Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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Bjorn Weckstrom in Pietrasanta

Bjorn Weckstrom


inaugurazione: giovedi 1 aprile 1999 - h. 17.00

esposizione: dall'1 aprile al 23 maggio 1999

luogo: Chiesa di Sant'Agostino - Piazza Duomo - Pietrasanta

orario: da martedi a domenica h. 15.30-19.00

ingresso libero

 

 

 

Categoria [01]: Acrilico

Categoria [02]: Marmo

Categoria [03]: Bronzo

Categoria [04]: Vetro


Comunicato stampa

Presentazione

Critica

I miti di Bjorn Weckstrom

 

Il cammino artistico dello scultore Bjorn Weckstrom è contrassegnato da imponenti serie di opere che hanno come materiali il bronzo, il marmo, il vetro, l'acrilico, e i loro sorprendenti accostamenti.

La scala espressiva va dalla forma astratta ad un originale realismo, Importante soggetto delle sculture in bronzo è stata lo rilettura degli antichi miti. Un posto di primo piano occupano anche le grandi opere che studiano l'azione reciproca dell'uomo e della macchina, e che costituiscono una profonda analisi della condizione attuale dell'umanità. L'invito a tenere lezioni all'Università di Pisa nel 1979 portò ad un importante cambiamento di vita: da allora Weckstrom abita per lo maggior parte del tempo in Italia. Le differenze della natura e dell'ambiente culturale esistenti tra l'Italia e la Finlandia risuonano come un fecondo arricchimento in molte delle opere.

 

Nello materia c'è lo spirito

 

Il periodo più chiaramente legato al materiale nella produzione di Bjorn Weckstrom è rappresentato da una serie di circa 25 opere acriliche nate nel 1971-73, Come stimolo, l'artista cita lo protesta contro l'allora attuale "rumorosa" arte cinetica, Mentre Tinguely, Kovacs e altri facevano persino sculture autodistruggentisi, si accentuava il bisogno di fare qualcosa di immobile, di assoluto, di durevole.

Le opere acriliche a luce propria richiedono intorno oscurità e pace, solitudine. Il colore e lo luce interna portano alla meditazione silenziosa. L'aleggiante limpida immaterialità delle opere è come una silenziosa meditazione sacrale. L'interesse che l'artista nutriva in quel periodo per il buddismo zen si sente come interiorità introversa, come spiraglio verso universi ignoti della coscienza.

I principali lavori della serie sono Trinità, Empirismo, Ritratto di direttore e Cubo che si espande, nei quali lo mistica del colore e lo "subacqueità" creano vibrazioni inusitate, In questi lavori, gli elementi bronzei argentati "nuotano" nell'universo di luce dei cubi acrilici. Nelle opere Uccello Molok (1975) e Pesante problema (1979), gli elementi interni all'acrilico sono tutti di bronzo.

L'uso dell' acrilico va visto anche come una risposta del giovane artista alla sfida della tecnica e dell'attualismo della nostra epoca. Oltre all'informatica, è proprio lo tecnica delle materie plastiche ad essere in fase di enorme espansione: sono stati già prodotti oltre 60,000 diversi tipi di plastica! Questo sta portando a possibilità inesplorate e sta influendo già ora fortemente sulla nostra vita quotidiana.

Anche l'artista sente l'interesse di essere un pioniere. Se al progresso non si unisce lo responsabilità etica con lo sua visione di un futuro a misura d'uomo, sono in agguato tendenze e catastrofi ingovernabili - e anch'esse vanno viste e mostrate in tempo.

 

Lo sensibile intemporaneità del marmo

 

Il marmo ha interessato Bjorn Weckstrom già per il peso delle sue tradizioni storiche. L'abitare in Italia ha naturalmente portato il marmo più vicino all'artista.

Weckstrom definisce il marmo un materiale simpatico, che è facile lavorare e dominare. È pulito, arrendevole. È gradevole - addirittura terapeutico -lavorarlo! La sua sensibilità richiede un ascolto preciso e incessante dello spirito del materiale. All’essenza della pietra appartengono forme chiuse, persino pesanti, che conservano lo carica e lo vibrazione della materia.

"La differenza tra lo pietra lavorata nel modo giusto o sbagliato è come lo differenza tra un animale vivo e morto.

Una buona scultura è come un alce che dorme - una cattiva come un animale morto o macellato", dice Weckstrom.

È appropriato lasciare che il materiale agisca alle sue proprie condizioni. Nel cosiddetto marmo grigio, spesso usato da Weckstrom, ci sono disomogeneità di vario genere, strati di sfumature diverse, striature, ecc., dal bianco ai toni più scuri. L'azione propria dei materiale conduce a mondi astratti, che a volte - in modo anche sorprendente - fanno venire in mente All’artista le pietre e le rocce della riva levigate dai ghiacci e dall'acqua nell’arcipelago finlandese! Come molti altri artisti finlandesi, Weckstrom ha sentito una così forte presenza della natura nel Nord, che essa non può non comparire anche nell'espressione artistica - perfino in Italia.

La natura del marmo ha inoltre portato ad un'espressione stilizzato e a grandi linee, ad un'essenzialità classica.

Particolare interesse Weckstrom ha sentito per le forme umane, specialmente della testa e del viso.

Si può pensare che i "rapidi" lavori in marmo abbiano rappresentato un contrappeso distensivo rispetto ai grandi lavori in bronzo che richiedono una grande lotta.

La bellezza classica si esprime in lavori come Dormente, Bipartizione e Braccio. C'è in essi interiorità e una carica di intimità. La pietra orgogliosamente muta irradia un' eternità enigmatica; il supremo arco di vita del materiale in confronto all'uomo ci tocca rendendoci umili.

 

Calligrafia del vetro fascinatore

 

L'irradiante arte in vetro di Bjorn Weckstrom introduce nel mondo della bellezza in un suo proprio modo, come seducendo. L'artista ha definito questo materiale attraente ma difficile. Con le condizioni poste dal vetro non si transige.

Il vetro fuso va lavorato rapidamente, conoscendone le possibilità e i limiti - si deve "scrivere" al volo! Forme che nascono con naturalezza sono, tra l'altro, le "corna" e i "denti", di qui Weckstrom ha fatto nel suo lavoro numerose variazioni.

I "denti" possono pesare anche una decina di chili, avvicinandosi cioè alla misura a cui con questa tecnica si può arrivare. Lavori più grandi, come Pali totemici e Le Porte sono stati creati da Weckstrom unendone le parti.

L'importanza dell'effetto momentaneo nella lavorazione del vetro non elimina certo lo presenza di molti strati significanti. Le grandi corna, i denti, le fauci, i pali e le porte sono anche immagini archetipe, cariche degli strati inferiori della mente umana. E l'approccio con essi può avvenire dal punto di vista dell'estetica del materiale come pure da quello dell'interpretazione freudiana.

La "semimaterialità" del vetro interessa particolarmente Weckstrom - il vetro si può rendere trasparente o opaco. Egli usa spesso un nucleo o cuore di vetro colorato, avvolto poi in un mantello di vetro trasparente. Il vetro trasparente forma un interessante ponte tra il nucleo e lo spazio circostante - come nella serie dei lavori acrilici degli anni Settanta. La sensazione di qualcosa di flottante e di subacqueo porta il pensiero sia all'utero che allo spazio siderale.

Le sculture di Bjorn Weckstrom non parlano solo un linguaggio visuale. La loro sensualità attira ad avvicinarsi, a toccare.

Il senso di ben definito della forma e dei materiali è come un capir con le mani - un afferrare il mondo.

 

Le grandi narrazioni del bronzo

 

Il bronzo viene descritto dall'artista come un materiale laborioso ma umile, che permette un'infinita ricchezza di forme e di superficie, come pure una scala di misure dalle miniature ai monumenti. Molti mezzi espressivi ed effetti sono possibili, da un'abbondanza di strutture in superficie fino ad una levigatura a specchio, dalla sovrabbondanza alla semplicità, dallo scuro al lucido.

Le forme dei lavori del primo periodo vanno dal morbido alla forte dinamicità, La forza delle opere è più interiore e ricca di carica, che aggressiva o invadente. Il lavoro di lunga portata, dagli schizzi ai modelli in gesso e agli stampi di fusione, già di per sé costringe ad un pensare concentrato e chiaro nel linguaggio delle forme.

La presenza materiale del bronzo, lo mistica propria del materiale, emana con forza dalle sculture di Bjorn Weckstrom, indipendentemente dalla misura o dallo spirito - dalla tonalità - dell'opera. Il dio del lago e il dio dello foresta sono geometricamente sobri e "primitivi" nella forma, eppure trasudano addirittura una loro "bronzeità".

In molti dei lavori dei primi anni Settanta il figurativismo sembra sciogliersi in elementi astratto-ritmici, come ad esempio in Donna ciarliero (1972), Bimbo, Testo di delfino, Testo di animale e Torso (1973), L'uomo del futuro, Torso di donna e Tecnocrate dormente (1974), come pure in Il grido, Embrione e Testo di monaco (1975).

Nelle sculture bronzee della fine del decennio comincio a comparire un'accentuata contrapposizione tra forme arcuate e forme angolose, come pure una nuova tensione anche nella tematica. Già l'Americano silenzioso, nel rigore "malato" intorno alla bocca con lo sua forma a croce, emana una forza espressiva che si richiama al surrealismo. Ma lo trasformazione del linguaggio formale non si comincia a sentire che in lavori come il bipartito "Azzittito" (1975), in cui un essere ridotto a cilindro è come violentemente afferrato dalle fauci del pesce. l! Guerriero e lo Testo di donna (1978) uniscono un'umanità toccante alla forza della forma geometrica. Così pure il virile Tenente e le femminile Porto,

Quali frutti più tardivi di questo periodo stilistico, basato su punti di partenza figurativi ma fortemente e geometricamente astraente, possiamo considerare due monumenti di bronzo fatti da Bjorn Weckstrom per il centro di Helsinki: Fischiettante di Helsinki e il gallo di Fazer. Il linguaggio formale semiastratto realizzato nel bronzo poti nato si accorda con l'architettura a carattere empirico del centro.

L'Arco di trionfo in costruzione è un'interessante opera libera, che gioca col paradosso della grandezza: l'arco è formato da un bel ginocchio umano, di donna, innalzantesi come dalle viscere della terra verso altezze imprevedibili, L'impressione è accentuata dalla circostante costruzione a impalcatura. Anche lo superficie contiene un paradosso: lo pelle liscia invita a toccare e ad accarezzare, ma il freddo metallo anche spaventa e respinge, Anche nelle impalcature c'è un doppio messaggio: l'immagine della "goffaggine" delle aspirazioni umane esprime anche speranza e lo forza elevatrice del lavoro comune.

Il "realismo ponderante" di Weckstrom, che profondamente sonda il nostro tempo, è preannunciato dalla Mano biomeccanica, che si tende monumentalmente diritta verso l'alto, Il palmo - immagine del comprendere - si sta trasformando in una macchina. Lo spettatore è colto da un angoscioso quesito: cosa succede, cosa sta accadendo? In che modo cambia lo nostra presa sul mondo?

In modo da toccare con mano (letteralmente!) è rappresentato l'estraniarsi dell'uomo di oggi dalla natura: una macchina sostituisce le nostre membra, cosa ne seguirà? Stiamo ottenendo surrogati e prolunghe delle nostre membre, protesi efficienti e solide, ma cosa stiamo perdendo? Manterremo lo nostra presa sul mondo, si manterrà lo sensibile percezione della natura, c'è il pericolo che l'integrità del nostro essere si dissolva? Sembra di sentire un nodo alla gola: un grido che sale dalla nostra identità minacciata.

 

Il presente nello specchio del mito

 

Un materiale assolutamente sovrano appare il bronzo nelle opere di Bjorn Weckstrom degli anni Ottanta e Novanta, monumentali sia per grandezza che per espressione. Esse rispecchiano alla luce del mito i problemi e le crisi che i processi tecnologici e sociali comportano. Né si limitano a rispecchiarli, ma interpretano il nostro tempo in profondità, acutamente, dolorosamente. E non è tutto: sono percettibili anche universi di imprevedibili possibilità.

Al posto delle palme atrofizzate del Minotauro sono sorte le prominenze di un qualche congegno meccanico. Che il mostro uomo-toro dell'antico mito si sia trasformato in mostro uomo-macchina? Nel ventre aperto si vedono organi-macchina. Anche il penis è un esecutore meccanico, una chiave inglese. L'opera apre prospettive anche nel mondo della biotecnica e delle manipolazioni genetiche: lo rigida postura da robot e lo cavità dell' essere fanno paura, ma si lascia intravedere anche una scintilla di speranza: se lo macchina funziona, anche male, essa può essere migliorata...

La durezza della lotta etica dell'artista appare dal racconto di Weckstrom sulle fasi creative del Minotauro: dopo cinque mesi di intenso lavoro, una notte aveva dovuto constatare che il modello in gesso non funzionava - non aveva lo rigidezza voluta, era troppo "naturale" -, così che non ci fu altro da fare che farlo a pezzi con l'ascia e ricominciare daccapo...

La dea della vittoria Nike è superba nel suo bronzo benché le braccia si siano atrofizzate fino alle spalle. Il pelo pubico è composto da nani esseri filiformi. Sul viso gravemente bruciato si disegna lo formula della teoria della relatività di Einstein: l'energia è uguale alla massa per lo velocità della luce al quadrato. Memento del fatto che nella guerra atomica non ci sono vittorie né vincitori - non braccia né intendimento.

Nemmeno il Narciso del mito guarda più lo sua immagine nella sorgente, bensì nella televisione. Né si sta trasformando in fiore, bensì in macchina.

Il Prometeo di bronzo nato a metà degli anni Ottanta pende dai ganci tra cielo e terra senza palme né piedi, come al mattatoio, il ventre aperto e dilaniato proprio come nell'antica mitologia (un' aquila strappava il fegato a Prometeo, sempre di nuovo, per punirlo di aver rubato il fuoco degli dei). Che i dilaniatori di oggi siano l'alcol i farmaci, le droghe, e altri bombardamenti chimici? In questa scultura abbiamo dinanzi, aperta, l'angoscia del nostro tempo, come pure lo violenza istituzionale e quella tra gli uomini. Eppure - a sorpresa - dal ventre cresce un germoglio d'albero come l'alba di un domani, un sogno della speranza immortale e della continuità della vita.

Nella scultura Il Centauro, il mito greco del cavallo a testa d'uomo rispecchia direttamente l'uomo-macchina in corsa dei nostri giorni: un motociclista. Nell'opera si sente l'imponente simbiosi tra l'uomo e lo motocicletta, l'euforia del dominio, ma anche lo vicinanza del pericolo - il desiderio di lasciarsi portare dalla macchina sono senza confronto rispetto al fisico umano. Sullo sfondo vibra anche l'esperienza personale dell'incidente motociclistico...

Weckstrom mette In guardia contro le interpretazioni semplicistiche. La tecnica in sé non lo bolla affatto come malvagia; considera invece molto interessante l'azione reciproca che si va sviluppando tra l'uomo e le macchine. Egli sente profondamente questa situazione nuova per l'umanità,sentendo di parteciparvi fortemente e cercando di capire quante cose stanno accadendo.

Le macchine hanno influito sull' uomo almeno da quando fu inventato l'orologio. L'uomo sta ora facendo propri degli aspetti delle macchine che ha creato.

La relazione di reciprocità tra l'uomo e le macchine è molto recente. Se l'essere umano com' è oggi, I 'homo sapiens, esiste da circa 1500 generazioni, solo cinque di queste generazioni hanno avuto una relazione di reciprocità con le macchine.

Questa simbiosi è vista da Weckstrom, in principio, come positiva, La sua importanza è in aumento: in un prossimo futuro, un cuore interamente meccanico sarà più affidabile di uno trapiantato da un'altra persona, Anche ai grandi problemi del nostro tempo l'inquinamento della natura e lo sovrappopolazione - non sono in realtà visibili altre possibilità di soluzione se non in direzione di una tecnologia sempre più avanzata, L'attuale mutamento è però così drammaticamente rapido e totale, da rendere sempre più difficile, quasi impossibile, lo previsione del futuro.

Ancora 30-40 anni fa c'era il tempo di riflettere sulle cose e di prendere decisioni tranquillamente, Oggi resta un tempo minimo per lo raccolta e lo determinazione delle informazioni necessarie alla presa di decisioni. In un certo senso, stiamo precipitando nel futuro.

 

Dai bronzi di Riace al realismo ponderante

 

La ricezione del messaggio artistico può costituire un avvenimento creativo di grande profondità, Per quanto riguarda Bjorn Weckstrom ne fa fede ciò che egli racconta della sua esperienza con i bronzi di Riace.

Queste antiche sculture greche erano state trovate in un relitto affondato allargo della Sicilia, Erano state restaurate e messe in mostra a Firenze, dove Weckstrom le vide.

La coppia di sculture rappresenta degli atleti: in realtà lo stesso vincitore dei giochi olimpici, sia come giovane ventenne che come uomo attempato, di una quarantina d'anni. Il giovane irradia una forza altera e arrogante nei confronti della propria figura invecchiata e vissuta, introversa, L'uomo più attempato è più pesante, è stato alla scuola della vita, è concentrato a vincere per questa volta ancora l'impeto del giovane, La carica estrema della situazione si rivelò a Weckstrom come un'apparizione da tempi remoti. La giustezza e lo profondità del realismo psicologico sconvolgeva, l'inattesa dimensione espressiva coprente tempo, arco di vita e campo sociale, esaltava!

Il messaggio passava da un artista all'altro attraverso i millenni, E rafforzava durevolmente lo fede nell'arte - e nelle possibilità del realismo! Non è importante creare attualità nel proprio tempo, bensì creare visioni e messaggi che portino cariche di energia e significati al di là delle generazioni e attraverso i secoli, fino a imprevedibili futuri.

La profonda esperienza dei bronzi di Riace portò Weckstrom a pensare che anche i suoi propri lavori potrebbero ancora esistere tra 500 o 1000 anni. Nello stesso tempo è pensa bile che essi possano agire anche in tempi e società completamente diversi dagli attuali - prospettiva questa che pone alla responsabilità e alle mete dell'artista orizzonti completamente nuovi, di cui non molti hanno la percezione.

I miti dell' antichità sono tuttora vivi, perché i loro temi fondamentali rispecchiano ancora con chiarezza - ispirando seppur dolentemente l'animo umano. L'arte e i miti sono sulla stessa via: a cercare e a rappresentare l'immutabile nel mutevole - ciò che caratterizza essenzialmente l'essere umano.

Al volgere del millennio, l'umanità si trova ad un tornante di rapidi e drammatici cambiamenti, nel vortice di processi accelerati e irrevocabili, lo cui comprensione e definizione non sembrano ancora possibili. I miti sono ancora veri, ma non dicono tutto, L'artista non può infine accontentarsi solo di essi: egli deve dare immagine anche a ciò che è appena in addivenire.

Icaro è un'immagine sconvolgente della fatale aspirazione al volo dell'animo umano che pur sa di cadere, Nel superbo Icaro di bronzo di Bjorn Weckstrom c'è l'energia muscolare della belva, l'esultanza del bimbo e lo delicatezza della farfalla - lo fiducia commovente nelle incompiute ali, in balia delle quali senza esitare si sta gettando, In Icaro c'è già tutto il mondo faustiano, la fede nel progresso cieco, nel materialismo, nell'industrialismo, nella crescita economica e nell'imperialismo.

Icaro è anche l'immagine eterna dello spirito creatore, che osa avanzare verso l'ignoto e riscattare il futuro. Non sembra un caso che l'Icaro di Weckstrom sia in posizione di crocifisso, Inchiodato in croce sulle sue ali incompiute, Icaro vola verso il cielo o verso lo morte, Compie il suo destino dando-a noi lo speranza.

L' Icaro incappucciato nacque 011' epoca del trasferimento in Italia di Bjorn Weckstrom, Quale tema accessorio si può pensare che l'opera rappresenti anche lo fase di vita dell'artista - il coraggio di volare verso l'ignoto.

L'uomo diviso, l'uomo spaccato, guarda un fiore di vetro: profondamente stressato di fronte ad una difficile scelta di fondo - se procedere verso lo crescita economica o verso lo natura. La rinuncia è difficile, ma a rinunciare si deve imparare - alla natura va lasciato il suo spazio e il suo potere.

 

L'uomo confuso è l'uomo moderno, turbato e profondamente incerto, che sente rimorso per i propri rituali di consumo e ha assunto una "neoprudenza" in tutte le direzioni. Il normativismo passivo dà un'apparente sicurezza.

L'idea di Sonno stereofonico nacque a New York alla metà degli anni Ottanta. Le cassette concilianti il sonno erano per Weckstrom una prova concreta di come l'uomo si stia spostando verso mondi artificiali. Nell'interrompere il contatto col mondo reale, si comincia a vivere in balia di impulsi sintetici. Come mezzo per addormentarsi le cassette possono essere un'alternativa migliore alle pillole, ma è visibile anche una tendenza a ritirarsi sempre più a galleggiare in realtà artificiali - senza capire che si finisce nello stesso tempo per divenire una pedina in giochi già pronti e chiusi.

 

Rapporti estremi tra i materiali

 

A rappresentare lo nuova condizione umana non bastano i mezzi tradizionali. A molti dei nuovi lavori di Bjorn Weckstrom è proprio un accosta mento inatteso di materiali tra loro lontani. Già questo in sé va visto come immagine del nostro tempo: da elementi di un mondo frammentario e in disfacimento bisogna per forza tentare di fare un sintesi creatrice, La sfida è grande: solo un atto creatore può superare i precipizi che si sono aperti, e continuare nel superbo volo dello spirito.

L'Equilibrista di bronzo sulla bicicletta da circo ad una sola ruota è androgino e vuoto, Di equilibrismo ce ne vuole, tra famiglia, lavoro, rapporti umani e interessi vari, come pure tra i propri bisogni e le limitazioni esterne.

Nella fanciulla di bronzo che gioca con una palla di vetro, dell' opera Homo ludens, il movimento è ben dominato, il lavoro irradia il piacere del gioco.

In caduta libera, invece, con le sue mani amputate, si trova in stato di impotenza nello spazio, in un movimento irrevocabile su cui non può influire. Solo lo caduta senza fondo verso l'ignoto lo attende.

Nel Pensatore s'incontrano il bronzo, il vetro e lo plastica. La combinazione porta nel lavoro una vibrazione particolare - forse anche irritante. È chiaro l'accenno all'opera di Rodin, ma il Pensatore di Weckstrom appare giovane, solitario e introverso; è qualcuno che ha subito un blackout nell'informazione. La costruzione dell'identità sembra incompiuta. I contatti con gli altri si edificano in base a segni e segnali esterni: moda dei capelli, ecc, - il branco funziona con rigidità e severamente.

L'aggressività e lo creatività non sublimata della giovane generazione che non ha fatto lo guerra interessa Weckstrom. Le energie prive di argine vengono rivolte verso sé stessi: ci si perfora, si portano anelli e tatuaggi. Sembra esservi un narcisismo di nuova genere.

Il Corridore cieco nacque al tempo della Guerra del Golfo, Mentre da fonti diverse arrivavano informazioni contrastanti sugli stessi avvenimenti, l'artista si concentrò a riflettere come nel mondo di oggi si sia in generale alla mercé di chi produce informazione, Separare il grano dall’olio nella corrente informativa è divenuto quasi impossibile. Come nell' opera di Weckstrom, corriamo con una banda sugli occhi, sul nostro rullo mobile, senza vedere lo realtà, Crediamo di avanzare, benché in realtà restiamo fermi.

Il blackout del l'informazione vale anche in un'altra direzione: colui che corre con lo banda sugli occhi non è in grado di indirizzare messaggi verso lo realtà esterna. Gli artisti sembrano, sì, capire il proprio lavoro; ma sembrano incapaci, tra l'altro, di concentrarsi sul lavoro degli altri, Venendo a mancare l'azione reciproca, lo comunicazione artistica e l'espressione si impoveriscono.

Nella caoticità della situazione, gli interpreti stanno diventando più importanti degli interpretanti. Curatori, critici e galleristi cominciano a superare in considerazione gli artisti. Anche il pubblico si muove sempre di più in gruppi aspettando e richiedendo guide. Le regole del gioco vengono stabilite da altri che dagli artisti. Compito dell' artista resta quello di correre (o di non correre) sulla pista su cui, gli occhi bendati, viene messo.

Nel fare il Dio uccello Weckstrom aveva pensato agli scultori dell'antichità, ad esempio in Egitto. A, quegli esseri felici veniva dato il compito di rappresentare lo deità. Dai presupposti di realismo ponderante di Weckstrom nacque una scultura figurativa - diversamente dalle versioni più astratte del periodo precedente. Il dio degli uccelli avrebbe certamente l'aspetto di uccello, così come gli uomini hanno dato ai loro dei l'aspetto umano. Vi risuona inoltre un profondo tema di base: lo sporgersi oltre i propri confini verso il divino.

In molti dei grandi lavori di Bjorn Weckstrom c'è una specie di armatura o zoccolo, che senza eccezioni ha anche importanza espressiva. Sembra stare a rappresentare strutture comunitarie, pressioni e limiti esterni, stampi di identità, ma anche impedimenti psichici e di altro genere interiore. Nel rendere visibili le armature, Weckstr6m concretizza e sottolinea sia lo necessità che lo possibilità della sortita e del distacco.

Uno dei lavori più recenti di Bjorn Weckstrom - finito nel l'estate 1998 - è l'Icaro volante. Esso si è staccato dall' armatura e dagli zoccoli ed è sospeso nel vuoto, Il mito di fondo di Icaro chiama e richiama Weckstrom: lo grandezza umana in Icaro, il bisogno di salire al di sopra di sé stessi, simili agli dei. Questo inesausto tentativo di rompere le proprie catene e provare le proprie ali è profondamente radicato nella natura umana - solo l'impossibile è a misura d'uomo! L'aprire nuove possibilità crea grande energia, e di questo l'artista sente un particolare "orgoglio della specie",

La nascita di quest'opera è descritta da Weckstrom come molto spontanea, onirica. Durante il processo, i lavori possono crescere staccandosi dall'idea originaria; attraverso fasi organiche di sviluppo, ne può uscire qualcosa di completamente diverso. Nemmeno dopo che è pronto - e meno che mai immediatamente - si riesce sempre a spiegare perché il lavoro è infine quello che è.

Le analisi verbali appaiono difficili e inutili durante l'ispirato processo creativo, L'Io analitico può rialzare lo testa solo mesi - a volte anni – dopo.

Weckstrom dice di aver tentato per tutta lo vita di fare il punto del processo d'insieme del fare - senza esserci per il momento riuscito!

 

L'uomo spaccato guarda un fiore di vetro

 

Uno dei problemi più dolorosi dell'uomo di oggi è lo sua propria identità. I vecchi concetti e interpretazioni dell'uomo e del mondo non valgono, vista lo crescente rapidità con cui sta cambiando lo realtà fisica e quella spirituale. Anche l'immagine dell'Io deve cambiare - e può questo ancora avvenire in modo domina bile? Anche questa situazione è rappresentata da Weckstrom: l'uomo spaccato guarda un fiore di vetro.

Il rapporto con lo natura sta diventando molto problematico. La tecnologia inquina; come surrogati del rapporto con lo natura s'insinuano ottundenti realtà artificiali, I codici genetici del DNA vengono già ora manomessi, i mezzi per appropriarsi dell'evoluzione sono a portata della mano dell'uomo. La scultura di Bjorn Weckstrom in caduto libera ci mostra un essere umano che precipita nello spazio cosmico senza confini: non c'è fondo né orizzonte.

I primi astronauti del nostro tempo, nel galleggiare senza peso, erano come feti nell'utero prima della nascita. La similarità visuale può avere una dimensione simbolica: l'umanità sta nascendo a qualcosa che non ha ancora forma né nome. Già nelle sculture acriliche di Weckstr6m aleggia un qualche spirito di nuovi mondi.

L'uomo realizza le sue fantasie. L'artista è responsabile delle sue visioni: del vedere lo verità, del l'immagine dell' uomo.

Il messaggio dell'arte è spesso un mistero, e si spinge fino all'inconscio e all'avvenire. Icaro deve alzarsi in volo – sempre!

All'artista vengono ora richiesti coraggio e fede nell'uomo più che mai prima. A questa sfida Bjorn Weckstrom risponde con rara forza: nelle sue opere parla l'unione mistica della bellezza e della verità, il mistero.

 

 

IIkka Juhani Takalo-Eskola

Biografia