Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

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  • DE SAINT PHALLE Niki

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foto Bezzola Leonardo

DE SAINT PHALLE Niki


Nato a Neuilly-sur-Seine, FRA nel 1930
morto a San Diego, CA, USA nel 2002
Nazionalita: FRA

 
Di nobili origini, lÕartista cresce prevalentemente negli Stati Uniti, vivendo unÕinfanzia di Òprivilegio e orroreÓ, abusata dal padre e vessata dalle rigide imposizioni della madre. Per liberarsi dal giogo familiare si appassiona al teatro e alla fine degli anni Quaranta posa per le riviste ÒVogueÓ e ÒLifeÓ. La scoperta dellÕarte, per lo più di segno autodidatta, avviene tuttavia solo nel 1953 in seguito a un periodo di profondo
disagio mentale coinciso con il trasferimento in Francia. La notorietà arriva nel 1961 quando crea scalpore con i suoi Tiri (Tirs o Shooting Paintings) una serie di rilievi in gesso su cui spara con la carabina colpendo dei contenitori di colore che vanno a creare sulla superficie degli effetti inattesi di dripping: una performance potente in cui Niki esprime tutto il suo rancore contro lo strapotere maschile e contro i ruoli stereotipati della società patriarcale. é così che si accosta al movimento del Nouveau Réalisme, sostenuta dal fondatore Pierre Restany e affiancata da un altro membro del gruppo, Jean Tinguely, con il quale stabilisce un sodalizio amoroso e artistico che durerà una vita intera. Alla metà degli anni Sessanta nascono le sue Nanas (in slang francese appellativo dispregiativo ÒpupaÓ, ÒpollastrellaÓ), figure dal corpo di esibita femminilità, ma dalla testa piccola e senza volto, che riempiono il suo immaginario. Le Nanas dai colori sgargianti che Niki dissemina ovunque sono quasi una sorta di esercito a presidio dellÕemancipazione femminile che proprio nel 1965 conquista in Francia il diritto al lavoro senza il consenso del marito e due anni più tardi il diritto alla contraccezione. Nel 1966 insieme a Tinguely realizza al Moderna Museet di Stoccolma una monumentale Nana partoriente (dal titolo Hon/Elle), allÕinterno della quale i visitatori trovano una galleria dÕarte con quadri posticci, un milk bar e un planetarium. Da allora la progettazione delle sue figure su scala architettonica diventa una costante della sua produzione che tocca il culmine con la realizzazione, a partire del 1978, di un imponente parco scultura a Garavicchio, nel sud della Toscana, inaugurato ufficialmente nel 1998. Nel Giardino dei Tarocchi Niki dispiega il suo tradizionale repertorio iconografico, accattivante e psichedelico devoto ad Antoni Gaudí con mosaici di specchi, vetri e ceramiche colorate sulle imponenti figure in ferro e cemento dei ventidue arcani maggiori ed è proprio nel contesto della sperimentazione di questi nuovi materiali che si inserisce il suo avvicinamento al marmo a Pietrasanta.
Oltre che in collettive, ha presentato internazionalmente le sue opere in numerose personali, tra cui si ricordano: St. Gallen, Svizzera (1956); Galerie Rive Droite, Parigi (1962); Hanover Gallery, Londra (1964; 1968; 1969-70); Alexander Iolas Galleries, New York e Parigi (1962; 1965; 1968; 1974); Stedelijk Museum, Amsterdam (1967); Hannover Kunstverein (1969); Monastero di St. Trophime, Arles, e Palais des Beaux-Arts, Bruxelles (1975); Watari Gallery, Tokyo (1979; 1982); Gimpel & Weitzenhoffer Gallery, New York, e itinerante nei musei di Columbus, St. Louis, San Diego e Palm Springs (1979); antologica, Centre Georges Pompidou, e itinerante a Duisburg, Linz, Norimberga, Berlino, Hannover e Stoccolma (1980); "Space Niki", Tokyo (1980; 1982-83; 1986; 1987); Kunsthalle der Hypo-Kulturstiftung, Monaco (1987); Nassau County Museum, Roslyn, Long Island (1987); JGM Galerie e Galerie de France (1989; 1990); Musée des Arts Decoratifs, Parigi (1990); Gimpel Fils Gallery, Londra (1991); itinerante: Kunst- und Ausgestellungshalle, Bonn; McLellan Galleries, Glagow; Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris; Musée d'Art et d'Histoire, Friburgo (1992-'93); antologica itinerante nei principali musei del Centro e Sud-America (1994-99); Mingei International Museum, San Diego (1998); retrospettiva itinerante a Ulmer, Ludwigsha e Fremden (1999-2000); e postume: Sprengel Museum, Hannover (2002); Palais-Royal Gardens, Parigi (2003).
Tra le sue opere più significative troviamo: "Hon e Le Paradis Fantastique", con Jean Tinguely, Moderna Museet, Stoccolma; Whitney Museum, New York; "La Tete", con diversi artisti, Milly-La-Forêt, Francia; "Le Golem", Park Rabinovitch, Gerusalemme; Città di Hannover, Germania; "Fontaine Stravinsky", con Jean Tinguely, Beaubourg, Parigi; University of California, San Diego; Duisburg, Germania; Fukuoka, Giappone; Seoul, Corea; Mingei International Park, San Diego, CA; "Noa's Ark", con Mario Botta, Gerusalemme; donazione dell'artista (300 opere), Sprengel Museum, Hannover; donazione dell'artista, Musée des Arts Décoratifs, Parigi e Musée d'Art Moderne et d'Art Contemporaine, Nizza .
Numerose le sue commissioni pubbliche in tutto il mondo, tra cui: "Le Dragon", casa-giochi per bambini, Knokke-le-Zoute, Belgio (1972-75); "Fontaine", con Jean Tinguely, commissionata da François Mitterand, Château-Chinon, Francia; "Ange Protecteur" (h 10 m.), Ferrovie Svizzere CFF, Zurigo (1994-99); Porto di San Diego, CA; "Queen Califia's Magical Circle", parco, Escondido, CA (2003).
Tra i suoi principali riconoscimenti si ricordano: "Niki Museum", Nasu, Giappone (1994); "Premio Caran d'Ache" (1994-99); "XII Prix Imperial", Giappone (2000).
LÕartista scopre Pietrasanta attraverso lÕamico Igor Mitoraj e fra il 1992 e il 1995 il Laboratorio Franco Cervietti & C. tradurrà in marmo alcune delle sue Nanas sulla scorta di tre diversi bozzetti in gesso. Come raccontano i fratelli Franco e Sergio Cervietti, è il gallerista Jeffrey H. Loria a tenere i contatti con Pietrasanta mentre lÕartista, afflitta ormai da tempo da seri problemi respiratori causati dalle inalazioni tossiche delle resine e delle vernici, realizza per lo più nel suo studio di Parigi la decorazione pittorica sul marmo finito. NellÕadozione dei suoi tipici colori sgargianti lÕartista attiva infatti il conflitto tra la solennità della statuaria classica e il mondo delle bambole, per denunciare la condizione femminile, ridotta nella sfera domestica a oggetto decorativo. La scelta dellÕartista cade peraltro sul marmo di Thassos dal bianco assoluto e dalla grana fine, mentre per le Nanas di più piccole dimensioni ammette anche il portoro e il marmo verde. I fratelli Cervietti raccontano che, data la fragilità delle Nanas nei punti di equilibrio come le gambe, alcuni supporti in marmo venivano lasciati a protezione per il tempo del trasporto in cassa oltreoceano (New York), dove poi loro stessi si recavano per rimuoverli.

(Testi e notizie tratti dal Documentart del Museo dei Bozzetti e da Chiara Toti in "Lo sguardo e l'idea", Electa, 2022)

 

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