Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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Mostra di Eugenio Menichini

Eugenio Menichini


inaugurazione: sabato 3 febbraio 2001 - h. 17.00

esposizione: dal 3 al 18 febbraio 2001 

luogo: Sala Grasce - Centro Culturale "Luigi Russo"- Pietrasanta

orario: da martedi a domenica 15.30-19.00

ingresso libero


Comunicato stampa

Presentazione

Critica

LA PITTURA COME RISCATTO QUOTIDIANO

 

Il retroterra esperienziale degli artisti è un grande deposito di avventure, spesso di disavventure e di inquietudini. Non ci stupisce che nasca il desiderio di raccontarle, sia per liberarsene e sia per rendere partecipi gli altri di qualcosa che per l'artista sembra avere dell'incredibile. Sappiamo quanto siano difficili i rapporti interpersonali, specialmente quando l'inimicizia e la diffidenza rendono ancora più amari la solitudine e il silenzio. L'a'rte tra le altre cose - è anche commento al nostro esistere, punto d'incontro tra noi e il reale, tentativo di comunicare i risultati di quelle riflessioni che nascono al momento della scoperta autentica di noi stessi oppure del valore della cultura, frammentaria o meno, di cui veniamo a conoscenza.

 

Menichini si è sempre accostato alla realtà con la diffidenza di chi sa di non poter leggere il mondo in chiave ottimistica oppure alla luce della retorica: lo spazio versiliese gli offriva - tra gli altri - l'esempio famoso dell'espressionismo vianesco ed egli, accanto ad una tavolozza di godibile fruibilità che gli consentiva di vivere, andò elaborando una più intensa ricerca pittorica tendente allo scavo interiore e, quindi, alle tonalità basse, alle vibrazioni materiche appena toccate dalla luce. Le sue figure sembrano esistere potenzialmente come emblemi di una sofferta presenza umana, figure che non si staccano mai nitidamente dai fondali, ma ne partecipano cromaticamente come parti di un'unica atmosfera ("Due figure"; "Pescatore"): il suo marrone scuro, i suoi grigi cupi e i suoi neri tagliati da striature bianche, offrono ai corpi parvenze incerte e inquiete, simili a maschere continuamente in cerca di una luce che consenta loro un'esistenza meno tormentata. In quelle ombre, che chiudono i personaggi dentro ovattati silenzi, i pochi lampeggiamenti luminosi infondono energia disegnativa alle figure del primo piano, quasi l'artista trasferisse se stesso nel poco chiarore che la vita gli ha sempre offerto.

 

La semplicità, la scarnifìcazione e la tensione rendono questi cartoni documenti di alta intensità espressiva, 'sempre controllati e mai enfatici e ridondanti. Qualche rapida pennellata luminosa può accentuare un'idea o un particolare per meglio evidenziarlo, ma le ombre dominano su ogni foglio per farvi naufragare il volume della figura centrale, per corroderla e creare un rapporto dialettico con l'ambiente che la circonda, quasi per rendere omaggio alla poesia di un Giacometti rivisitato con amore.

 

Menichini non gioca con la pittura, le sue facce hanno espressioni inquietanti e amare, " l' interno con donna" colloca la figura in un suo antro di pena, con contrasti coloristici che ci riportano all'aria dei bobèmien, ad una filosofia esistenziale che è malinconica senza farsi patetica. E dominante, qui, un'aria nera, con qualche ironica e stingente grafia coloristica ("Il notabile"; "Don Chisciotte"), per cui alcuni elementi stanno in bilico tra l'esistere e il non esistere, incerti se rientrare nel nero della materia o emergere con più nitida evidenza nella poca luce. Qualcosa brucia dentro l'anima di Menichini, la rassegnazione non gli ha incrinato la dignità: sa dipingere nel suo studio assolato come sa dormire sulla panchina della piazza, lasciando che sia la luce a scendere avaramente sui fogli, a indicare la caducità e il dolore di un tempo ingrato per malvagità e perfidia. Il linguaggio riflette tale situazione spirituale in quanto la spontaneità espressiva attinge ad una fonte amara per natura e per storia personale: in quel linguaggio, fosco come l'autore, sta proprio la possibilità di quel riscatto quotidiano che gli consente di essere se stesso, di non concedere nulla al frastuono mondano di una Versilia artisticamente chiusa nei suoi modelli tradizionali.

 

 

                                                                                                                     Dino Carlesi

Biografia