaria del termine -"paradeisos"- dove la lussureggiante flora promette mondi di pacata tranquillità e armonia. In quest'atmosfera ideale, studiata e dettagliata come un quadro del ‘400 toscano, ci si inserisce proustianamente con il desiderio di indulgere nella propria memoria in ricordi e situazioni rassicuranti.

 

Nei quadri di Giannini -dove talvolta le nature morte di seicentesca precisione si stagliano su paesaggi di reminiscenza giorgionesca- gli oggetti diventano protagonisti, caricandosi così di forti valenze simboliche che ne completano il messaggio iconografico. L'eccellente maestria di Giannini riesce così a combinare un grande estro tecnico con una soffusa ma inquietante valenza psicologica che si estrinseca in quadri che a primo acchito sembrano quasi scatti fotografici, anche a livello introspettivo. Completato questo viaggio fantastico, ne usciamo contenti, soddisfatti, quasi più leggeri, continuando a sognare moltitudini di fiori su cieli contrastati.

L'Assessore alla Cultura
Massimiliano Simoni

Critica

Biografia