Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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Affreschi

Giorgio Michetti


 Opere di pittura

inaugurazione: 15 dicembre 2002 - h 17.00

esposizione: dal 15 dicembre 2002 al 6 gennaio 2003

luogo: Chiesa di Sant'Agostino - Pietrasanta

orario: 15.30-19.00; lunedi chiuso

ingresso libero


Comunicato stampa

Presentazione

In occasione dei novant'anni dell'artista, l'Assessore alla Cultura, Massimiliano Simoni, e il Comune di Pietrasanta sono onorati di presentare, Giorgio Michetti: Affreschi, antologica del pittore viareggino Giorgio Michetti. La mostra, che si terrà nella Chiesa di Sant'Agostino di Pietrasanta dal 15 dicembre 2002 al 6 gennaio 2003, s'inaugurerà domenica, 15 dicembre 2002 alle ore 17,00. L'esposizione verrà corredata di bel catalogo, a cura di Valter Veroni, con fotografie di Simone Bazzicchi, con coordinamento e organizzazione di Fabrizio Miracolo e con la collaborazione dell'Associazione CLIO e della Mauro Baroni Editore di Viareggio.

Critica

Poco importa di sapere se i protagonisti dei quadri e degli affreschi del Michetti siano cavatori delle Apuane, marinai o pescatori della sua piccola, amata patria viareggina, quanto quella che egli ci presenta è l'umanità nuda, senza altri attributi o qualifiche all'infuori del suo esistere, del suo faticare, del suo soffrire Sarà perciò forse anche per effetto dell'assidua pratica nell'ardua tecnica dell'affresco se i quadri del Michetti, anche quelli di più ridotte dimensioni, hanno l'afflato, la sicurezza e la saldezza d'impianto di composizioni monumentali. é questa infatti la prima impressione che se ne riceve e che non dipende soltanto dall'assoluto predominio, dal poderoso incombere in molti di essi delle figure umane atteggiate spesso in pose la cui complessità rivaleggia talvolta con le più ardite invenzioni dei Grandi Maestri del Manierismo postmichelangiolesco, tuttavia infuse di un patetismo, di un sentimento di profonda e sofferta drammaticità che le riscatta da ogni sospetto di virtuosismo fine a se stesso e dallo spazio che intorno ad esse circola e che sfugge ad ogni determinazione ambientale o paesistica per immergerle, senza sopraffarle, nella vastità di corruschi e nubilosi cieli quasi fossero in vetta di montagne o sull'orlo di abissi; ma dipende altresì dal potere di sintesi plastico-strutturale del disegno, da quelle linee che proiettandosi in amplissime e tese falcate incidono spesso addirittura di solchi sottilissimi la superficie dell'intonaco; e infine anche dalle larghe partiture del colore che talvolta tracima oltre quei segni e comunque si distende in ampie pezzature di poche tonalità dominanti di rossi affocati e sanguigni, di profondi turchini, di bianchi luminosissimi, di verdi intensi e di favolosi viola. Un colore del tutto irrealistico, di natura essenzialmente fantastica e spirituale e ricco di intense risonanze liriche nel modulato svariare delle sue liquide trasparenze, dei suoi mutevoli spessori, delle sue accensioni, e che tuttavia definisce nitidamente, inderogabilmente, forme e volumi esaltandone al tempo stesso la possente e irrequieta vitalità.
Enzo Carli

 

L'arte di Giorgio Michetti è ormai adulta ed ha una peculiarità propria. L'impianto rinascimentale rivisitato dal pittore toscano assume imponenza e pregnanza grafica sino al punto da emergere quando il colore suadente spazia su campiture monocrome od addirittura bianche. é la riscoperta dell'uomo in tutte le sue parti, l'accentuazione dell'anatomia che rafforza graficamente la rappresentazione e coinvolge il fruitore nella scena che enuclea il senso della storia e degli ideali della bellezza classica riscoprendo così il segreto degli antichi capolavori. Michetti ha applicato in arte la definizione rinascimentale mettendo in evidenza la rinascita o rigenerazione se così la possiamo chiamare - dell'uomo da quel rinnovamento plastico con la rappresentazione della figura posta quale fatto centrale, quale nucleo della composizione per rimarcare la formazione e la maturazione di un nuovo mondo spirituale fatto dall'uomo e per l'uomo I colori sempre più raffinati di Michetti effondono attraverso le velature più ricercate nell'ambito della coloristica quel frison noveau che mancava alla figurazione di stampo rinascimentale. La gioiosità dei personaggi addensati, per non dire accovacciati con sontuosa armonia, rendono peculiare e prezioso il messaggio La fantasia nella figurazione di questo maestro toscano è il momento essenziale della sua arte: essenziale in quanto connaturata alle vicende dell'uomo che lui narra con il pennello nell'ambito delle cronache e vicissitudini contemporanee quasi fosse un lessico quotidiano.
Franco Cajani

 

La tecnica dell'affresco, anche quel tanto di apparente fissità compositiva, che proviene oltretutto dalla concretezza della materia, che tuttavia per operazione di mano del nostro artista sa risultare aerea, mossa forse da quel vento di mare che ha subito invaso la sua pittura. Quel che sorprende, infatti, nell'ultimo suo lavoro tra il 68 e il 74, è quel portentoso disnodarsi e sciogliersi, e quasi scorporarsi di quelle stesse figure di uomini di mare che egli d'altra parte ha sempre il nativo bisogno di costruire con energia e di strutturare e campire come un maestro del passato. E tanto quei suoi victorhughiani, o vianeschi, lavoratori del mare, intricandosi vieppiù nelle reti se ne districano per magia pittorica, che per un gioco non fortuito di vele - e cioè per una crescente facoltà d'intellezione e di trasfigurazione spirituale ed artistica - tendono a tramutarsi da creature di mare in creature di cielo, Icari vittoriosi anche se sconfitti.
Giancarlo Vigorelli

 

Giorgio scolpisce il piano, e lo fa con una durezza che riconduce il segno al rigore geometrico di una dimensione dello spazio senza vie di fuga. Una geometria che traduce ed esalta il contenuto incontaminato dal tempo. Un tempo senza speranze, fermato da identità e corali mute dinanzi al destino. Il rigore geometrico dello spazio invoca un ordine superiore, ma la religiosità della composizione si fa nel contenuto negazione della religione come ordine spirituale di salvezza dell'uomo e del mondo, rimane religione della sofferenza e dell'impotenza. Rappresentazione di un assoluto di solitudine di fronte a quel qualcosa di più grande - che non è solo la finitezza dell'uomo ma anche la grandezza del creato concretamente presente - impossibile da pensare se non rinunziando al principio razionale.
Aldo Belli

 

Biografia

Giorgio Michetti nato nel 1912 a Viareggio, a nove anni incomincia già a dipingere. Tra il 1926 e 1927 ha modo di conoscere i personaggi più importanti dell'arte e letteratura paterne: Forzano, Puccini, Pea, Jenco, Mario Tobino, Ermete Zacconi, Mario Monicelli. Ed è in questo periodo che Michetti, affascinato dal mondo dei marinai, vaga per le darsene e si sofferma incantato alle spalle di Viani che dipinge all'aperto. Nel 1928 espone la sua prima personale nel Salone Comunale di Castiglioncello, per poi partire per Roma, dove s'iscrive al Liceo Artistico, avendo prima appreso in Versilia l'arte della scultura nella "bottega" di Bozzano e del disegno da Marchetti di Stiava. Nel 1930 passa all'Accademia di Belle Arti di Roma, dove studia, tra gli altri, con Mario Rivosecchi. Dal 1934 frequenta la Scuola Allievi Ufficiali di Moncalieri, e nel 1935-36 viene inviato in Africa Orientale, con il grado di sottotenente in forza alla Divisione Gavinana, dove viene decorato con la Croce di Guerra al Valor Militare per essersi distinto in un'azione bellica. Nel 1937, ritornato a casa, si trova un impiego provvisorio e riprende a dipingere. Riparte per l'Africa Orientale nel 1938 per poi tornare in Italia nel 1940. Sposa Laura Veronesi di Viareggio, con la quale avrà tre figli. Inizia la sua collaborazione con il Gruppo Medaglie d'Oro di Roma; tra le altre, esegue 120 stilografie di medaglie d'oro della guerra 1915-18 e numerose illustrazioni di libri per alcune case editrici italiane. Dopo l'8 settembre 1943 ritorna a Viareggio, riprendendo a frequentare i suoi amici pittori, tra cui Renato Santini. Nello stesso periodo disegna Impiccati ai Pioppeti, tragico fatto di guerra di cui vive da vicino gli orrori, rimasto tra i documenti più alti della Resistenza. Dal 1947 al 1958 Michetti si dedica alla serigrafia, all'arredamento, alla grafica, all'illustrazione e collabora con architetti ed ingegneri a varie progettazioni; partecipa alla mostra dei Pittori Toscani a Palazzo a Firenze (1948). Nel 1960-62 perde la moglie, ma continua a partecipare a mostre collettive e premi; nel frattempo si trasferisce anche a Milano, continuando a pieno ritmo la pittura e abbandonando ogni altra attività. Tra il 1963-1974, sposa la triestina Liliana Rizzato, intensifica la pittura - soprattutto ad affresco - e l'attività espositiva in Europa; per particolari benemerenze artistiche, gli viene conferita l'onorificenza di Cavaliere della Repubblica. Nel 1976 è invitato ad eseguire un grande affresco, Evoluzione dell'Uomo in Brianza di 3x9 metri, su di una delle facciate del Palazzo Comunale di Seregno, per cui poi riceverà la cittadinanza onoraria. Nel 1977 il Comune di Viareggio organizza una sua mostra antologica (1928-1977) dove si presenta mezzo secolo di sue pitture. Dal 1978 per un anno l'artista si dedica a ricerche sull'anamorfosi: ne esce una cartella anamorfica catottrica Ambiguità dell'Immagine, un oggetto-scultura e vari affreschi anamorfici. Michetti espone al Salone d'Autunno nel Grand Palais di Parigi e poi partecipa con altri 48 pittori alla grande tela Omaggio della Brianza alla Polonia, ora nella Collezione dell'Arcivescovado di Cracovia, Chiesa di San Floriano. Nel 1980-82 viene invitato dal Museo "Seedamm Kulturzentrum" di Pfäffikon (Zurigo) ad esporre una vasta antologica di 355 opere. Nel 1984 il Museo "Campagne Rosenberg" di Berna lo invita per un'altra antologica. Un anno dopo esegue una cartella di cinque incisioni a colori su episodi dell'inferno di Dante per la Società "Dante Alighieri" di Boston, U.S.A. Affresca anche nello stesso periodo una parete nella Sala delle Udienze della pretura di Desio (Milano), mentre il Comune di Milano lo invita a tenere una mostra personale di grafica (1970-1985) a Palazzo Sormani. Nel 1986 partecipa assieme ad altri 44 pittori invitati dal CONI ad eseguire un grande murale sullo sport allo Stadio dei Marmi di Roma per le finali dei Giochi della Gioventù. Nel 1987 è invitato dal Comune di Foggia ad allestire un'altra importante mostra antologica (1928-1987). Nel 1988, in occasione dell'uscita di un nuovo volume sull'opera di Michetti, si tiene una mostra personale dell'artista al Centro d'Arte "Cultura e Costume" di Milano. Viene anche invitato, in occasione del Premio Nazionale di Poesia "Lodi Città di Ada Negri", a tenere una personale al Teatro delle Vigne di Lodi. Successivamente si tiene un'altra sua personale nella Sala Viscontea del Castello Sforzesco di Milano. In tutti questi anni continua a partecipare a numerose mostre collettive e premi sia in Italia che all'estero. Tra le opere in collezioni pubbliche si segnalano: Comune di Rosignano Mare, Livorno; Azienda di Soggiorno di Grado, Gorizia; Ente al Turismo di Castellammare di Stabia, Napoli; Museo del Comune, Milano; Galleria d'Arte Moderna, Comune di Inverigo, Como; Galleria Civica di Marsala, Trapani; Comune di Seregno, Milano; Museo Casa Natale "Papa Ratti", Desio, Milano; Cattedrale di San Floriano, Cracovia, Polonia; Pinacoteca d'Arte Contemporanea, Siena; Galleria Civica di Imperia; Biblioteca Comunale di Milano; Palazzo Sormani, Pretura di Desio, Milano; Curia Arcivescovile di Milano; Comune di Cerro Maggiore, Milano. Così Michetti stesso commenta il suo lavoro: " Ho guardato e continuo ad ammirare con molta emozione Michelangelo. Le grandi concezioni michelangiolesche le ho studiate e osservate ed ogni volta ne sono rimasto atterrito e commosso. Lui era un gigante di mente e ciò mi ha sempre attratto e come lui ho sempre avuto il desiderio di fare cose di grandi dimensioni. Mi è sempre piaciuta la pittura difficile, quella che impegna veramente. La pittura facile mi annoia. Non mi dà quel gusto quando non posso spaziare".