Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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Da Natura a Natura

Min Jang-Ki


inaugurazione: giovedi 29 aprile 1999 - h. 17.00

esposizione: dal 29 aprile al 9 maggio 1999

luogo: Centro Culturale "Luigi Russo" - Pietrasanta

orario: da martedi a domenica h. 15.30-19.00

ingresso libero


Comunicato stampa

Presentazione

Critica

L'Italia, ma in particolare la Toscana, con Firenze e Siena, Pisa e Lucca e, in definitiva, tutti gli altri centri d'arte da sempre frequentati da scultori e da pittori provenienti dall'intero globo, rappresenta un interessantissimo spazio, entro cui critici come noi - innamorati ad oltranza dell'equilibrio e del!'armonia facenti parte integrante della creatività - possono operare, analizzando forme e contenuti in un inscindibile connubio "d'uomini e cose", il quale, se opportunamente trasmesso, facilita la lettura di qualsivoglia scultura o pittura.

Nel territorio toscano, c’è tuttavia una sorta di "isola felice", o per meglio dire "operosa", su cui convergono da anni le forze più disparate: si chiama Versilia.

Non è, ovviamente circondata dall'acqua, ma è una striscia di terra incastonata tra il mar Tirreno e le Alpi Apuane di michelangiolesca memoria, che possiede tracce etrusche e romane, e dove ormai da anni approdano grandi o sconosciuti artisti, ma anche semplici amanti del bello: vi disegnano e vi dipingono, vi progettano e vi realizzano sculture anche monumentali in marmo bianco o in granito, in bronzo e in altri materiali atti all' uso.

I nomi? Tantissimi.

Arnold Bbcklin, Lorenzo Viani, Pietro Annigoni, Franco Miozzo, Henry Moore, Hans Arp, Isamu Noguchi, Femando Botero, Giuliano Vangi, Gigi Guadagnucci ed altri ancora, nel mentre si stanno facendo strada volti nuovi, tra cui Min Jang-Ki.

E' un coreano sorridente ed instancabile, coerente nella propria espressione d'arte, il quale non disdegna d'andare verso ricerche di rinnovo, dunque per noi - come per altri esperti, qual è Giorgio Segato - rappresenta ormai una certezza, e diremmo una sicurezza, nel campo della scultura.

Min Jang-Ki sa definire con personale visione, quelle emozioni e quei sentimenti, che gli provengono tramite  l’osservazione d'una natura amica, nei confronti della quale instaura di volta in volta, un dialogo pieno, ricco in altre parole d'incontri e di rimandi, d'allusioni e di riflessioni.

Ne sa capire colori di pietra e di marmo e dell’uno e dell’altro metallo.

Ne trasferisce poi la memoria carica d'arcaismi, verso una dimensione dove lo spazio e il tempo sono il ricordo, come il sogno e il segno dell'oggi.

Una completa lettura delle sculture che ha effettuato in questi recenti anni, meriterebbe un'ampia analisi, tuttavia, in sintesi, ci sentiamo d'affermare che attualmente la sua Opera - avente varie sfaccettature - rivela chiaramente una versatilità da lodare e da evidenziare.

E' una vera, continua sorpresa…

Infaticabile, fantasioso, piega a se qualsivoglia materia, nei confronti della quale ha tuttavia una sorta di rispetto, poiché la realizzazione d'ogni elemento scultoreo, giunge al dunque dopo essere passata al setaccio del pensiero.

Prendiamo, ad esempio, un'opera originalissima qual è quella che ha dedicato agli inizi del 1999 all'Italia: l' ha raffigurata come un' architettura antica e solida, facendo capire subitaneamente all'utilizzatore, quei segni di civiltà e di linearità e storia e di poesia, che egli ha saputo convergere perentoriamente nell'intera struttura.

Questo suo impegno, egualmente intenso come altri, converge nella soluzione che rende in pieno il senso delle cose.

L'albero, il paesaggio e la figura - passando ad un'altra scultura della quale del resto non c'interessa, pur sapendolo, evidenziarne il titolo, tant' è leggibile la tematica d'assieme - dicono del suo intimo rapporto con la vita trattenuta in simboli, concretati soprattutto in marmo nero del Belgio lavorato quel tanto indispensabile a definire l'importanza dell' essere umano.

Sopra ogni cosa, le figure femminili come quelle maschili, coesistono, ritmate nella circolarità d'un percorso naturale, che le pone quali importantissimi elementi d'una evoluzione costante, in cui la stessa scelta del sasso scavato, arrotondato e modulato dagli agenti atmosferici, converge in una coerente e personale soluzione artistica.

Secondo il Nostro, la completezza che contraddistingue l'essere umano è tale, proprio perché coesiste "naturalmente" con ciò che - da una parte o dall' altra - gli è accanto.

 

La figura vive e convive col proprio tempo, il quale si propone "vestito" con solidi e granitici abbracci bluastri, rossi, grigi, per definire le varie stagioni dell'esistenza: il tondo che talvolta troviamo in alto, è poi inserito da Min Jang-Ki, per ricordarci l'eterna capacità del sole di dare impulso ad ogni cosa.

Min Jang-Ki è un artista serio, al quale non è difficile prospettare un futuro denso d'altri consensi professionali, poiché la sua coerenza e sensibilità sono tali, da far polarizzare su di lui l'attenzione degli esperti, sia l'interesse dei collezionisti.

I suoi personaggi li completa indifferentemente col marmo apuano o col nero del Belgio, col rosa Portogallo, con la pietra del Cardoso e oggi, nel percorso ritmato dagli incontri con alcuni Maestri contemporanei, dall' inesausto comportamento operoso giornaliero e dal tempo giustamente dedicato alla riflessione, ecco che essi appaiono ben inseriti in un ambiente nel quale convivono concordemente alcuni elementi architettonici.

E' la pertanto la "sua" interpretazione dell'Uomo a farla da padrone, tramite l'esaltazione della nostra epoca che va verso l'ignoto, con tutti i suoi interrogativi, i sogni, le attese.

Min Jang-Ki muove le sue scelte, anche quelle legate alla varietà ed alla variabilità del materiale usato nel contesto creativo, da un'ideazione macerata psicologicamente, raccolta in pratica in maniera da disporre le immagini "pensate", con un ordine tale da individuare precisamente il fine d'ogni suo progetto.

La figura appare di conseguenza in tutta la sua linearità armoniosa, con la materia lapidea che accoglie e fa completamente suoi anche i simboli industriali (le masse metalliche di recupero), per formare - passo dopo passo - una struttura che avendo i segni distintivi del contemporaneo, appare pregna di quelle note di spiritualità di cui ciascuno di noi, naufrago del tempo, ha necessità continua.

La narrazione è solenne, seria, nel mentre la scelta semplicissima ed intensa - affidata primariamente alla figura femminile - scandisce la chiarezza d'un percorso creativo, cui quest'artista coreano si rivolge continuamente, quasi volesse affidare all'immagine materna un vessillo che ha in colore della vita.

Nella varietà d'ogni opera conclusa, traspare la matrice operativa di Min, che si rivela principalmente tramite una pluralità d'elementi.

Il percorso è disseminato di un' energia che s'inerpica, s'unisce, ritma il taglio o la limatura del ferro, la scalpellatura d'una pietra dorata o d'un marmo candido, luminosissimo, per assumere indifferentemente la forma d'un guerriero di pace, d'una madre o d'un uomo davanti ed entro una Natura amica.

Min Jang.Ki lancia nel vento e lascia attorno a sé il messaggio di un' armonia artistica profonda, aderente ai sentimenti seri.

La sua è un'umanità che va verso gli altri, e per gli altri si batte culturalmente; ecco che questo è uno dei tanti motivi per i quali riponiamo in lui una gran fiducia, e - del resto - ha già risposto a noi e ad altri, ma sappiamo che saprà farlo anche domani, su un gran percorso.

 

 

Lodovico Gierut

Biografia