Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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Percorso della Scultura

Kan Yasuda


inaugurazione: sabato 6 luglio 1995 - h. 18.00

esposizione: dal 10 giugno al 30 settembre 1995

luogo: Piazza Duomo - Pietrasanta

orario: da lunedi a domenica h. 00.00-24.00

ingresso libero

 

Kan Yasuda è presente nella collezione del Museo dei Bozzetti



Comunicato stampa

Presentazione

Quest'anno Pietrasanta accoglie, nell'estate, una mostra di Kan. Meglio sarebbe dire Kan con le sue sculture fa un omaggio a Pietrasanta, città dell’'arte e degli artisti.

Da questa estate, un solo artista, con le sue opere, esporrà negli spazi pubblici del nostro centro storico in un delicato rapporto fra contemporaneità e storia. Quest'anno è toccato a Kan, un artista che da tanti anni ha scelto la nostra città per eseguire le sue opere, perché da noi ha trovato come molti altri artisti, artigiani in grado di soddisfare i suoi progetti, sia con il marmo che con il bronzo.

Ma Kan è rimasto affascinato, anche dalle bellezze naturali e storiche, di una città, e qui ha comperato casa, in una bella collina, vicino ai laboratori e a questa piazza che oggi accoglie le sue opere.

Pietrasanta città dell'arte e degli artisti, città che, da un lato, ha saputo recuperare molti dei suoi l1'monumenti ma che vuole crescere e arricchirsi di nuove opere d'arte donate dagli artisti che qui risiedono e lavorano.

Allora da questa opportunità nasce l'idea complessa di Parco Culturale urbano dopo la storia e il presente s'integrano con la costruzione di una città nuova, che vuole crescere, ancora recuperando parti degradate.

Una città, non museo, ma dinamica, che esalta la sua storia produttiva e in grado di produrre ricchezza, sia per il settore lapideo e delle fonderie, che per il terziario (turismo e commercio).

Un grazie a quanti hanno reso possibile questa mostra, offrendo una occasione in più per visitare Pietrasanta a quanti già la conoscevano e ad altri che vorranno scoprirla.

 

Il Sindaco

Manrico Nicolai

Critica

Carrara, Massa, Pietrasanta ... in questi luoghi è sommerso in un'enorme estensione il marmo partorito dal grembo della terra, uno forse dei frutti più preziosi del pianeta. E proprio qui, in un angolo del pianeta di nome Pietrasanta, vive, immerso nella creazione di sculture da grandi blocchi di marmo, Kan Yasuda, scultore, nativo dell'isola di Hokkaido, un altro angolo del pianeta situato all' estremo nord del Giappone. Ciò che egli sta facendo non è altro che l'atto di spingere un po' in avanti, perpetuandola, la lenta e lunghissima storia della scultura.

Spingere un po' in avanti la storia cosa c'è di più importante per un artista? E per uno scultore, in particolare, silenziosamente assorto nel gesto di battere il martello, e consapevole della responsabilità di scolpire marmo vecchio quanto il mondo?

La pietra, il marmo, sempre tace e attende.

Lo scultore ne è sempre in qualche modo richiamato. Ma non ogni scultore sa ascoltare la voce più intima del marmo. Ascoltare questa voce senza voce e seguirne la volontà in forme e lineamenti, cercare di rendere visibile l'amore profondo tra l'uomo e la pietra traendo dalle viscere del marmo, a coronamento di questa relazione amorosa, ciò che viene chiamato scultura, ciò che viene chiamato "opera", è senz' altro per lo scultore il sogno di realizzazione e di liberazione più

grande. Quello che Kan Yasuda sta facendo adesso a Pietrasanta corrisponde a questa semplicissima e così difficile ricerca sulla verità dello scultore. Come scultore di marmo, egli è forse tra coloro che realizzano oggi le opere più gigantesche. Il marmo grezzo che utilizza può pesare fino a quaranta tonnellate. Si tratta di scalfire e ancora scalfire, di cercare quella forma celata con cura e amorevolezza nel ventre della terra e del marmo per milioni di anni, e riportarla nuovamente a conoscere la luce del sole. Lungo la durata di questo processo il blocco di marmo diventa metà, forse un terzo; e, a forza di togliere, piano piano fuoriesce la voce della pietra. Ciò che lo scalpello ha tolto non tornerà mai più, e può anche essere che tra i pezzi scolpiti distrattamente sia nascosta una curva di straordinaria bellezza. Il lavoro di Kan Yasuda è diretto da questa continua selezione. La sua scultura viene realizzata dal rifiuto severo dell'atto di aggiungere, e dall' accettazione coraggiosa dell' atto di sottrarre. Da cui 1'eroismo delle sue opere la loro forma è l'estremo della semplicità, ma realizzata dal di dentro, come la crescita del feto.

Trovare un grande blocco di marmo di quaranta tonnellate è raro. Ci vuole molta fortuna, ma anche una grande pazienza per l'attesa. Accade spesso che, per una anche piccola incrinatura all'interno, occorra ricominciare daccapo e attendere di nuovo, con la solita pazienza, che dalla montagna venga estratto un nuovo blocco. Per questo nelle sculture di marmo di grandi dimensioni, come quelle di Kan, il compimento dell'opera è già un frutto raro e felice. Specie se queste opere, respirando tranquillamente la propria eternità, ci narrano con forza l'esistenza di un' altra era, e si suggeriscono che anche nei cicli delle altre vite preziose di questa terra sono celate le ombre dei tempi eterni. Noi non dobbiamo fare altro, allora, che saper ricevere in dono, da queste sculture, una gioia speciale e una sensazione di felicità.

Tra le rare opere che oggigiorno sanno donare tale felicità ci sono le sculture di Kan Yasuda. Nelle mostre precedenti di Milano, e dello Yorkshire Park, i giovani rilassati si sono appoggiati con energia sorridendo felici. I bambini, come bambini, hanno continuato a giocare a nascondino infilandosi nei vuoti e nei passaggi delle sculture scivolando sulle loro curve dolci, e scambiando le loro grida coi silenziosi sospiri dei marmi. Così amate dai milanesi, il Comune prolungò del doppio i due mesi di mostra delle sculture di Kan, e il corso Vittorio Emanuele II si riempì dell' eleganza e della dignità, del senso di presenza delle sue opere. La scultura di Kan, alle persone che la incontrano, ha il potere di far recuperare inconsapevolmente la propria coscienza, liberata e rilassata. La gente, dimenticando che tali opere sono di uno scultore di nome Kan Yasuda, testa semplicemente con l'occhio, immagina col corpo, memorizza con la mano il volume e le belle curve del marmo.

Invece di mostrare se stesso, Kan sceglierà sempre di scomparire immergendosi totalmente nella forma del marmo. È naturale che sia così. Proprio perché siamo umani, toccati da un soffio brevissimo di vita, riusciamo a percepire il sussurro del marmo.

Quel sussurro che dice, a chi sa ascoltarlo: "Ehi, scolpisci qui, scolpisci là ... "

 

Makoto Ooka

Biografia