Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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Un Uomo un Artista

Filadelfo Simi e i suoi figli Renzo e Nera


inaugurazione: sabato 4 maggio 1996 - h. 16.30

esposizione: dal 4 maggio al 2 giugno 1996

luogo: Sala dei Putti - Sala del Capitolo - Centro Culturale "Luigi Russo" - Pietrasanta

orario: da martedi a venerdi h. 14.30-19.00 - sabato h. 14.30-18.00

ingresso libero


Comunicato stampa

Presentazione

Per risvegliare un po' di orgoglio versiliese ci voleva una signora di Milano, la prof.ssa Alba Tiberto Beluffi, che pur conservando dimora nella metropoli lombarda, dove frequentemente si reca, di fatto vive ormai da qualche anno stabilmente a Querceta.

La dinamica signora ha riscoperto un grande artista della nostra terra: il pittore - e scultore - FILADELFO SIMI, nativo di Levigliani, antico paese sulle falde meridionali del Monte Corchia, dove ebbe i natali anche Geremia Barsottini, celebrato maestro del Carducci.

Non che il Simi fosse del tutto sconosciuto ai versiliesi, anzi, due mostre retrospettive dei suoi quadri vennero allestite a Seravezza, una nel lontano 1936, nei locali della Scuola di Avviamento Professionale e l'altra nel 1985, nel Palazzo Mediceo, con l'esposizione di ben 140 opere dell'artista.

Una retrospettiva del Simi, voluta dalla figlia Nerina e curata da Pietro Annigoni, ebbe luogo a Firenze nel Palazzo Strozzi, nell'estate del 1958. Fra gli illustri componenti del Comitato d'onore di quella mostra, figura il compianto prof. Bruno Antonucci, allora Sindaco di Stazzema, Comune cui appartiene il paese di Levigliani. Alla cerimonia di apertura l'oratore ufficiale Pietro Annigoni iniziò con queste parole: "Pochi oggi sanno di Filadelfo Simi...". Ciò che conferma il troppo silenzio su questo nostro grande pittore, silenzio del quale il Simi fu, in vita, un po' corresponsabile, per quella sua natura schiva e modesta che ha sempre caratterizzato la gente dei nostri monti apuani. Egli infatti ritraeva col suo pennello persone e paesaggi con tanto amore da rimanerne poi egli stesso così legato da disfarsene soltanto, e con intima sofferenza, unicamente per necessità economiche.

Parlare ulteriormente di lui in questa "Presentazione" è tuttavia superfluo, perché la signora Tiberto Beluffi, con dovizia di particolari dovuta a ricerche non facili cui ha dedicato tempo e fatica, è riuscita a narrarci quanto è stato possibile rintracciare della vita di Filadelfo ed anche di quella dei suoi due figli Renzo e Nerina, a loro volta artisti di notevole talento ed in particolare delle opere principali, magistralmente descritte in questo libro, dando risalto a quel grande insieme di capolavori cui fa da cornice la storia amorevole della famiglia Simi.

La Banca di Credito Cooperativo della Versilia, non nuova nel campo della diffusione della cultura locale, sia attraverso pubblicazioni proprie come contribuendo sostanzialmente ad altre di scrittori e storiografi versiliesi, è orgogliosa di dare alle stampe in elegante edizione questo volume, nel cui cuore figurano riprodotti alcuni dei più pregevoli dipinti di Filadelfo, l'originale di parte dei quali orna la Sede centrale della Banca.

La Versilia ha tanti grandi figli da ricordare: Poeti della mole di Giosue Carducci, del quale non v' è città italiana che non abbia una piazza o una via a lui intitolata. Scienziati come Eugenio Barsanti, che visse purtroppo in un'Italia ancora avvolta nel buio della sua antica frantumazione politica e territoriale, dimenticandolo, Egli, che per primo al mondo inventò e brevettò a Londra, nel 1854, quel motore a combustione interna più comunemente chiamato "motore a scoppio" che, chiudendo per sempre l'epoca millenaria dei trasporti terrestri a mezzo del cavallo ed in mare della vela, dette inizio a quella motorizzazione che in pochi decenni trasformò il mondo, riducendo le distanze prima pressoché irraggiungibili e rendendo possibile avvicinare fra loro popoli di tutte le razze e di tutte le culture.

Altri uomini illustri in campi diversi vanta la Versilia, che qui non è il caso di ricordare ma che la nostra Banca si riserva di onorare in seguito. Adesso è la volta di FILADELFO SIMI, che la signora Tiberto Beluffi ha, in queste pagine, fatto rivivere per noi e per quanti non ricordavano, o del tutto ignoravano, la nobile figura di questo grande versiliese, la sua vita silenziosa e difficile e soprattutto, e con rara competenza, il prodotto sublime del suo pennello.

Prima di chiudere questa presentazione mi corre l'obbligo, anzi il dovere, di ricordare e di ringraziare il Presidente del Collegio Sindacale OLINTO CERVIETTI il quale, oltre ai compiti statutari propri che svolge con assiduità e scrupolo, ha sempre seguito e incentivato con passione e competenza, fin dal suo primo insediamento, ogni iniziativa della Banca di carattere culturale, dedicandovi molto del suo tempo e della sua esperienza. Anche per onorare Filadelfo Simi, il suo apporto in sede interna ed in quello di collaborazione con la sig.ra Alba Tiberto Beluffi, è stato particolarmente attivo e significativo.

 

Pietrasanta, Marzo 1996

Avv. Paolo Tommasi

Presidente della Banca di Credito Cooperativo della Versilia

Critica

L'amore per Filadelfo Simi e per la sua opera è nato in me alcuni anni fa quando gestivo una Galleria d'Arte a Querceta: l'idea di uno spazio espositivo in un crocevia commerciale fu accolta come una novità e il Peristilio cominciò ad essere frequentato dai pittori locali, alcuni dei quali bravissimi. Organizzavamo delle mostre, parlavamo d'arte e la mia predilezione andava alla pittura figurativa. Fra i pittori non posso non menzionare Riccardo Bremer che mi introdusse alla conoscenza dell'opera pittorica di Filadelfo Simi, facendomi ammirare le sue tele da certe angolature preziose che lui, con l'occhio dell'artista, particolarmente sapeva individuare.

A poco a poco cominciai ad accarezzare l'idea di scrivere una biografia del Pittore che mi aveva letteralmente affascinato.

Ebbi il tempo e l'opportunità di realizzare questo progetto quando il Peristilio chiuse i battenti.

Devo dire che i parenti e gli eredi del Pittore sono stati molto disponibili, riferendomi importanti ricordi familiari e mettendomi a disposizione con grande fiducia il materiale originale, in gran parte inedito, su cui cominciai a lavorare: lettere, diplomi, titoli, contratti, nonché i taccuini di Filadelfo, una preziosa miniera per chi vorrà conoscere e approfondire certi aspetti ancora ignoti del Pittore, garbato caricaturista, delicatissimo miniaturista e micrografista.

Scrivere una biografia del Simi ha richiesto molta pazienza, molto amore e, nonostante l'ingannevole semplicità del testo, anche molto tempo.

È stata una impresa difficile non solo perché il Pittore è morto nel lontano 1923 restando incomprensibilmente senza mercato, non solo perché molti documenti sono andati perduti nella funesta alluvione dell' Arno a Firenze nel '66, ma soprattutto perché, ad un certo punto, sono emersi dei dati evidenti. Filadelfo Simi non era soltanto un personaggio poliedrico e straordinario, ma era il punto di riferimento di un nucleo familiare inscindibile: non si poteva parlare dell'artista ed ignorare la sua consorte, i suoi figli, i loro amici così singolari e così affettivamente legati nel tempo a questa famiglia.

D'altra parte la storia era così avvincente che si rischiava di cadere nell'agiografia.

Appurate queste difficoltà emergeva però un vero e proprio imperativo categorico: trattandosi di maestri di livello assolutamente superiore ed inconsueto, era logico concludere che la storia di questa famiglia doveva essere illustrata col cuore e con attenzione costante. La loro vita e le loro opere infatti tornano ad onore della nostra storia dell' arte e in particolare della Toscana e della Versilia.

Accingersi all'impresa dunque diventava quasi un dovere civico a cui spero di avere dato almeno un effettivo contributo.

Questo dovere civico è stato sensibilmente apprezzato dalla Banca di Credito Cooperativo della Versilia a cui mi sono rivolta perché mi sembrava l'Istituzione più ricettiva e più operante sul territorio nei confronti degli interessi culturali della Versilia.

In collaborazione e direi quasi sua sponte è nata l'idea di affiancare alla mia opera una Collezione Simi, proprio come avrebbe voluto Nera per i quadri di suo padre.

La forza trainante dell'operazione è stato il Direttore, Rag. Giovanni Tosi, che avvertì subito e quasi d'istinto l'importanza e l'incidenza culturale del progetto. Questo progetto naturalmente non poteva non piacere al Presidennte, Avv. Paolo Tommasi, figlio e fratello di grandi artisti, oltretutto legati alla famiglia Simi.

Anche i consiglieri si affezionarono all'iniziativa e così si è arrivati alla costituzione di una Collezione Simi vera e propria, la cui importanza, giorno dopo giorno, sarà sempre più evidente ai versiliesi.

Questa Collezione, nella quale sono confluiti diversi capolavori di Filadelfo Simi, è destinata a diventare sicuramente il fiore all'occhiello e la migliore presentazione della Banca che generosamente l'ha costituita.

 

Alba Tiberto Beluffi

Biografia