Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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Ritmi e Luci

Luciano Pera


a cura di Antonella Serafini

 

inaugurazione: sabato 2 settembre 1995 - h. 18.00

esposizione: dal 2 settembre al 28 settembre 1995

luogo: Sala dele Grasce - Centro Culturale "Luigi Russo" - Pietrasanta

orario: da martedi a domenica h. 16.00-19.00

ingresso libero

 

Luciano Pera è presente nella collezione del Museo dei Bozzetti


Comunicato stampa

Presentazione

Critica

I colloqui con Luciano Pera sono quanto mai vari e ricchi di sorprese, talvolta anche una telefonata fatta semplicemente per confermare un appuntamento può dar luogo ad inusitate riflessioni a tutto campo, da Jacopone da Todi al problema del restauro di una casa storica, alla struttura del pitecantropo. Senza iati Pera passa da un argomento all' altro seguendo un filo lucido e preciso assorbendo le libere associazioni del pensiero. La sua cultura vasta ed eclettica gli consente escursioni, le più disparate, in diversi settori del sapere, è come se navigasse in un grande fiume distinguendo di volta in volta le acque degli affluenti per poi rimescolarle.

Il suo lavoro artistico realizzato in oltre mezzo secolo di attività, la varietà stessa degli interventi creativi, dalla grafica alla pittura, dalla ceramica alla scultura alla realizzazione di gioielli, l'utilizzo dei materiali e dei supporti più disparati, sono la materializzazione di questo procedere mentale libero, spregiudicato e ricco, generoso, e ognuno di essi manifesta anche la gioia e la sorpresa di una forma conquistata.

Per quanto nelle opere più recenti una maggiore geometrizza azione delle linee e dei volumi faccia a prima vista supporre un "ripiegamento" alla razionalità, una sorta di volontà di maggiore controllo del libero corso di una idea, la struttura di base rimane l'esplosione, l'espansione, la dilatazione.

Così come un qualsiasi argomento di conversazione si dilata centrifugo per quel simple hazard che mette in moto la memoria involontaria, così il soggetto, l'idea che dà inizio ad un' opera si dilata, si espande, esplode, finché ogni sua parte diversamente si "ricompone" conquistando la forma. Conquista: non a caso ho scelto questo termine: la capacità di inglobare la dilatazione e l'espansione di un'idea e darle contorni è frutto della battaglia che ogni volta si compie nella mente per riuscire a trovare una forma compiuta e rendere il concetto comunicabile. Le opere di Pera mettono in luce questa giocosa battaglia e il sorgere della forma come un'apparizione. Le grafiche sono testimoni della libertà e della spregiudicatezza con cui Pera si avventura fra le libere associazioni senza temere il risultato. Osservarle significa perdersi nel labirinto festoso delle linee, entrarci dentro come risucchiati dalle danze e dai ritmi che creano i contorni delle figure, si vedano a questo proposito quali esempi "La coppia etrusca", "Il carro del sole", "La nuit des sorciérs". La scultura invece è la forma conquistata, il campo sgombro, il risultato puro, il corpo dell' apparizione. Ma il punto di vista di ogni singola opera non è unico e in queste opzioni si ritrova la peculiarità della espansione. "L'arca", "Volo II'', "La dimora dello Sciamano", sono linee di velocità? sono la traccia di un movimento stroboscopico? o sono uccelli veri e propri...?

"Anonyme de la Mediterranée", "Croco-donna", la "Femme bourgeon" da quale tempo vengono? Sono figure femminili che raccolgono e mescolano segmenti di tutti quei simboli e di tutte quelle divinità - benefiche o malvagie - che la donna ha incarnato dall'inizio del tempo: Venere fecondatrice, strega, autrice o soggetto di metamorfosi, la bellezza della Dea e l'orrore della megera, la madre e l'eros, il ventre ricettacolo di vita e antro del desiderio.

Né la scelta dei materiali è indifferente, forme che allungano le loro radici nella preistoria prediligono la realizzazione in pietre quali calcaree dolomitico, collemaldina, travertino, tufo, più "rustiche", quasi che la loro porosità sia fatta apposta per trattenere e mescolare gli strati del tempo; le linee di una nuova geometria invece trovano più congeniale realizzazione nel marmo polito. Analogamente nella grafica le incisioni sulla pietra di Baviera (Solenkofen) in negativo attingono alla primordialità e a ciò che da allora ad oggi permane essenziale; sono opere che nascono sull'impulso dell'automatismo su un supporto che non consente ripensamenti, è come se emergesse ciò che l'esperienza ha fatto sedimentare nei millenni dentro la coscienza e la cultura, e che oggi è diventato innato. Le incisioni su fondo bianco, così come le pitture, vivono del colore che ce le conduce da un presente ancora fluttuante, come se Pera bucasse con lo sguardo ciò che osserva vedendone contemporaneamente più aspetti, più collocazioni, più "versioni" spazio-temporali, ovvero più epoche, più età, più destinazioni.

Quando negli anni Venti il Surrealismo fece la sua comparsa fra quei movimenti artistici che poi verranno definiti "Avanguardie Storiche", fu subito chiaro che la sua ondata non si sarebbe esaurita nel corso di una generazione, che esso era destinato a riprodursi nei modi più disparati e differenti finché l'uomo avrà un inconscio ed un pensiero. Pera è un surrealista naturale, di carattere, la cultura che man mano ha arricchito la sua personalità ha arricchito sempre più lo spazio e le forme della sua immaginazione. La mano segue l'automatismo del pensiero nelle grafiche come nelle sculture, nei piccoli preziosi gioielli, nei dipinti. Definire Pera surrealista non significa imparentarlo con uno stile ma con un atteggiamento mentale che conduce alle più svariate, libere rappresentazioni senza legame alcuno se non quello con la propria mente. Il lungo tracciato della sua produzione non può essere valutato con criteri cronologici, poiché il surrealismo è di per sé avulso dal tempo, ma va considerato invece nei termini di flusso di vitalità, qualità questa delle opere di Pera che ancora oggi ci pare intatta e immutata.

 

Luglio 1995

Antonella Serafini

Biografia