Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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La controfigura dell'assenza

Maurizio Rivieri


Mostra di pittura a cura di Enrico Mattei

inaugurazione: 26 giugno 2010 - h 19.00

esposizione: dal 26 giugno all'11 luglio 2010

luogo: Sala delle Grasce - Chiostro di S. Agostino - Pietrasanta

orario: 18.00-20.00/21.00-24.00

ingresso libero


Comunicato stampa

(versione in pdf)

 

Atmosfere, profondità, silenzi carichi di segni e significati. La personale di Maurizio Rivieri, ospitata dal 26 giugno all'11 luglio nella Sala Grasce del complesso di Sant'Agostino, è stata concepita come un'unica installazione pittorica: domina il centro della sala una struttura in ferro da cui pendono fili da pesca a supporto delle carte dell'artista. Carte che evocano, nella loro totalità, un ricordo frammentato in più parti. Un'iniziativa dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Pietrasanta.

Si tratta di un'operazione site-specific che tiene conto dello spazio espositivo e in base ad esso si relaziona offrendo un percorso pulito dove fruire le opere dell'artista nella loro completezza e nella posizione specifica che ricoprono nell'allestimento. La ricerca pittorica di Maurizio Rivieri parte da una visione romantica dell'arte; dalla pittura del romanticismo intesa come espressione di una sensibilità che si rivolta e si libera dalle precedenti regole per ricercare nuove fonti d'ispirazione, in una prospettiva di sensibile soggettivismo. Tecnicamente le pitture sono concepite con molta gestualità e improvvisazione, la materia di colore che si forma è di una netta consistenza, l'autore torna più volte sulla stessa tela incollando carte, ridipingendo, graffiando la superficie pittorica per far affiorare strati sottostanti, resinando e scrivendo frasi personali o citazioni.

In mostra saranno presenti tele di grandi dimensioni accompagnate da alcuni piccoli dittici che armonizzeranno l'installazione centrale. Un progetto espositivo a cura di Enrico Mattei.

 

Cenni biografici

Maurizio Rivieri nasce a Massa nel 1972 dove tutt'ora vive e lavora. Dal 1996 collabora con numerose gallerie: Artomat (Pietrasanta), Galleria Corchia (Aigue Mortes, Francia), La Settima Luna (Figueras, Spagna). Nel 1996 tiene una personale presso il Teatro Guglielmi (Massa) dove presenta una serie di installazioni ed opere pittoriche intorno al concetto di carnalità nel lavoro di Bacon. Dal 2005 collabora con video-artisti ed attori teatrali per la realizzazione di percorsi audiovisivi ispirati a fiabe contemporanee. Nello stesso anno inizia la collaborazione con la Galleria Orlando di Forte dei Marmi dove, nel 2007, tiene la personale dal titolo "Carte".
Hanno scritto di Maurizio Rivieri: Ivan Carozzi, Federica Forti, Enrico Mattei.

 

Mostra: La controfigura dell'assenza
Artista: Maurizio Rivieri
Date esposizione: 26 giugno - 11 luglio 2010
Luogo: Pietrasanta, Chiostro di Sant'Agostino, Sala delle Grasce
Orario: 18.00/20.00 e 21/24, tutti giorni
Inaugurazione: sabato 26 giugno, ore 19.00

Ingresso libero

 

Alessia Lupoli Ufficio Stampa
Assessorato alla Cultura
tel. 0584/795381; fax 0584/795588
e-mail: cultura@comune.pietrasanta.lu.it
www.comune.pietrasanta.lu.it

 

Presentazione

E se il mondo ricominciasse da una persona sola, o da più persone sole in diverse parti del globo? Che cosa potrebbero allora pensare queste persone? Si potrebbero sentire abbandonate o finalmente liberate da tutti gli orpelli della vita quotidiana? E in quale dimensione ci ritroviamo noi quando diamo libero spazio alla nostra mente? Che colore hanno i nostri pensieri, il nostro desiderio di evasione, la libertà di spaziare nell'infinito con l'energia delle nostre espressioni? E noi dove ci poniamo in tutto questo?

 

Sembra che Maurizio Rivieri esprima con la sua pittura questo linguaggio sospeso, difficilmente concretizzabile, quasi intangibile, quasi fosse esso stesso una proiezione del suo pensiero, dove un'esteriorità apparentemente infinita ripropone gli stati d'animo di un'interiorità altrettanto - se non più - estesa. Il linguaggio dell'artista, ponendo un forte accento sull'esistenzialità, cattura il fruitore e suggestionandolo lo invita a far parte dell'opera stessa. Il protagonista diventa così non solo un punto nell'infinito, ma un punto di riferimento per se stesso e per il mondo circostante, che si riempie così di una presenza, di un'esistenza immensa.

 

Alla fine, i dipinti di Maurizio Rivieri, pur improntati alla solitudine, invitano al dialogo: l'artista lascia delle tracce, degli scritti, forse dei percorsi di memoria, che vanno a depositarsi su questi ‘luoghi dell'infinito', che con i colori della terra, del mare, del cielo, dell'acqua e del vento, possono rappresentarne l'universalità. Un sincero ringraziamento va all'artista che ci permette di spaziare poeticamente anche nei nostri sentimenti, augurandogli che in suo ‘canto' venga ascoltato ed accolto dai più.

Pietrasanta, giugno 2010

L'Assessorato alla Cultura

 

Critica

La grande illusione dell'uomo è poter rispondere a quegli enigmi che cerca di risolvere da sempre. Il sospetto è che sia l'impostazione stessa delle domande a generare la loro irrisolvibilità. Impostazione inevitabile, poiché la nostra mente è costituita in modo tale da non sfuggire alla discriminazione duale tra il positivo e il negativo, ovvero, fondamentalmente, tra presenza e assenza. Consideriamo la realtà come una successione di eventi, fisici e mentali, di durata limitata, dei quali si può dire che, nell'intercorrere tra il loro generarsi e il loro dissolversi, esistono ma non che sono.

Il dolore dell'uomo va ricercato proprio come carattere di insoddisfazione che permea ogni aspetto dell'esistenza, è l'illusione della permanenza e della presenza assoluta. Vedere l'assenza significa concepirne, attraverso la pratica della meditazione, lo stato potenziale in ogni ente anche durante la sua manifestazione. Che cosa è l'arte? Rispondere a questa domanda risulta pressoché impossibile, la domanda in qualche modo sembra pretendere una risposta assoluta e univoca che si presenti nella forma "l'arte è..." , il problema appare quello di capire la molteplicità delle risposte ad una domanda che sembra pretenderne una sola.
La ricerca pittorica di Maurizio Rivieri racchiude in se tutto quello che abbiamo appena detto, parte da una visione romantica dell'arte, dalla pittura del romanticismo intesa come espressione di una sensibilità che si rivolta e si libera delle precedenti regole per ricercare nuove fonti d'ispirazione, in una prospettiva di sensibile soggettivismo. Questo individualismo porta a tradurre innanzitutto stati d'animo, sensazioni interiori: passione, forza, terrore, gusto del mistero e soprattutto del tragico, e amore sempre rinnovato verso una natura vivente, multiforme, generante meraviglia, timore, vertigine. La partenza del concepimento dell'opera nel nostro artista è questa visione-idea romantica che si concretizza leggermente anche sull'aspetto formale delle tele. Il paesaggio di Rivieri ricorda la visione interiore della pittura di William Turner che nasceva dall'immaginazione intesa proprio come invenzione, la figura che troviamo spesso rappresentata dal nostro artista come una silhouette scura senza riferimenti di sesso, di razza o di età, indica quella preoccupazione dell'infinito, dei rapporti dell'Io con la natura propri della visione romantica di Caspar David Friedrich che amava porre alcuni personaggi visti di schiena di fronte a paesaggi ampi e struggenti.
Senza vedere gli occhi di questa figura, che ritroviamo di frequente nello spazio emozionale della pittura di Maurizio Rivieri, siamo intimamente coscienti dello sguardo di questo personaggio misterioso perché è, al contempo, la sua visone e quella del pittore ad essere fatta nostra.

Rielaborando questa visione-idea romantica si arriva quasi ad un Espressionismo storico, ripreso e variato esclusivamente in un senso quantitativo, accentuando i formati e la violenza cromatica; Maurizio Rivieri guarda agli anni Settanta e in particolare ad Anselm Kiefer. All'epoca si era avuta una larga zona di difesa della cromia, ma pur sempre all'insegna di un atteggiamento mentale-analitico, che azzerava gli aspetti fenomenici e considerava il colore un'entità autonoma. Infatti tecnicamente le pitture sono concepite con molta gestualità e improvvisazione, la materia di colore che si forma è di una netta consistenza, l'autore torna più volte sulla stessa tela incollando carte, ridipingendo,graffiando la superficie pittorica per far riemergere strati sottostanti, resinando e scrivendo frasi personali o citazioni.
Sempre di quegli anni Settanta vengono ripetute le citazioni scritte nelle opere, un ritorno alla Narrative Art, anche se totalmente stravolta da Rivieri in una visione più che personale. Una rivolta e denuncia nei confronti di quella austerità "povera" e fredda delle varie istanze poveriste-concettuali-informative, contro cui si reagisce accumulando materiali vari; tra i vari rappresentanti di questo movimento l'attenzione del nostro artista si pone particolarmente su Christian Boltansky per quel che riguarda il tema della memoria e del ricordo.

Possiamo quindi concludere che ogni esistenza implica l'assenza, arrivando addirittura a dire che in ogni esistenza è implicitamente presente l'assenza. Se infatti concepissimo presenza e assenza in maniera sostanzialistica (ovvero se attribuissimo loro un sé), dovremmo intenderli come inconciliabili opposti, dall'esclusione reciproca. Ma l'assenza è sempre presente, ovvero l'assenza non è mai assente. Un invito esplicito a non accanirsi nei concetti e nelle definizioni di fronte a ciò che non è concettualizzabile né definibile, un invito a "mettersi in cammino" per vedere e conoscere le cose così come sono, proprio come le pitture di Maurizio Rivieri.

Enrico Mattei

 

Biografia

Cenni biografici

Maurizio Rivieri nasce a Massa nel 1972 dove tutt'ora vive e lavora. Dal 1996 collabora con numerose gallerie: Artomat (Pietrasanta), Galleria Corchia (Aigue Mortes, Francia), La Settima Luna (Figueras, Spagna). Nel 1996 tiene una personale presso il Teatro Guglielmi (Massa) dove presenta una serie di installazioni ed opere pittoriche intorno al concetto di carnalità nel lavoro di Bacon. Dal 2005 collabora con video-artisti ed attori teatrali per la realizzazione di percorsi audiovisivi ispirati a fiabe contemporanee. Nello stesso anno inizia la collaborazione con la Galleria Orlando di Forte dei Marmi dove, nel 2007, tiene la personale dal titolo "Carte".
Hanno scritto di Maurizio Rivieri: Ivan Carozzi, Federica Forti, Enrico Mattei.