Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

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  • BARSANTI AMERIGO DI MARTINO

 laboratori

laboratorio BARSANTI AMERIGO DI MARTINO (1884-1977) di Gino Barsanti


via Martiri di Sant'Anna, 14 55045 Pietrasanta, LU
tel:
Attività originaria: lavorazione marmo, scultura
Attività corrente/ultima: lavorazione marmo, architettura, statuaria classica, scult. sacra, funer. e mon.
Cronologia delle denominazioni: Barsanti Martino (1884-1924)
Barsanti Amerigo di Martino (1924-1977)

 
Martino Barsanti, primo titolare e fondatore dell'azienda, nacque nel 1860 da una facoltosa e numerosa famiglia pietrasantina. Aveva dieci anni quando, a causa di rovesci finanziari, la situazione economica familiare si fece precaria ed egli venne imbarcato come mozzo. Dopo circa due anni il ragazzo, sbarcato a Genova, incontrò il fratellastro che decise di prendersi cura di lui, inducendolo a tornare a Pietrasanta per studiare presso la Scuola di Belle Arti; contemporaneamente Martino entrò come apprendista presso la ditta Tomagnini dove imparò scultura e ornato. Martino fu l'unico di tutta la dinastia, soci compresi, ad avere consuetudine con la pietra. I figli e i nipoti sono stati dirigenti e amministratori dell'azienda. Martino aprì il primo piccolo laboratorio e assunse alcuni operai. Di carattere avventuroso e ambizioso non esitò, conosciuta la situazione del settore, ad andare a procurarsi direttamente commesse nel nuovo mondo. Nel 1895 fece un primo viaggio in Centro America a cui ne seguirono altri due, nel 1897 e nel 1900, durante i quali si aprì un notevole mercato per il marmo e i suoi manufatti. Nel frattempo Martino aveva cambiato sede al suo laboratorio e dato vita a quella che allora era probabilmente l'azienda più grande e importante di tutta l'intera zona marmifera e che assunse, impiegando fino a 250 maestranze, i connotati di una vera e propria industria toccando probabilmente il suo apice nel 1904-1905. L'attività si espanse al punto tale che la ditta divenne a sua volta committente di altri laboratori pietrasantini. Lo spazio totale aveva una estensione di circa mq 12000 di cui 6000 erano destinati al laboratorio e comprendevano anche, il piazzale e gli uffici, sugli altri 6000 vi era la villa della famiglia con un grande giardino in cui erano esposte realizzazioni in marmo.
Il laboratorio era attrezzato con tutti i macchinari disponibili all'epoca; la parte principale dell'attrezzatura era per lavori di architettura: torni, frese, filo per tagliare i blocchi; vi era inoltre tutta l'utensileria per il lavoro manuale degli scultori. Benchè fosse già stato inventato, non veniva utilizzato il martello pneumatico per ostilità delle stesse maestranze. Martino Barsanti possedeva inoltre due vascelli con i quali trasportava il marmo in tutto il Mediterraneo.
Il figlio maggiore, Gino, fu mandato dal padre ad aprire una succursale della ditta a New York dalla quale partì la conquista del mercato e della committenza del Nord America; contemporaneamente Martino aveva costituito una società, limitata all' Argentina, con Federico Bonetti (la "Bonetti & Barsanti") il quale, risiedendo in loco, aveva il compito di intrattenere relazioni con l'alto clero cristiano e procurarsi commesse per gli arredi delle grandi e piccole chiese che in quegli anni venivano là costruite.
Tutto andò nel migliore dei modi fino allo scoppio della grande guerra che, oltre ai disastri economici, colpì Martino con la perdita del figlio Gino. Deciso a disfarsi dell'azienda (l'altro figlio Amerigo che poi rileverà la ditta era all'estero per studio) nel 1918 Martino vendette tutto ai F.lli Tonetti. Sotto i nuovi proprietari la ditta conobbe un periodo di relativo impulso soprattutto con la produzione di elementi cimiteriali e commemorativi dei caduti - in particolare le famose croci alte cm. 120 di marmo bianco P. Ma fu una breve stagione: nel 1921 infatti i Tonetti fallirono senza avere avuto ancora modo di saldare il debito contratto e Martino come liquidazione ebbe allora una loro proprietà: le cave delle Borre del Sagro che rimarranno ai Barsanti fino al 1960. Era un monte vergine; Martino non conosceva niente dell'attività estrattiva ma non si perse d'animo e fu così che, nonostante i suoi propositi, rientrò in attività; dal 1922 al 1938 due segherie massesi, le Piccinini, lavorarono esclusivamente per la ditta Barsanti.
Nel frattempo era tornato il figlio Amerigo il quale decise, con la consulenza e l'aiuto del padre, di avviare un nuovo laboratorio cui diede il nome Amerigo di Martino Barsanti. Era il 1924 quando nella nuova sede in pieno centro cittadino prese avvio la nuova attività: in uno spazio di mq. 4000 vennero disposti a ferro di cavallo una serie di capannoni attrezzati con tutti i macchinari moderni allora disponibili, l'azienda divenne subito un centro all'avanguardia della lavorazione marmifera. L'insieme dell'organizzazione del lavoro rimase praticamente inalterata rispetto a quella del padre; le maestranze erano in gran parte specializzate; fra le varie qualifiche prevalevano gli ornatisti perchè in quel periodo venivano commissionati moltissimi arredi sacri in stile neogotico. Nei laboratori di Martino e di Amerigo prestarono opera scultori quali De Giovanni e Bozzano, abili nella realizzazione di modelli in creta e gesso, e in seguito Amerigo Vannucci. Fu lì che si formarono, fra gli altri, Alessandro Pierotti e Giovanni Schweitzer che nel 1922 diedero vita alla grande ditta A. Pierotti & C. Fra gli impiegati vi era inoltre uno staff di disegnatori si ricordano Balloni e Santini - e progettisti.
Nonostante alcuni periodi di crisi (in particolare la crisi mondiale del 1929 e l'embargo internazionale della seconda metà degli anni Trenta) allo scoppio della seconda guerra mondiale erano ancora attive in laboratorio circa 200 maestranze. Nel 1945, alla ripresa delle attività, la ditta subì un notevole ridimensionamento e si assestò sui 30/35 operai. Amerigo invitò 15 dei suoi operai più anziani ed esperti a costituirsi in cooperativa dando loro in gestione l'intero laboratorio e tenendo per sè il compito di curare le committenze. Nel 1950 l'attività passò a Gino Barsanti, figlio di Amerigo, che collaborò con Enrico Viti e il suocero Bellacchi. Nel 1962 Viti muore. Gino prosegue nella gestione della ditta, ma i cambiamenti in atto (non ultimo l'arredo delle chiese modificato dal Concilio Vaticano II) non consentiranno più nè un rilancio nè un nuovo sviluppo. Nel 1977 l'azienda, le cui maestranze si sono ormai ridotte a 20 unità, chiude la sua attività produttiva, limitandosi a quella commerciale.
Nello spazio, che ha mantenuto inalterate le caratteristiche a ferro di cavallo dategli da Amerigo nel 1924, ha sede oggi la cooperativa Bottega Versiliese, il laboratorio Stagetti & Cosci, una fonderia artistica e alcune aziende artigianali di produzione di mosaici; inoltre dal 1994 vi è la sede dell'ufficio commerciale " Barsanti Marble Bronze Mosaic" gestita da Emanuele Barsanti, figlio di Gino.
L'attività della ditta in quasi un secolo non ha subito modificazioni sostanziali, incentrata nella realizzazione di opere scultoree e architettoniche in grande maggioranza a carattere sacro. A questo deve aggiungersi l'attività estrattiva, durata circa un ventennio, fra le due guerre.
Il primo laboratorio aperto da Martino Barsanti aveva una committenza esclusivamente italiana e lavorava in gran parte per conto della ditta Tomagnini. Dal 1895 la committenza divenne diretta e proveniva in gran parte dal Centro America, in particolare dal Guatemala e dal San Salvador. Negli anni immediatamente successivi il mercato si estese, come abbiamo visto, a tutta l'America del Nord e del Sud. Alcuni lavori sono stati eseguiti anche per paesi orientali e per l'India.
In quasi un secolo di attività l'azienda ha prodotto centinaia e centinaia di opere destinate ad ogni parte del mondo. Ricordiamo a titolo esemplare gli arredi interni delle seguenti chiese: S. Matthew's Cathedral di Washington; Our Lady of Mercy Church, Baton Rouge, New Orleans; TempIo de Maria Auxiliadora, San Salvador; Cattedrale di Saint Louis, Missouri; Chapel della U.S. Naval Academy, Annepolis; Cattedrale di Holy Rosary, Toledo degli USA; National Shrine Immacolata Concezione, USA; TempIo National, chiesa del Sagrado Corazon, Guatemala City. La ditta inoltre ha partecipato alla realizzazione degli arredi interni della cattedrale di Saint Patrick a New York.

[ Rif. ARTISTI ]
- BOZZANO Antonio:
 

artisti

  • BOZZANO Antonio
    Nato a Genova, ITA nel 1858; morto a Viareggio, LU, ITA nel 1939 Nazionalita: ITA
 

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