Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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Le Vele

Letizia Paradossi


inaugurazione: sabato 3 febbraio 2001 - h. 17.00

posizione: dal 3 al 18 febbraio 2001

luogo: Sala dei Putti - Centro culturale "Luigi Russo" - Pietrasanta

orario: da martedi a sabato h. 14.30-19.00

ingresso libero


Comunicato stampa

Presentazione

In un recente viaggio a Chicago, visitando la "School of Art", patria delle avanguardie pittoriche dell'ultima generazione, mi è balzato alla mente l'incontro avuto nel passato ottobre con la pittrice Letizia Paradossi.

Fondamentale per gli Istituti Culturali che rappresento è rendere fruibile l'arte delle sue più alte e diverse espressioni. Pietrasanta, Città d'Arte e degli Artisti, ha un ruolo di primaria importanza in Toscana e nel mondo nella divulgazione della Cultura. L'informale percettivo di scuola americana è sicuramente ben rappresentato dall’'artista toscana che riesce, sulle ali del sentimento e con la forza del colore, a liberare quella "antica" e spesso perduta Fantasia che sola può cullarci e tranquillizzarci in un mondo sempre più frenetico, volto solo all'immediato consumo. Sì!, immediato consumo anche dell' arte.

La pittura di Letizia Paradossi con i suoi colori di estremo risalto ottico fa entrare in campo la variabilità, la percezione dell' effimero, l'instabilità. La relazione tra realtà e illusorio, tra permanenza del mondo oggettivo e transitori età è il vero tema di opere che mettono in scena la parvenza come evento e forma inafferrabile.

 

 

Assessore alla Cultura e

Spettacolo del Comune di Pietrasanta

Massimiliano Simoni   

Critica

Seguo il lavoro di Letizia Paradossi dal 1996. Ricordo il cromatismo "razionale" dei suoi quadri di quel periodo, che parevano allargare la dicromia stereometrica del romanico pisano-lucchese - a lei familiare per nascita - verso nuove frontiere di certezze, attraverso un uso del colore "organizzato" in superfici complementari ed essenziali. Lei stessa dichiarava di considerare i propri quadri come "figure fisse, come fossero delle basi su cui poggiavano" quelle stesse certezze. Era il tempo in cui la pittura era per Letizia lo specchio obiettivo di una ricerca di sicurezza personale, un modo poetico per affermare un bisogno di espressione senza ambivalenze, senza lati oscuri. Forme e colori luminosi, perlopiù desunti da una tavolozza di ascendenza mediterranea - anche se mediata attraverso la lezione della "nuova astrazione" americana, da Rothko a Newman, a Joseph Albers - si componevano in geometrie semplici, esemplarmente controllate. Gli stessi titoli: "Ricordi", " La quiete", "Allegra confusione", "Tutto a posto", "Ordine serio", "Emozioni sotto controllo", rimandano ad un ferreo esercizio mentale di autoanalisi, in cui il quadro assume, insieme al valore liberatorio e "terapeutico" del mettersi a nudo, la qualità di una risposta che non è solo artistica ma esistenziale. I colori si componevano in masse solide, ora accostandosi in stridente contrasto tonale e dimensionale, ora accordandosi secondo leggere assonanze coloristiche e formali, che venivano bruscamente interrotte da improvvisi e violenti inserimenti di materia colorata.

A distanza di qualche anno, il mondo pittorico di Letizia Paradossi si è fatto insieme più inquieto e più essenziale; alle certezze esistenziali affidate alla forma e alla forza dell' acrilico, è subentrata una fase più problematica, più irrequieta e "minimalista". In particolare la tecnica dell' acquerello le ha consentito un approccio più meditativo e umile al problema della natura e del paesaggio, sublimati in sottili e delicate campiture astratte di colore. Alla consapevolezza di un mutare rapido delle cose, di un trascolorare dei sentimenti e delle emozioni verso mete sempre più provvisorie, si accompagna oggi nel lavoro di Letizia Paradossi, una nuova cifra, insieme dinamica e simbolica: la vela. "Cos'è la vela?" - scrive - "Un mezzo semplice, antico, modesto, che, se saputa usare, consente di prendere il vento e andare. Andare, muoversi, conoscere, trovare nuovi motivi di vita; questo non è l'andar veloce dei futuristi, non è l'elogio della velocità, anzi: è un andare curioso, attento, riflessivo che cerca di cogliere i venti opportuni per approdare a nuove conoscenze." In questi nuovi lavori, lievi triangoli di colore si distendono sulla superficie della tela, e ogni quadro non vive più di una luce propria, assiomatica e convinta, ma ha bisogno degli altri, come il movimento in un'animazione, fermato in tanti fotogrammi diversi, che solo visti in sequenza uno dopo l'altro ridanno il moto dell'agitarsi del vento. Alle vele talvolta si accompagnano sottili nastri coloratissimi, anch' essi agitati da un soffio e fermati per un attimo. Nell'opera di Letizia Paradossi si va sempre più sostituendo ad un mondo dai colori densi, terrestri - "approdo" di forme astratte ma certe - un mondo aereo, lieve, dai colori marini, in cui si avverte un senso di instabilità, ma insieme il desiderio di andare, di scoprire, in un dinamismo cromatico che trapassa da quadro a quadro. Alla allusività lirica dei titoli nei quadri precedenti - che circoscrivevano precise vibrazioni sentimentali - Letizia Paradossi affianca ora una nuova e diversa curiosità, che la spinge ad andare oltre il quadro dipinto, verso un nuovo quadro, caricando ognuno dell' ansia della scoperta. Scoperta degli altri, di nuovi colori, di nuovi significati della propria pittura. Scriveva Paolo Rizzi nel giugno del 1997 a proposito degli olii e degli acrilici, ma soprattutto degli acquerelli, che "nella pura vibrazione pulviscolare del colore spingono l'immaginazione oltre ogni confine materiale, appunto dove la natura (...) si trasforma in pura luce, in puro spirito". Nella sua fase attuale di ricerca Letizia Paradossi coglie della natura l'aspetto aereo, mutevole, labilmente incostante e trasforma la motilità del vento, dell'aria stessa in colore, spingendo l'immaginazione a non sostare che un istante, per poi "riprendere un soffio di vento e ripartire".  

 

Massimo Becattini

Biografia