Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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Tra Mediterraneo e Europa

Moses Levy


inaugurazione:sabato 2 settembre 1995 - h. 18.00

posizione: dal 2 settembre all' 1 ottobre 1995

luogo: Chiesa di Sant'Agostino - Centro Culturale "Lugi Russo" - Pietrasanta

orario: martedi-domenica h. 15.30-19.00

ingresso libero


Comunicato stampa

Presentazione

Critica

L'AFRICA di MOSES LEVY

 

L'Africa del Nord, il fascino dell'orientalismo hanno attirato pittori famosi.

Già nel 1834 Delacroix dipingeva le famose Donne a Algeri; Matisse, con la moglie fece un viaggio a Tangeri nel 1912 dipingendo fra l'altro Porta della Casbah e Zohra sulla terrazza che sono oggi conservati al Museo Puskin di Mosca. Nel fortunato volume Tunisreise è possibile trovare raccolti numerosi disegni, dipinti e acquarelli di Klee, Macke e altri, tutti prodotti in Tunisia nel 1914.

Lo sguardo di Moses non è quello di un turista. In Tunisia è nato, là è la sua terra. Conoscerà tutta l'Africa settentrionale, compiendo diversi viaggi in Algeria e Maroccco.

Disegni, acqueforti - tecnica appresa a Firenze - con soggetti anche assai disparati:

Profumo arabo, Arabi seduti al caffè, Beduine, Cortigiane con ventaglio, risalenti al 1909, rivelano il gran disegnatore. Levy, citando le parole del suo maestro, diceva spesso: "la pittura è prima disegno, ancora disegno, infine disegno".

Ma Levy era anche un grande colorista.

L'Africa per parte sua è il paese del colore. Cielo, mare blu, case bianche, vestiti colorati delle donne, Jute a righe, turbanti e djellaba degli uomini, tutto è colore, contrasti e grande luminosità. In tanti paesaggi il cielo è azzurro, intenso, i muri delle abitazioni imbiancati di calce - si sa quanto sia difficile restituire questo "non colore" in pittura - poca vegetazione, un gioco d'ombre accresce la luminosità intensificando l'impressione di caldo afoso, schiacciante all'inizio del pomeriggio, quando ogni cosa sembra sospesa.

Levy amava la vita, le strade affollate. Andava a spasso con il sacco a tracolla nel quale erano sempre pronti colori, matite, taccuini. Dipingeva nei caffè, sulle piazze tutte, nei souk dove le piccole botteghe erano una accosto all'altra. Il mercante è seduto davanti alla sua merce: caramelle, dolci, frutta, legumi, stoffe colorate. Una donna, con la futa bianca, col velo che la nasconde dagli sguardi maschili, sta sfiorando una stoffa ...

Andava Moses nel quartiere ebraico - la hara -, quartiere povero, con le mura delle case dai colori sbiaditi, lì i bambini giocavano per le strade. 

Nei quartieri "speciali" le prostitute, dietro a finestre inferriate dipinte di blu, osservavano la strada e i passanti. Levy diceva che gli era capitato di dover fuggire sentendosi minacciato. I suoi sguardi parevano troppo insistenti a qualcuno che pensava: "che starà mai scrivendo costui?".

Durante il ramadan, periodo di un mese durante il quale i musulmani osservano per penitenza un digiuno di giorno, la notte è dedicata alla festa, i negozi sono pieni di cibi, di dolci, la gente va a spasso. Col suo amico e pittore Ammar Farhat, Moses si recava in piccoli locali, frequentati solo da uomini, per osservare le danzatrici vestite con pantaloni larghi a colori vivaci, ventre nudo, coi veli in capo, che ballavano la danza del ventre accompagnate dai musicisti.

L'opera di Levy è altresì un grande omaggio alla donna: tanti ritratti di beduine, di fidanzate coperte di gioielli, visi segnati da qualche tatuaggio, donne anziane dai visi rattrappiti, severi, donne sensuali rassegnate alla sorte. In Africa è viva l'idea che nessuno può sfuggire al proprio destino - il mektoub -. La tragedia di questo destino Levy l'ha sentita e analizzata tramite le figure di mendicanti, o di ciechi che suonano il tamburello, guidati da un ragazzino.

Nel lungo periodo africano Moses Levy supera i limiti dell'orientalismo, dell'Africa ha una visione intima, di universale compassione, una visione d'amore.

 

EIsa Levy Darmon

Biografia