Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi" - Città di Pietrasanta

 
 
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Giù il Pennacchio «Visioni del cuore e della colpa»

Andrea Botto


inaugurazione: sabato 4 aprile 1998 - h. 16.30

posizione: dal 4 al 16 aprile 1998

luogo: Sala del Capitolo - Centro Culturale "Luigi Russo" - Pietrasanta

orario:da martedi a sabato h. 15.30-19.00

ingresso libero


Comunicato stampa

Presentazione

Critica

La tradizione della fotografia di paesaggio in Italia non ha ancora trovato un momento di sintesi completa. Le straordinarie esperienze di Luigi Ghirri, Mimmo Jodice e Giovanni  Chiaramonte, insieme a quelle dei più giovani Vincenzo Castella, Olivio Barbieri e Paola de Pietri, necessitano di una lettura capace di andare oltre lo specifico e lo specialismo fotografico, fino a decretare l’uscita dai generi fotografici per entrare, definitivamente, nel mondo delle arti visive e dell’arte contemporanea.

Con Andrea Botto ha condiviso un anno di lavoro durante il corso di fotografia dell’istituto Europeo di design di Torino.

In questo breve , ma intenso periodo, non ho quasi mai sostenuto la necessità della fotografia come forma di specializzazione. Senza contraddizioni e in linea con questa teoria, negli ultimi anni, ho lavorato per trovare alcune strade alternative cercando tra le infinite possibilità della ”lettura” dello spazio, intesa, soprattutto come esperienza visiva.

Credo di poter dire che Andrea abbia come me  condiviso queste teorie ed abbia inteso le sue fotografie di paesaggio industriale, come uno sforzo riferito alla costruzione di una dinamica interiore, al centro della quale egli si muove per definire la drammaticità di un sentimento: la commozione nei confronti “della perdita interiore del paesaggio”, esattamente come lo intendeva Luigi Ghirri.

Ecco perché durante un anno di studio, Andrea ha voluto incontrare uno ad uno i protagonisti di quella che egli stesso considerava qualche cosa di più di un’ esperienza didattica, fino ad arrivare a conoscere e a lavorare con lo stampatore Arrigo Ghi, amico e consulente di molti dei fotografi citati.

Si è trattato di un percorso obbligato, ricco di emozioni, di incontri stupefacenti, ma anche colmo di difficoltà legate, a rischio di sovrapposizioni ed emulazioni.

Un percorso cominciato prima con Walker Evans, con Yoel Mayerowitz e, poi, con “ Viaggio in Italia”, con i libri di Gianni Celati, con le ”perlustrazioni fotografiche sulla via Emilia” e che, naturalmente, non si è ancora concluso.

Adesso si tratta di andare avanti di definire meglio quelle strade di individuare le proprie autonomie, il proprio stile, il proprio linguaggio e, ne sono sicuro, con queste premesse, per Andrea, sarà meno difficile.

 

Denis Curtis

Biografia